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Sanitari e distress emotivo. L’auto mutuo aiuto in soccorso

Il carico di lavoro che quotidianamente medici e operatori sanitari si trovano a sostenere non accenna a diminuire. Risorse carenti e domanda di prestazioni sanitarie in continua crescita stanno mettendo a dura prova il loro equilibrio psicofisico. L’auto mutuo aiuto può svolgere una funzione preziosa nel sostenere la loro capacità di reagire al distress emotivo e alla depressione.

Introduzione

Turni massacranti, scarso turn over, riduzioni di organico, responsabilità professionali, aggressioni ripetute, l’elenco dei fattori di stress per i sanitari non accenna a diminuire. Inoltre, spesso si sottovaluta il peso del distress emotivo e della solitudine dei professionisti sanitari. Questi hanno un ruolo centrale nel determinare la loro qualità di vita, la tenuta psicologica e quella professionale nel medio-lungo termine.

Sanitari a rischio di distress emotivo

Il carico emotivo è l’insieme di esperienze affettive, relazionali ed etiche che derivano dal rapporto continuo con la sofferenza, la morte, la vulnerabilità altrui e i dilemmi professionali. Esso è implicito nel ruolo professionale dei sanitari.

L’esposizione continuativa a lutti, sofferenza, il senso di impotenza spesso provato e le complessità decisionali sono fattori che esasperano il rischio di distress emotivo. D’altra parte, frequentemente i sanitari si trovano a fronteggiare dilemmi etici, ma anche emozioni forti come rabbia e dolore, anche da parte dei familiari. Il tutto cercando di mantenere una posizione di equilibrio emotivo nella relazione con pazienti e familiari. A volte una missione davvero difficile.

In questa prospettiva bisogna tenere conto che il sanitario spesso percepisce una profonda solitudine professionale. Si trova di frequente solo di fronte a decisioni complesse, teme di essere giudicato inadeguato o insicuro, e avverte la pressione di doversi mostrare sempre competente. Tutto ciò gli impedisce di cercare o ottenere una reale condivisione di tale fatica, senza valvole di sfogo. Il rischio di distress emotivo è dietro l’angolo.

Che cos’è il distress emotivo?

Il distress emotivo è una risposta psicologica intensa e negativa a situazioni percepite come minacciose o stressanti. È caratterizzato da una sensazione di sopraffazione, di perdita di controllo e dalla percezione che le risorse personali siano insufficienti per affrontare la situazione. In pratica, è la forma di stress che si manifesta quando si sente che gli eventi superano la propria capacità di gestire le difficoltà. Nella professione sanitaria, a contatto con frequenti esperienze traumatiche e fatiche emotive, il rischio che i problemi quotidianamente superino, a livello emozionale, un’invisibile linea rossa è molto alto.

Conseguenze cliniche e professionali del distress emotivo

Ciò che spesso le scuole per professioni sanitarie trascurano è il rischio che il carico emotivo possa ingenerare una reazione a catena negativa. Essa influisce su ogni aspetto di vita personale e professionale degli stessi sanitari. Il distress emotivo negli operatori sanitari può manifestarsi in varie forme.

Nella vita di ogni professionista sanitario sussistono elevati rischi di sviluppare sindromi da Burnout (esaurimento emotivo) e Moral distress (disagio dovuto al non poter agire secondo i propri valori etici, spesso per vincoli istituzionali).

Altrettanto elevato è il rischio di incappare nella compassion fatigue. Si tratta di una condizione che colpisce principalmente chi lavora in professioni di aiuto e cura e si manifesta come un esaurimento emotivo, fisico e cognitivo. In pratica, è come se la persona esaurisse le proprie risorse emotive e psicologiche per far fronte al dolore altrui, portando a una riduzione della capacità di empatia e cura. Dietro l’angolo sono anche i sentimenti di depersonalizzazione (“che ci faccio qui, che senso ha?”) o di cinismo difensivo (“vabbè è sempre la stessa storia, che noia”).

A livello psicologico sussiste un elevato rischio di sviluppare ansia, depressione, insonnia, fino ad un vero e proprio PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress). Sul piano fisico possono nascere dolori e disturbi vari, che agiscono da ulteriore causa di assenze e abbandono lavorativo. Sul lavoro tutto ciò si ripercuote sul clima relazionale della equipe, favorendo tensioni, conflittualità, isolamento.

In generale è la qualità del lavoro nel suo complesso che ne risente, aumentando il rischio di errori clinici, disinvestimento e trascuratezza da parte dei sanitari. E il distress emotivo non si limita al contesto lavorativo, ma spesso deteriora anche il clima relazionale nelle famiglie dei sanitari.

Come gestire il distress emotivo dei sanitari?  Fattori protettivi e interventi mirati

Oggigiorno, grazie ai continui avanzamenti scientifici e al focus tecnologico, in medicina si rischia di perdere di vista dimensioni essenziali come quelle delle emozioni e delle relazioni.

