Soffri di disturbi dell’umore?
I disturbi dell’umore sono problematiche frequenti, ad esempio la depressione è una malattia invalidante, è necessario non sottovalutare il problema. Sembra apparentemente un periodo transitorio di stress o di stanchezza momentanea. Il disturbo dell’umore può esprimersi attraverso molteplici sfumature. La tristezza diviene pervasiva e persistente, l’umore è disforico, svolgere la normale routine quotidiana può essere difficile e complicato. La rabbia è un altro sentimento presente in modo intenso.
Vivi forti emozioni e disturbi dell’umore?
Le emozioni nei disturbi dell’umore possono essere devastanti, tutto sembra fermarsi o all’opposto correre velocemente. Il presente appare buio ed angosciante, soprattutto quando si vive una crisi, non si riesce a intravedere uno spiraglio di luce. Molto spesso la persona diviene schiava delle proprie abitudini e modalità non autentiche, allontanandosi da sé stessa. D’altra parte la crisi può rappresentare una rinascita se la persona inizia ad intraprendere un percorso di cura. Il lavoro intrapsichico da svolgere nei disturbi dell’umore non è facile. Quando ad esempio si vive una perdita di un caro amico, normalmente la tristezza è momentanea, vi è comprensione ed accettazione della perdita. All’opposto, nella depressione si vive la negazione della perdita subita, non si accetta la morte (Nanetti, 2012). Colui che soffre di disturbi dell’umore ricerca soluzioni immediate, tuttavia occorre sostare nelle emozioni negative per comprendere ed accettare il cambiamento.
Allora fai piccoli passi
Uscire dalla depressione comporta rinunciare al senso di onnipotenza, all’illusione di voler avere tutto sotto controllo. Non si esce dai disturbi dell’umore senza affrontare i vissuti emotivi o fuggendo attraverso soluzioni magiche. La persona vorrebbe una realtà diversa da quella che vive, invece è necessario accettare l’imprevisto e il cambiamento. Per stare meglio, è necessario lasciar fluire la vita senza ingabbiarla in schemi pre-costituti, occorre accogliere i pensieri e le emozioni negative (Nanetti, 2017).
Perdonati
Goleman afferma che più l’individuo continua a rimuginare sulla propria depressione maggiormente persiste il problema. Il continuo focalizzarsi su ciò che deprime, rende la depressione ancora più intensa e prolungata (Goleman, 2000). Allora non serve essere rancorosi verso sé stessi o essere super critici o giudicanti. Nel vero perdono ogni atteggiamento giudicante viene sostituito a favore di un atteggiamento di profonda accettazione di sé. Tutto quello che accade fuori è lo specchio di ciò che si vive dentro. Colui che soffre di disturbi dell’umore ha perso sé stesso, è in balia di dubbi, paure, dipendenze. Per ogni piccola cosa che gli accade sprofonda nella disperazione più cupa. La preoccupazione è eccessiva, teme di non farcela, svolge tutto per dovere portando pesi enormi sulle proprie spalle.
Non svalutarti
Le emozioni negative portano la persona ad avere poca fiducia in sé. Il soggetto si percepisce insicuro, incapace, arrabbiato con sé stesso. L’individuo continua a svalutarsi, presenta una visione completamente negativa di sé in quanto teme di non potercela fare ad affrontare la vita. L’umore è ballerino, gli sbalzi d’umore sono all’ordine del giorno. Non accetta la propria vulnerabilità e allora ad ogni minima critica o difficoltà, sprofonda nello sconforto e nella disperazione.
La storia di Gio’ e i suoi disturbi dell’umore
Gio’ è una paziente che soffre di disturbi dell’umore: “Non mi sopporto così… di solito sono piena di energia e di voglia di fare…sono successe tante cose…, ho perso tante persone care in poco tempo a cui volevo bene…ho un vuoto enorme dentro… è come se avessi perso completamente il sorriso che ho sempre avuto. I miei familiari non accettano che io possa stare male. Mia figlia, mio marito non accolgono il mio bisogno di cure, sono intolleranti e nervosi. Io penso però che se sto male, ho il diritto di fermarmi, e di fare ciò che mi sento. Al momento mi spaventa tutto. Mi sento inutile e svogliata, mi innervosisco con poco, sento molta rabbia verso me stessa per non riuscire a svolgere le mie solite attività. Ho sempre fatto fatica a separarmi, ad accettare la perdita anche dei miei genitori avvenuta tanti anni fa. I miei familiari purtroppo sono poco comprensivi, sono abituati a trovare tutto pronto, ma io ora vorrei solo essere lasciata in pace. Ho bisogno di prendermi cura di me attraverso piccoli passi per uscire da questo tunnel. È già successo in passato, sono sicura di farcela… poi quando riparto torno quella di prima piena di energia e dinamica.”
Conclusioni
Purtroppo persistono numerosi pregiudizi e stereotipi verso i disturbi dell’umore, come abbiamo visto i familiari possono negare il problema ed ostacolare il processo di guarigione. I giudizi negativi dei familiari sono lo specchio della difficoltà ad accettare la malattia, di conseguenza ostacolano la cura. Secondo il loro punto di vista, il familiare deve guarire in fretta ed essere subito attivo. È utile svolgere una psicoeducazione anche con il sistema familiare al fine di comprendere che i disturbi dell’umore non si superano con la forza di volontà, ma attraverso cure specifiche. I pregiudizi sono difficili da abbattere tuttavia attraverso la conoscenza e l’informazione è possibile abbattere tanti muri emotivi. “L’anima che non ha uno scopo ben fisso, si perde” (Michel de Montaigne).
Donatella Costa
Bibliografia
- Goleman D. (2000) “Intelligenza emotiva” Ed. Rizzoli, Bologna
- Nanetti F. (2017) “Grammatica del cambiamento” Ed. Erikson
- Nanetti F., (2012) “Il risveglio della coscienza” Ed. Pendagron, Bologna
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