Il mondo dell’arte e della cultura esprimono con un linguaggio chiaro ed espressivo la malattia
L’innamoramento è una dolce e folle malattia, Sigmund Freud lo definiva una sorta di psicosi. Una malinconia che ammala il cuore dell’innamorato, soprattutto se non corrisposto. Una visione classica dell’amore folle e sofferente.
L’arte ha sempre raccontato il dolore umano, ma può anche diventare uno strumento per sensibilizzare e prevenire il suicidio. Tra pittura, fotografia e installazioni, il messaggio di sofferenza si trasforma in un dialogo sociale.
“E anche stanotte si dorme domani”.
Il sonno è uno stato di coscienza contrapposto alla veglia, in cui si riducono gli stimoli ed il sistema nervoso può riposare e riorganizzare ciò che è accaduto durante la vigilanza attiva. Poeti, romanzieri, filosofi e studiosi si sono interessati al tema complesso e affascinante del sonno.
Bellerofonte è un mitico eroe greco, descritto come un bel giovane coraggioso, che doma il cavallo alato Pegaso, sconfigge la Chimera, vince i Solimi e le Amazzoni. Sposa la figlia di Preto, re della Licia e ne eredita il regno. Ma dopo tante vittorie cade in disgrazia per aver sfidato gli dei. Vaga in solitudine per i campi, malinconico, con una profonda tristezza e la disperazione nel cuore.
La canzone “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi, presentata a Sanremo 2025, racconta come la fragilità possa essere una risorsa per la crescita personale. Accettarla aiuta a vivere relazioni autentiche e migliorare la qualità della vita.
In questo articolo esploro l’evoluzione del pensiero filosofico riguardo al disagio mentale, partendo dalle riflessioni di Socrate e René Descartes, fino alla psichiatria moderna. È importante un approccio integrato che unisca scienza e filosofia, considerando il disagio mentale non solo come una questione diagnostica. Esso può essere un’opportunità di esplorazione dell’intera esperienza umana.
Quella del digiuno è una strana storia. Nei secoli ha assunto diversi significati ed è stato interprete dei più diversi fenomeni. Purificazione, rinascita, ascesi, penitenza, ma anche pratica demoniaca, malattia.
La fotografia, come strumento nelle medical humanities, è un mezzo potente per esplorare e comprendere la psiche umana.
La mente altrove è un saggio che raccoglie scritti molto eterogenei sul rapporto fra cinema e psiche. La mente altrove offre contributi provenienti da diverse aree del sapere: medicina, psicologia, filosofia e critica cinematografica. Nella mente altrove si ritrovano anche diverse sensibilità terapeutiche che offrono nuove prospettive sul rapporto fra immagini in movimento e vissuto personale.
Riflessioni sull’uso dei fumetti manga e anime giapponesi in una prospettiva di lotta allo stigma e sensibilizzazione alla ricchezza della diversità.
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