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Le basi neurologiche della felicità

Perché si è felici? La felicità è una emozione universale, sperata, desiderata e da tutti conosciuta. Esistono meccanismi biologici responsabili della regolazione e della manutenzione di specifiche aree cerebrali responsabili della felicità? Sembrerebbe di sì.

L’origine della felicità e del piacere

Tutti noi conosciamo cosa sia la felicità. La desideriamo, lottiamo per raggiungerla e mantenerla. Sebbene sia difficile da definire, la felicità è diventata un concetto centrale nella psicologia contemporanea e nelle neuroscienze. In effetti, la felicità è un termine spesso usato per riferirsi ad altri concetti, come benessere, piacere, prosperità, funzionamento ottimale, soddisfazione della vita, qualità della vita e salute. Per questo motivo la ricerca scientifica si è concentrata nello studio del piacere.  

Già Aristotele riteneva la felicità costituita da due elementi fondamentali: la edonia (il vero piacere) e la eudaimonia (“avere un buon demone”), cioè avere una vita ben vissuta. La ricerca scientifica del piacere e dell’affetto è stata, tra l’altro, prefigurata dalle idee pioneristiche di Charles Darwin (1872). Secondo la sua teoria, l’evoluzione delle emozioni e delle espressioni affettive trova origine dall’azione adattativa all’ambiente. L’ambiente a sua volta agirebbe sui substrati biologici e genetici degli individui. Il tutto sarebbe gestito da una rete di cellule nervose del cervello che è stimolata ed attivata da stimoli positivi esterni ed interni (Kringelbach & Berridge, 2010). 

Gli stimoli positivi, inoltre, attivano dei circuiti biologici, come il cosiddetto “circuito ipotalamo-ipofisi- surrene”, coinvolto nella regolazione delle emozioni. Alle fine il piacere e le emozioni positive hanno conseguenze sulla qualità della vita nella pianificazione e nella costruzione delle risorse emotive e cognitive.

La struttura cerebrale della felicità

Gli studi di neuroscienze hanno iniziato a individuare le zone del cervello responsabili della risposta al piacere e alla felicità. La ricerca ha rilevato numerose reti di cellule nervose (network) in diverse regioni cerebrali attivate da eventi e stati piacevoli. Il cervello sembra essere, tuttavia, piuttosto parsimonioso. I circuiti neuronali rispondono, infatti, con ridotto e scarso “gradimento” agli stimoli piacevoli (Besika 2023).

Gli stimoli positivi, comunque, attivano due tipi di aree cerebrali: le aree profonde e le aree corticali. Le prime riguardano aree “arcaiche”, o antiche, come il nucleus accumbens, il globus pallidus e il tronco cerebrale.  Sono coinvolti anche strutture come l’ipotalamo e la amigdala che sono vere propri hub, cioè aree di modulazione e suddivisione delle emozioni. Le seconde aree cerebrali sono le cortecce cerebrali. Le più studiate e maggiormente coinvolte nel piacere/felicità sono la corteccia orbito-frontale, del cingolo anteriore e posteriore, prefrontale mediale e insulare (Alexander et al, 2021).

Conviene essere felici

I sempre più numerosi studi di neuroimaging (Rmn, Pet) sulla attivazione di aree specifiche del cervello mostrano il coinvolgimento di zone associate alla felicità (Suardi et al, 2016). Alcune di queste strutture, così come la amigdala, il nucleus accumbens sono aree di convogliamento e smistamento degli stimoli positivi su altre aree cerebrali. Da qui partono dei neuroni (cellule nervose) che raggiungono specifiche aree cerebrali corticali. L’attivazione di queste aree cerebrali stimola a loro volta diverse zone di capacità di conoscenza (memoria, elaborazione delle informazioni, attenzione, etc.).

Il risultato di tale attivazione è duplice. Da un alto è stato dimostrano un aumento delle dimensioni di queste aree cerebrali (si osserva una crescita neuronale). Dall’altro la maggiore stimolazione dei prolungamenti delle cellule nervose (neuroni) sulla corteccia cerebrale ne aumenta l’attività. La conseguenza naturale è un miglioramento delle capacità di conoscenza, di relazione con gli altri e di socializzazione (Dehghani et al. 2023).

Conclusioni

La felicità è di difficile definizione. Esistono, tuttavia, meccanismi biologici e psicologici che sono alla base della sua individuazione.  I tentativi della ricerca scientifica di indentificare le aree cerebrali responsabili di questa emozione iniziano a comprenderne i meccanismi biologici.

È importante sottolineare che le cellule nervose collegate alla felicità comprendono molte aree cerebrali che sono coinvolte nell’esperienza della felicità eudaimonica o edonica. Come è stato evidenziato dagli studi effettuati con la Pet e la Rmn, la felicità può avere delle basi biologiche, probabilmente anche su base ereditaria. Gli stimoli e le emozioni positive permettono di attivare e sviluppare alcune aree cerebrale. Sono le aree che ci consentono una maggiore capacità di apprendimento, di attenzione di memoria. In definitiva ci permettono una vita migliore.

Francesco Franza

Bibliografia

  1. Alexander r et al.-The neuroscience of positive emotions and affect: implications for cultivating happiness and wellbeing. Neurosci biobehav rev 2021;121:220-249.
  2. Besika A. -An everlasting love: the relationship of happiness and meaning. Front psychol 2023; 14:1046503.
  3. Darwin C. (1872) -L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali. Bollati boringhieri; 5° edizione, 2012
  4. Dehghani A et al. -Probing fmri brain connectivity and activity changes during emotion regulation by eeg neurofeedback. Front hum neurosci 2023;16:988890.
  5. Kringelbach ML & Berridge KC. -The neuroscience of happiness and pleasure. Soc res 2010; 77(2):659-678.
  6. Suardi a et al. -The neural correlates of happiness: a review of pet and fmri studies using autobiographical recall methods. Cogn Affect Behav Neurosci 2016;16(3):383-92.

Foto: Envato Elements

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