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Depression Day 2024 a Bari: “I giovani e l’umore inquieto”

Nella Giornata Europea sulla Depressione 2024, dal tema «I giovani e l’umore inquieto», a Bari, un confronto e una condivisione di esperienze e saperi.

Introduzione

Quest’evento è stato realizzato in ottobre dalla sezione di Bari dell’EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla depressione. I lavori si sono svolti con il supporto e la collaborazione dell’Istituto paritario Preziosissimo Sangue (IPS). L’umore inquieto dei giovani è un tema molto sentito dall’IPS che ha messo a disposizione il teatro per farci incontrare con famiglie e ragazzi. L’ingresso era libero e aperto alla cittadinanza.

Umore inquieto: Colibrì

Il format dell’evento ha previsto, nella parte iniziale, la pièce teatrale di Anna Garofalo, Colibrì. Anna Garofalo è attrice e docente del laboratorio teatrale dell’IPS, i cui giovani studenti/attori ne sono stati i protagonisti.

Colibrì: «Un disagio, il corpo. È un incomodo fastidioso se non siamo allineati. Troppi modelli da seguire, troppe statue di plastica che ammaestrano come vivere. Il malessere dei giovani nasce da una mancanza inspiegabile, da un bug. Questa pièce sboccia dai non detti, dagli sguardi che ridono e feriscono come spade. Ma forte è la volontà di volare e credere di raccontare ancora il vento. Sulle ali di un colibrì.»

Umore inquieto: gli ospiti

Alla pièce teatrale ha fatto seguito uno spazio di discussione tra ospiti e pubblico, con la mia moderazione. Ogni ospite rappresentava un’istituzione ed era portatore di un punto di vista, un sapere, una cultura, un’esperienza sull’umore inquieto giovanile. Il presidente dell’EDA, lo psichiatra Francesco Franza. La psicologa e psicoterapeuta Marina Mancini, del Centro GIPPSI di Bari (Gestione interdisciplinare delle psicosi giovanili). Padre Davide Abbascià, dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e incaricato dai vescovi di Puglia per il Servizio Pastorale Giovanile. Zoraide Cappabianca, dirigente scolastico Istituto Comprensivo Don Lorenzo Milani di Bari. Domenico Diacono, presidente dell’associazione AntoPaninabella. Federica Garofalo, studentessa barese di 18 anni e co-autrice della pièce teatrale Colibrì. Prezioso intervento conclusivo di Suor Francesca Palamà, coordinatrice delle Attività Educative e Didattiche della Scuola Secondaria di I grado dell’IPS. E padrona di casa dell’evento.

Umore inquieto: ci siamo chiesti!

Siamo in uno stato di emergenza? Esiste effettivamente un incremento di angoscia, panico, anoressie-bulimie, violenze, suicidi e para-suicidi nelle ultime generazioni? E ancora… dietro le intossicazioni chimiche e da internet e social, che umore inquieto c’è? Da cosa dipende?

I drammatici eventi di quest’anno ci danno il senso di esistenze che attraversano la vita in una sorta di anestesia della coscienza. Con una perdita del contatto con le emozioni e con il senso dell’agire. Molto si è discusso sul privilegiare e coltivare l’ascolto di sé, ma questo appare in contrasto e in controsenso con la nostra società post-moderna. Una società in cui si osserva una spasmodica corsa all’azione e alla performance. Una società in cui l’uomo è indotto a scollegarsi da sé.

Il disagio: le possibili cause

Nel dibattito con gli ospiti e l’uditorio ci siamo interrogati sulla matrice di questo disagio, di questo umore inquieto che pervade il nostro secolo.  Io provocatoriamente ho chiesto: «è esito del Covid? È legato al carattere molle dei nuovi genitori?», sempre più in difficoltà ad assolvere il loro ruolo educativo. Su queste mie domande si sono scontrati i nostalgici del passato, auspicanti il ripristino di vecchi valori perduti e i nuovi genitori in posizione autodifensiva!

Abbiamo concordato su una eccessiva preoccupazione dei nuovi genitori a soddisfare il proprio figlio. Preoccupati di risparmiare al figlio l’impatto con una realtà sempre più precaria. Una relazione genitore/figlio non più verticale, ma orizzontale; una parificazione tra le due figure. Un genitore il cui obiettivo non è educare il figlio, ma soddisfarne i bisogni determinandone così l’estrema fragilità.

L’Umore inquieto: la difficoltà di crescere

Il genitore che progetta ogni passo della crescita del figlio (sport, musica, danza, ecc.). Il genitore che gli risolve i conflitti, che non lo esercita a trovare soluzioni. Che non gli permette di accedere alle frustrazioni. Questo genitore rende arduo l’accesso alle esperienze. Ed è l’elaborazione delle esperienze che tempra la regolazione emotiva. I bambini, pertanto, crescono schiacciati tra l’impossibilità ad accedere alle esperienze, e contemporaneamente alle proprie emozioni spontanee, e la necessità di rispondere alle aspettative.

Ecco perché i ragazzi con questo carico sulle spalle, quando entrano in adolescenza, inevitabilmente sono impreparati al peso del confronto con la vita. Il distacco dalla famiglia, il confronto con i pari, il confronto con il mondo adulto delle responsabilità. Se non si è adeguatamente equipaggiati, le fragilità possono esitare in vere e proprie crisi comportamentali e in patologie psichiche.

L’umore inquieto e le chat-bot

Una chat-bot è un software che dialoga ed interagisce con l’utente come se fosse una persona reale. Ci siamo chiesti: possono avere un uso come supporto mentale positivo? Esistono chat-bot progettate per fornire supposto psicologico, offrendo uno spazio alternativo in cui poter esprimere sentimenti senza metterci la faccia! Un fenomeno, questo, che sta prendendo molto piede tra i giovani. Ci siamo chiesti: queste interazioni virtuali riempiono il vuoto esistenziale? Le chat-bot sono la causa o la conseguenza dell’assenza di relazioni umane? A nostro parere le chat-bot non possono fornire quella connessione umana necessaria per affrontare problemi emotivi complessi in cui la regolazione emotiva non è adeguata.

Conclusioni

I nostri giovani hanno una grande libertà in un mondo che offre in modo sempre più incalzante e frenetico, nuove sensazioni. Un mondo, il nostro, che è, al contempo, però, difficile!  Frequentemente, infatti, i ragazzi riportano la drammatica difficoltà di prospettive di questa realtà. E questa contraddizione fa sì che si accumulino sensazioni che non riescano ad essere trasformate in esperienze. Che i vissuti non vengano integrati e incanalati nella fluidità di essere sé. Queste mie considerazioni in questo articolo sono la risultante di un evento che ha visto ragazzi, esperti, insegnanti e genitori a confronto.

                                                                                               Immacolata d’Errico

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I giovani e l'umore inquieto. DDay 2024 a Bari.

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