Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

Cerca
Close this search box.
Logo Eda
EDA Italia Onlus

Auto mutuo aiuto per sopravvissuti. Continuare a vivere dopo un lutto per suicidio

La perdita di una persona cara per suicidio, oltre al dolore indicibile, lascia cicatrici profonde nell’animo di chi resta. I gruppi di aiuto aiuto per coloro che vengono chiamati «sopravvissuti» sono uno spazio di condivisione prezioso dove ritrovare sé stessi e un senso nella vita.

Suicidio e auto aiuto

Il suicidio è un evento che ha un grosso impatto sulla nostra società, nonostante gli sforzi compiuti fino ad oggi da istituzioni sanitarie e sociali. L’OMS ha negli ultimi anni ratificato un impegno per la riduzione di almeno un terzo dei tassi suicidari nel mondo entro il 2030. Questo traguardo sarà raggiungibile solo attraverso una sinergia di intenti e azioni da parte di molteplici settori della società e delle istituzioni. Tra questi interventi gioca un ruolo fondamentale anche quello di post vention, ossia di prevenzione che accade dopo un evento suicidario.

Per capirsi meglio, serve un intervento a supporto di chi, dopo un lutto per suicidio, resta profondamente ferito dal dolore di una perdita così traumatica. Sono coloro che in letteratura vengono definiti «sopravvissuti».  Tra le azioni descritte come più efficaci e vantaggiose la letteratura scientifica si dilunga sulla attività dei gruppi di auto aiuto per sopravvissuti.

Il lutto complicato dei sopravvissuti

Il lutto di chi perde una persona cara perché morta suicida presenta peculiarità che sono assolutamente specifiche di questa esperienza. Ogni morte comporta dolore, nostalgia, rimpianti. Tuttavia chi viene a mancare perché decide di suicidarsi lascia in coloro che restano mille dubbi, sensi di colpa, recriminazioni, domande senza risposta. Avrò fatto abbastanza? È colpa mia? Come ha potuto farmi questo? Forse avrei potuto agire diversamente? … È un vortice di dolore e di angoscia che travolge chi resta, lasciandolo nella solitudine, che spesso sceglie volontariamente, a tormentarsi tra mille perchè. Si fatica a darsi pace, e non si cerca neanche quello che altri lutti invece concedono: il sollievo di una parola di conforto, di una vicinanza.

Il lutto per suicidio spesso infatti porta con sé una forte pregiudizio, e molti sopravvissuti sono vittime della loro stessa auto stigmatizzazione  (Goulah-Pabst, 2023).  Si vergognano, temono il giudizio altrui, si isolano, trascurano la propria rete sociale. La paura è che gli altri possano mal giudicare sia il proprio caro morto suicida, sia loro stessi, tacciati magari di non essere stati buoni genitori o di non aver aiutato il proprio congiunto. Possono nascere della vere e proprie reazioni depressive, spesso complicate, e alcuni sopravvissuti diventano a loro volta a rischio di commettere un gesto suicidario (Fraccaro & Tosini, 2023).

I Gruppi di auto aiuto per sopravvissuti

Poter accedere ad un gruppo di auto aiuto dove tutti i partecipanti  hanno vissuto un’esperienza tragicamente simile aiuta a sentirsi più liberi di esprimere il caos di emozioni a volte discordanti che un lutto per suicidio comporta. Ci si sente più autorizzati a raccontare il proprio dolore, i sensi di colpa, ma anche emozioni dissonanti come la rabbia, la frustrazione. Si trovano in altri partecipanti al gruppo una condivisione intima, che nasce da una esperienza profondamente solidale, da una forma di rispecchiamento reciproco. Ci si capisce immediatamente, e si lascia libero sfogo a tutti pensieri e le emozioni compresse in anni di silenzio (Ali & Lucock,2020).

Molti infatti approdano ad un gruppo di auto aiuto per sopravvissuti dopo poco dal evento luttuoso, altri impiegano mesi, perfino anni, prima di maturare una scelta simile. Mettersi in gioco uscendo dal congelamento emotivo che spesso funziona come prima barriera al dolore della perdita richiede infatti tempo e forza. Ecco perché spesso iniziare un gruppo di aiuto aiuto non è un primo passo evolutivo, ma ne ha già richiesti molti altri prima. Aderire al gruppo però consente sicuramente di proseguire un percorso personale di elaborazione del trauma.

