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Depressione prenatale e psicoterapia

La gravidanza è caratterizzata da cambiamenti fisici e psicologici nella donna. In molti casi si può osservare la comparsa di sintomi che possono essere associati alla depressione prenatale. Individuare i sintomi per iniziare una cura precoce è fondamentale per il futuro della madre e del bambino.

La maternità rappresenta un periodo critico in cui aumenta il rischio della comparsa di disturbi depressivi, così come la depressione prenatale. La donna subisce numerose trasformazioni dal punto di vista fisico, psicologico e relazionale. I cambiamenti determinano una profonda riorganizzazione non solo della realtà esterna, ma soprattutto del mondo psicologico della madre (Delassus, 2000). Attraverso un graduale processo di elaborazione, la futura madre inizierà a costruire uno spazio psicologico in cui comprenderà di star diventando genitore (Stern et al., 2000).

La nascita della depressione prenatale

In questo periodo di cambiamenti il rischio di avere la depressione prenatale è elevato. Essa diventa una complicazione sanitaria sia per il decorso della gravidanza, sia per la salute del bambino. Il periodo che anticipa la nascita di un figlio può nascondere diverse insidie nella gestante. Il figlio che nascerà le porta già preoccupazioni e timori, a volte poco riconosciuti e condivisi. Sono presenti variazioni sia a livello del pensiero che del comportamento. La donna inizierà a pensare per due, a sospendere o modificare abitudini di vita consolidate quali quelle alimentari, di coppia, e lavorative. È un periodo caratterizzato da una profonda riorganizzazione del mondo interno psicologico. Il rapporto con il proprio corpo subisce dei cambiamenti sia agli occhi di sé stessa che del proprio partner. Un evento dichiarato come miracolo della vita, portatore di indiscussa felicità, come può comportare emozioni spiacevoli? Che legame c’è fra le variazioni del tono dell’umore depressivo e la futura nascita?

Frequenza, cause e conseguenze della depressione prenatale

Il 10% – 20% delle neo-madri è colpita da sintomi depressivi in gravidanza (depressione prenatale) e nel post-partum (Gavin NI et al., 2005). Tuttavia, più del 75% delle donne affette da depressione prenatale non riceve un trattamento farmacologico o psicoterapeutico (JAMA 2024).

Le madri affette da depressione prenatale hanno maggiore probabilità di partorire pretermine con possibili conseguenze negative sulla salute dei figli. Si evidenzia un legame tra la presenza di sintomi depressivi, un peso corporeo più basso alla nascita e una minore circonferenza cranica del bambino (Sun YF et al., 2021).

La presenza di depressione prenatale può determinare alterazioni della qualità della vita della partoriente. È frequente, infatti, una riduzione della cura personale, una riduzione e compromissione dell’alimentazione, fattori che possono incidere negativamente sul decorso della gravidanza (Teixeira JM. et al, 1999). Anche il bambino può subire conseguenze negative sullo sviluppo sociale, cognitivo ed emotivo.

La causa della depressione prenatale non è del tutto conosciuta. Si ritiene, tuttavia, che sia causata dall’insieme di diversi fattori: biologici, psicologici, ambientali e relazionali.

Come si manifesta la depressione prenatale

Diventa indispensabile riconoscere i sintomi della depressione prenatale. I più frequenti sono tristezza, sentimenti di indegnità, ansia, attacchi di panico, paura di allontanarsi da casa, mancato attaccamento o interesse nei confronti del bambino. Sono presenti, inoltre, altri sintomi come la mancanza di energia e di speranza, un umore depresso e una costante irritabilità e preoccupazioni somatiche. Particolarmente angoscianti sono per la donna affetta da depressione prenatale i pensieri costanti di far del male a sé stessi o al nascituro (Van Niel MS et al., 2020).

Gli operatori della salute mentale utilizzano dei manuali internazionali per aiutarsi ad effettuare la diagnosi. Il più utilizzato è il DSM-5-TR (Manuale diagnostico dei disturbi mentali). In questo manuale, giunto alla quinta edizione rivisitata, la depressione prenatale e la post-partum fanno parte della diagnosi della depressione maggiore.  Viene identificata come «episodio depressivo maggiore con esordio in gravidanza o entro quattro settimane a sei mesi dal parto». La diagnosi della depressione prenatale richiede la presenza di cinque o più sintomi. Incluso l’umore depresso, la perdita di interesse e delle attività piacevoli, con la persistenza dei sintomi per almeno due settimane.

