Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

Educare al digitale. Mini guida per i genitori

Oggi è impossibile vivere senza il mondo del digitale. Ma come renderlo una risorsa nelle famiglie e ridimensionarne i rischi cui bambini e ragazzi sono esposti? Questo breve articolo cerca di fornire alcuni spunti utili e facilmente applicabili per rendere il mondo digitale una risorsa.

Introduzione

Oggi evitare il modo del digitale è impossibile. Viviamo immersi in una realtà che non consente distacco. A farne le spese sono i più piccini con gravi conseguenze per la loro salute. Il digitale assume fin dall’infanzia un ruolo dal quale non è possibile sottrarsi, ma che va regolamentato e gestito a livello politico, educativo e familiare.

In particolare, il livello familiare è il primo che il minore si trova a vivere e pertanto merita attenzione particolare. Se restare senza digitale non è possibile e neppure auspicabile, regolamentarlo a livello politico è fondamentale. E, dedicare attenzione all’educazione fino dalla prima infanzia, un dovere dei genitori.

Il Consiglio Europeo (2018) individua 9 competenze chiave; tra queste le competenze digitali sono indicate come parte integrante di ogni percorso educativo e didattico di qualità (1). Il Quadro Europeo delle Competenze Digitali (DigComp 2.2 del 2022) identifica 5 aree. In dettaglio: alfabetizzazione, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza e risoluzione dei problemi (8).

Oggi come oggi, la povertà educativa digitale è “una privazione delle opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente, talenti e aspirazioni, attraverso l’utilizzo responsabile, critico e creativo degli strumenti digitali” (Save the Children, Atlante dell’infanzia a rischio, 2023) (2).

Il quadro generale dei rischi del digitale

Vi sono evidenze scientifiche dell’interferenza dei dispositivi digitali sullo sviluppo cerebrale dei bambini nei primissimi anni di vita. Vi sarebbe una alterazione della sostanza bianca cerebrale, con minor alfabetizzazione e sviluppo cognitivo. Lo smartphone baby-sitter altera le reali esperienze di vita e di socializzazione dei bimbi. Inoltre, la distrazione dei genitori operata dallo smartphone, ridurrebbe le interazioni affettive causando danni all’attaccamento.

I ricercatori suggeriscono zero uso prima dei due anni ed un uso assai moderato nei primi cinque (3). L’istituto Superiore della Sanità (4) ribadisce il no agli schermi sotto i due anni ed un massimo di un’ora dai 3 ai 5. Man mano si cresce aumentano i rischi. Il primo smartphone viene generalmente regalato tra la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado (45% del campione).  

Quasi l’82 % dei ragazzi dagli undici ai 13 anni usa app di messaggistica. Quasi altrettanti utilizzano servizi di condivisione di contenuti (YouTube, Instagram, ecc.). I ragazzi chattano molto, condividono contenuti o usano lo strumento per la scuola. Ma connessi non vuol dire senza contatti nel reale (dati Istat per Save the Children) (5).

Certo che i pericoli sono in agguato: cattiva informazione, fake news, bullismo, ansia sociale, truffe, profilazione a uso commerciale, violenza di genere online etc. A ciò si aggiungono la diminuzione dei contatti nel mondo reale, la solitudine, la poca alfabetizzazione sociale, il rischio di considerare la rete unica fonte del proprio mondo.

Come difendersi dal digitale?

Educare al digitale in famiglia è un impegno non secondario e continuo. Il digitale pone sempre nuovi confini che è importante conoscere e combattere. È importante dedicare tempo all’esplorazione delle modalità con cui i ragazzi vivono il confronto con il digitale. È importante creare patti familiari riguardanti il digitale che siano condivisi con i ragazzi.

Una buona partenza è la riflessione di Tisseron (6). Le tre A di Tisseron, sono una proposta educativa spalmata su queste fasce d’età: 3-6-9-12 anni. Una proposta interessante perché priva di ricette quanto piuttosto foriera di spunti, indicazioni. Le tre A sono: accompagnamento, alternanza, autoregolazione.

Con il termine alternanza si intende il considerare lo schermo come una tra le opzioni. Il mondo è fatto di molteplici esperienze e quelle che transitano dallo schermo sono una tra queste, non la sola. Accompagnare i ragazzi significa andare oltre la logica della mera vicinanza ma intraprendere azioni concrete di vicinanza. Parlare, confrontarsi, conoscere insieme questo è accompagnare. Autoregolare significa insegnare a modulare il consumo di contenuti. È evidente il ruolo dell’adulto, in primis come modello vivente di approccio alla tecnologia.

Alcuni concetti utili

  • Creare accordi familiari sull’uso del digitale; creare regole chiare. Magari renderle un gioco scrivendole insieme e appendendole in vari punti della casa.
  • Mantenere il dialogo aperto sul tema del digitale. Il modo digitale è in continua evoluzione e richiede un continuo adattamento e riposizionamento.
  • Fornire modelli di comportamento genitoriale adeguati: le azioni si imprimono più delle parole. Il buon uso da parte dell’adulto si trasmetterà ai figli senza bisogno di parole.
  • Gestione del tempo: stabilire tempi ed orari; dedicare un tempo prestabilito al digitale ed un tempo dedicato ad attività che non lo contemplino. 
  • Organizzare momenti di gioco e attività familiari libere dalla tecnologia.
  • La tecnologia come passatempo condiviso: ricercare attività che possano coinvolgere genitori e figli, facendo del digitale esperienza positiva e condivisa.
  • Insegnare i rischi del web, rendendo i ragazzi attenti e aperti nel comunicare potenziali problemi.
  • Porre il pc in una zona comune della casa, idem per l’uso del tablet o del cellulare.
  • Stabilire delle regole di igiene digitale: pasti senza schermi, es. per comunicare in famiglia e zone tech-free, ovvero nelle quali non sia consentito l’uso di dispositivi tecnologici (cellulari, ecc.).  O, proporre il rituale di riporre i telefoni fuori dalla camera da letto.
  • Predisporre un controllo parentale: filtrare le app, approvare o bloccare app inidonee, impostare limiti di tempo. Tutti modi per controllare e dialogare sul digitale.

Considerazioni

In conclusione, si ritiene fondamentale inserire tra le varie educazioni rivolte al bambino (affettiva, civica etc.) anche una alfabetizzazione al mondo digitale. È sicuramente la famiglia il primo luogo in cui iniziare questo percorso. La messa in sicurezza e la possibilità di un libero e consapevole e produttivo rapporto del bambino con il digitale fin dalla prima infanzia. 

Patrizia Amici

Bibliografia e sitografia

  1. https: // Eur- lex.europea.eu/legal-content/it/TXT/PDF/?uri=CONSIL:ST_9009_2018_INIT&from
  2. Save The Children, Atlante dell’Infanzia a Rischio 2023 in: https//www. savethechildren.it/cosa-faciamo/pubblicazioni
  3. https: auxologico.it
  4. Istituto superiore di Sanità, Epicentro, “Sorveglianza 0-2 anni”, Indagine 2022- https://www.epicentro.iss.it/sorveglianza02anni
  5. Istat, dati per Save the Children, anno 2025
  6. Tisseron S. 3-6-9-12. Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali. Collana orso Blu, Sholè, 2024.
  7. Save the Children, Illuminiamo il futuro. Una ri levazione sulla Povertà educativa Digitale, 2021.
  8. EU. Better internet for kids. Guida al Digital services .Act, 2024.

Foto: Envato Elements

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