Si parla spesso di sviluppo dell’intelligenza emotiva, ciò è altrettanto vero e importante quando pensiamo ai professionisti sanitari e al loro ruolo. Non può esserci una buona azione sanitaria se non all’interno di una relazione di aiuto.

Per gestire una relazione di aiuto valida e positiva i sanitari devono sentirsi a loro volta in uno stato emotivo sufficientemente sereno. Come aiutarli a raggiungere e mantenere un tale stato? Esistono interventi terapeutici mirati quali psicoterapie, mindfulness (tecniche meditative), pratiche brevi integrate nella routine lavorativa. Ad esempio, possono bastare 5 minuti di respiro consapevole, o di journaling emotivo (scrivere un diario, esplorando i propri pensieri e sentimenti). O anche di grounding exercises (focus sul qui e ora, attraverso stimoli sensoriali o cognitivi).

Altrettanto importanti sono i metodi che a livello organizzativo consentono una sorta di decompressione emotiva. Per citarne alcuni, sono molto utili gli incontri di debriefing (gruppi di breve discussione) e defusing (gruppi per ridurre il carico emotivo) post-eventi critici. O le supervisioni, che hanno anche un valore formativo. In generale risulta cruciale impostare una cultura organizzativa che rispetti la vulnerabilità professionale e valorizzi il ruolo della condivisione in équipe.

Un ruolo davvero prezioso a livello preventivo e terapeutico possono svolgerlo i gruppi di auto mutuo aiuto. L’auto aiuto per i sanitari rappresenta un ambito sempre più rilevante nell’ottica della loro salute mentale, perché essi sono costantemente esposti a elevati livelli di stress, traumi vicarianti, burnout e distress emotivo.

L’auto mutuo aiuto è importante per i professionisti sanitari

L’auto aiuto in ambito sanitario non significa “farsi bastare le proprie forze”, ma attivare risorse interne ed esterne, individuali e di gruppo, per prevenire o contenere il disagio emotivo. Può essere inteso come:

  1. Accesso strutturato a gruppi di confronto tra pari.
  2. Autoregolazione emotiva consapevole attraverso il confronto tra pari.
  3. Utilizzo di strumenti e pratiche di self-care grazie al peer support.

I gruppi di auto mutuo aiuto per i professionisti sanitari costituiscono spazi non giudicanti per condividere esperienze, emozioni, dilemmi etici. Sono basati su orizzontalità e reciprocità. Favoriscono il confronto, la crescita personale, migliorano il clima del gruppo di lavoro, e offrono possibilità di abbassare il livello di distress emotivo.

Non sostituiscono l’intervento psicologico professionale, se necessario, ma possono agire come uno strumento di prevenzione secondaria nelle fasi iniziali del malessere.  Possono facilitare il riconoscimento del disagio e l’accesso a forme di aiuto, e favorire strategie di empowerment (autostima, autoefficacia, autocontrollo) dei sanitari nella gestione delle difficoltà professionali.

Considerazioni

In conclusione, per i sanitari, che ogni giorno si prendono cura degli altri, i gruppi di auto aiuto possono costituire un porto sicuro. Diventano luoghi in cui si attenua il sentimento di solitudine, un posto dove le fragilità possono essere accolte senza giudizio e dove la condivisione si fa cura reciproca.

Sono risorse facilmente attivabili e replicabili in un’organizzazione sanitaria a cui resti a cuore il benessere organizzativo e individuale del proprio personale. Una istituzione “illuminata” si cura dell’efficienza ed efficacia del sistema e del benessere del proprio personale.

Il metodo dell’auto mutuo aiuto è difatti un approccio di supporto riconosciuto, veloce da attivare, sicuro e diffondibile, economicamente sostenibile, ampiamente riconosciuto nel suo valore in letteratura scientifica. Perché è importante “prendersi cura di chi cura”.

Wilma Di Napoli

Bibliografia

  1. Benavides‑Gil G. et al., Mindfulness‑based interventions for frontline healthcare professionals during COVID‑19: systematic review, Syst Rev, 2024.
  2. Huggard P et al. (2017). Caring for the Carers: Compassion Fatigue, Burnout and Vicarious Trauma. N Z Med J.
  3. Trifiletti E et al. (2022). Burnout, compassion fatigue and moral injury in frontline healthcare workers during COVID-19 in Italy. Int J Environ Res Public Health.
  4. X‑u Shi et al., Compassion fatigue, compassion satisfaction and mindfulness among healthcare professionals: meta‑analysis, Soc Sci Med, 2025.
  5. Wasson RS et al., Effects of Mindfulness‑Based Interventions on Self‑compassion in Health Care Professionals: a Meta‑analysis, Mindfulness, 2020.

Foto: Envato Elements

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