I fattori di rischio

Nella tabella sono riportati i possibili fattori di rischio di insorgenza della patologia depressiva nella futura madre:

Tabella – Fattori di rischio di depressione prenatale
Pregressa diagnosi di depressione o disturbi di ansia
Gravidanza non programmata o desiderata
Giovane età
Precedente aborto indotto o spontaneo
Bassa autoefficacia
Svantaggio socioeconomico
Appartenenza ad una minoranza etnica
Donne in gravidanza che hanno partner depressi
Essere vittima di violenza domestica
Ricevere scarso sostegno emotivo da una persona significativa

Aspetti psicologici della depressione prenatale e stile di attaccamento

Il tipo di relazione che si instaura fra il genitore ed il bambino prima della nascita, viene definito prenatal bonding, ovvero attaccamento prenatale. Quanto può influire la presenza della depressione prenatale sullo sviluppo dello stile di attaccamento? Il disturbo depressivo durante la gravidanza rappresenta una fra le più comuni per alterare una costruzione sana di un adeguato stile di attaccamento madre-bambino.

La depressione prenatale è un fattore che può favorire lo sviluppo di una sintomatologia depressiva nella madre dopo il parto (depressione post partum). Il gruppo di ricerca della Royal Holloway della University of London, coordinato dalla prof.ssa Antonia Bifulco (2004) ha effettuato uno studio sugli stili di attaccamento. In questo studio prospettico ha dimostrato che uno stile di attaccamento di tipo evitante (il contatto con il figlio) è associato alla diagnosi nella madre di depressione prenatale. Uno stile di attaccamento di tipo ansioso, invece, è più frequente tra le donne che sviluppano sintomi depressivi nel periodo successivo al parto.

Come fare in caso di depressione prenatale?

Una depressione prenatale non diagnosticata e non curata può portare le madri a non prendersi cura di loro stesse, riducendo persino l’aderenza alle cure ostetriche.  Nella pratica clinica è utile indagare la possibile presenza di depressione prenatale attraverso specifici strumenti di ricerca. La psicoterapia è il trattamento di prima scelta per le depressioni lievi e moderate.

Con il trattamento psicoterapico della depressione prenatale bisogna potenziare i fattori protettivi. Tra questi ci sono un adeguato supporto emotivo e sociale, una vita di coppia soddisfacente e una riduzione dello stress. Durante la psicoterapia della depressione prenatale è necessario incrementare una corretta informazione sulla necessità della cura, lavorando sui pregiudizi sullo stigma e sui sensi di colpa nella partoriente. Il lavoro del terapeuta dovrebbe concentrarsi sul comportamento evitante, sulla facile distraibilità, sulla ruminazione (pensieri negativi ripetitivi) e sull’impegno espressivo.

Un lavoro psicoterapeutico adeguato deve mirare al problem solving (risoluzione dei problemi), alla ricerca di supporto emotivo, alla rivalutazione cognitiva e alla accettazione della depressione prenatale. (Verhelst P et al., 2024). Quando la donna era già in terapia farmacologica da disturbo depressivo grave o quando non c’è la volontà di accedere alla psicoterapia l’assunzione di farmaci la psicoterapia diventa indispensabile.

Conclusioni

La depressione prenatale rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica. Spesso sottovalutata può causare gravi conseguenze sulla vita della gestante e sul nascituro. Conoscere i sintomi, individuarli e trattarli precocemente attraverso un adeguato percorso psicoterapeutico e/o farmacologico è fondamentale. Ciò agirà positivamente sulla qualità della vita della madre, del bambino e dell’intera famiglia.

Barbara Solomita

Bibliografia

  1. Bifulco A, Figueiredo B, Guedeney N et al. Maternal attachment style and depression associated with childbirth: preliminary results from a European and US cross-cultural study. Br J Psychiatry Suppl. 2004;46:s31-7.
  2. Delassus JM. Il senso della maternità. Roma, Borla, 2000.
  3. Gavin NI, Gaynes BN, Lohr KN, et al. Perinatal depression: a systematic review of prevalence and incidence. Obstet Gynecol 2005; 106:107-83
  4. Stern DN, Bruschweiller-Stern N, Freeland A. La nascita di una madre. Milano: Mondadori 2000
  5. Sun YF, Chang Q, Wu QJ, et al.. Association between maternal antenatal depression and neonatal Apgar score: A systematic review and meta-analysis of prospective cohort studies. J Affect Disord. 2021;278:264-275.
  6. Teixeira JM, Fisk NM, Glover V. Association between maternal anxiety in pregnancy and increased uterine artery resistance index: cohort based study. BMJ. 1999;318:153-7
  7. Van Niel MS, Payne JL. Perinatal depression: A review. Cleve Clin J Med. 2020 May;87(5):273-277.
  8. Verhelst P, Sels L, Lemmens G, Verhofstadt L. The role of emotion regulation in perinatal depression and anxiety: a systematic review. BMC Psychol. 2024;12(1):529.

Foto: Envato Elements

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