Il potenziale di un gruppo di auto aiuto per sopravvissuti

Proprio come in una guerra che lascia sul campo morti e feriti,  quando in letteratura si affronta il tema del suicidio si parla di sopravvissuti e veterani. Nei gruppi di auto aiuto coloro che da più tempo hanno potuto beneficiare di un percorso di maturazione personale, i veterani, possono mettersi a disposizione degli altri. Possono coadiuvare il ruolo del conduttore , o assumerlo  loro stessi. Essi contribuiscono a creare un ambiente confortevole in cui i nuovi partecipanti possano trovare un’accoglienza empatica dei loro bisogni e della loro disperazione (Levi-Belz et al, 2021).

Sono abili nel rilevare quella trappole della mente in cui spesso i sopravvissuti precipitano tra auto accuse e continue ricerche di motivazioni razionali. Diventano abili nell’offrire nuove prospettive di riflessione e a smussare le rigidità di pensiero (es la tendenza ad auto-colpevolizzarsi). Poter fornire un sollievo al dolore altrui rinforza a sua volta il benessere che si ottiene dalla partecipazione ai gruppo di auto aiuto. Scoprirsi in grado di esser utili agli altri dona infatti nuove motivazioni e speranze a tutti i partecipanti.

Conclusioni

Il supporto costante e l’ascolto non giudicante che si trova in un gruppo di auto aiuto per sopravvissuti aiuta a lenire il dolore della perdita per suicidio. Nel sentirsi finalmente parte di un gruppo, che diventa come una famiglia, ci si sostiene a vicenda. Si riesce finalmente a condividere profondamente emozioni indicibili, anche a se stessi. Si dà spazio al proprio dolore ma nel tempo anche alla speranza. Si intravedono spiragli di sollievo che si danno e si ricevono nello scambio reciproco. E questo cammino condiviso porta i sopravvissuti a raggiungere nel tempo l’ accettazione di qualcosa che è incomprensibile, e a trovare pace.

Wilma A. R. di Napoli

Bibliografia

  1. Ali, F., & Lucock, M. (2020). It’s like getting a group hug and you can cry there and be yourself and they understand’. Family members’ experiences of using a suicide bereavement peer support group. Bereavement Care, 39(2), 51–58.
  2. Deborah Fraccaro & Domenico Tosini (2023): The suicide support group as a signifying agent and emotion transformer: A contribution from a micro-sociological perspective, Death Studies, DOI: 10.1080/07481187.2023.2246037
  3. Goulah-Pabst, D. M. (2023). Suicide loss survivors: Navigating social stigma and threats to social bonds. Omega, 87(3), 769–792.
  4. Levi-Belz, Y., Krysinska, K., Andriessen, K. (2021). “Turning personal tragedy into triumph”: A systematic review and meta-analysis of studies on posttraumatic growth among suicide-loss survivors. Psychological Trauma : Theory, Research, Practice and Policy, 13(3), 322–332.

Foto: Envato Elements

0 0 voti
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti
Auto mutuo aiuto per sopravvissuti

Ultime News

Attacco di nervi

Attacco di nervi. L’ataque de nervios

L’origine spagnola di questa affermazione popolare in molte culture del Sud Italia è evidente. Con attacco di nervi si indica una crisi di rabbia mista ad angoscia, delusione, risentimento e turbamento. È spesso accompagnata da crisi di pianto irrefrenabile e può sfociare in comportamenti auto ed eteroaggressivi.

Leggi ...
Vincent Van Gogh, autoritratto

Vincent Van Gogh ed il fratello Theo

Cosa vive emotivamente un artista? Come si esprime la sofferenza nell’arte? Il legame familiare può essere di supporto? Van Gogh nella sua profonda sofferenza ha avuto il sostegno ed il conforto di un caregiver speciale: il fratello Theo.

Leggi ...

Macro Aree

Articoli Correlati di Categoria

0
Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero, si prega di commentarex

Newsletter

Puoi cancellare la tua iscrizione quando vuoi

newsletter