La comunità organizzata di individui
All’alba di una mattinata di metà luglio un incendio doloso ha distrutto l’installazione “La Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto, collocata a Napoli in Piazza Municipio. È stato subito chiaro che si era trattato di un incendio doloso, ma anche di un forte segnale di psicologia urbana di massa.
L’articolo tratta brevemente il delicato tema del rapporto social media e morte. Viene sottolineata la confusione etica e normativa rispetto al tema della morte e social media. Vengono forniti informazioni e riferimenti che permettano di proteggere la propria identità digitale.
Recenti tragici accadimenti hanno scosso nel profondo sia la collettività sia la comunità dei professionisti della salute mentale. Ma davvero disagio mentale fa rima con violenza?
Dove nasce lo stigma? Esistono evidenze biologiche e psicologiche che possono cercare di spiegare le origini e le cause dello stigma? La lotta allo stigma è uno dei principali obiettivi della EDA Italia Onlus e la rivista Depressione Stop è un’arma importante e ideale.
I media, la cronaca, i profili personali sui social network presentano adolescenti che fanno del culto dell’immagine la loro ossessione, aderendo ai canoni imposti.
Lavorare con persone affette da problemi fisici e psichici può avere gravi conseguenze sulla salute psicologica degli operatori sanitari. La fatica della compassione ha un ruolo importante nello sviluppo di disturbi d’ansia e depressivi. La crisi pandemica da COVID-19 ha contribuito ad aumentarne il rischio.
Il bisogno di relazione è fondamentale per la nostra esistenza, che appaghiamo comunicando. Il dialogo ci consente l’incontro vitale con l’Altro. Tuttavia, la naturale difficoltà di realizzarlo pienamente, può comportare anche una sofferenza e/o malessere più o meno importante.
La ludopatia è una malattia psichiatrica che si insinua tra le persone e si diffonde come una vera epidemia. Si inizia col giocare per diletto e si diventa nel tempo dipendenti, come per altre tossicodipendenze.
Nella moderna cultura occidentale, è venuto meno uno spazio culturale, un pensiero che affronti tematiche sulla morte, sofferenza e malattia. Questi eventi naturali sono stati negati, rimossi dalla coscienza individuale e collettiva (Aries, 1971; Elias,1982; Carotenuto, 1996, 1997).
Viviamo in un’epoca di passioni tristi, ove la fragilità dell’individuo narcisista va a braccetto con il bisogno di conferme. Ciò costituisce terreno fertile per ansie e depressione, e può facilitare il sopraggiungere di idee suicidarie.
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