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Progetto Telepathy e l’uomo bionico di Elon Musk

L’ultima sfida del vulcanico miliardario americano Elon Musk è contenuta nel suo progetto Telepathy. Un tentativo di assemblare un uomo bionico, capace di autoripararsi e di riprendere alcune funzioni perdute. Ad esempio, come quella del movimento quando è persa per lesioni midollari, gravi traumi o tumori invalidanti.

In cosa consiste il Progetto Telepathy

L’uomo bionico è l’ultima frontiera della sfida del miliardario americano Elon Musk al futuro. Dopo aver realizzato l’automobile che si guida da sola e i voli-vacanze nello spazio, il geniale imprenditore americano ha fondato una nuova società. Ne apre una per ogni obiettivo che si pone. Musk è un genio visionario del capitalismo moderno. Ha messo in piedi un network di imprese che hanno tutte lo scopo dichiarato di anticipare parti della società futura. L’ultima sua creatura, Neuralink, propone il «Progetto Telepathy».

Esso prevede l’impianto di un chip nel cervello di un paziente tetraplegico per fargli recuperare la connessione tra elaborazione di un comando di movimento e braccia e gambe. È stata proprio l’interruzione di questo collegamento la prima causa a produrre l’invalidità del paziente. Essa consiste nella mancata risposta di movimento al comando del cervello agli arti di una persona affetta da gravi problemi neurologici o con lesioni midollari.

Come funziona Telepathy

Il progetto dovrebbe funzionare grazie a un chip capace di inviare segnali del tutto simili a quelli che generano i neuroni umani. Dopo la conclusione, più che positiva, della sperimentazione animale, un primo chip è stato impiantato nel cervello di un volontario umano. Naturalmente negli USA, dove tali sperimentazioni sono possibili anche nelle fasi preliminari di un progetto di ricerca. Pare che il paziente stia rispondendo molto bene.

I primi risultati della sperimentazione su animale hanno documentato un promettente funzionamento neuronale. Il dispositivo ha ricevuto i segnali provenienti dai neuroni del cervello e si è rivelato capace di ritrasmetterli (Tischner,1999).

Le prospettive del Progetto Telepathy

Un potenziale ulteriore progresso potrebbe farci decodificare anche altri segnali cerebrali di qualità superiore … ma si corre un rischio gigantesco. Il rischio che qualcun altro intercetti i segnali inviati dal chip e possa anche inviarne di suoi, condizionando così i comportamenti della persona. Ma questa, per ora è, fortunatamente, solo una remota ipotesi fantascientifica.

I dati disponibili sono, per ora, tutti inclusi nelle osservazioni critiche fatte al Progetto Telepathy. I primissimi risultati sono stati annunciati al mondo intero dallo stesso Musk, che si è posto l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il funzionamento del cervello umano.

Il Progetto Telepathy ha ricevuto dalla FDA americana l’autorizzazione a reclutare volontari per condurre un primo trial clinico su pazienti paralizzati e la società Neuralink ha già iniziato a selezionare volontari affetti da quadriplegia.

Selezione dei volontari per la fase di sperimentazione umana

“Siamo entusiasti di annunciare che abbiamo aperto il reclutamento per il primo studio clinico sull’uomo – è scritto nel comunicato di Neuralink – rivolto a pazienti affetti da quadriplegia causata da una lesione del midollo spinale cervicale o da sclerosi laterale amiotrofica”. L’iniziale intento, dopo aver installato il chip, sarà quello di aiutare i pazienti con problemi neurologici, SLA o lesioni traumatiche, a recuperare l’uso degli arti.

Nel protocollo della sperimentazione sono stati inseriti anche i due criteri preliminari propedeutici all’inclusione nello studio:

  1. Età inferiore ai 40 anni,
  2. Avere i 4 arti paralizzati.

I pazienti reclutati saranno sottoposti a una complessa operazione di neurochirurgia, condotta utilizzando un particolare robot di precisione, per inserire nel cervello dei pazienti ben 64 elettrodi. Essi saranno tutti collegati con sottilissimi fili al chip prima inserito.

Sarà necessario, per fare tutto ciò, rimuovere una piccola porzione di calotta cranica, larga pochi centimetri, con un «laser a femtosecondi». Cioè, un modernissimo laser di estrema precisione che emette impulsi di un milionesimo di miliardesimo di secondo.

Al posto del pezzo di calotta rimossa sarà impiantato il chip, che dovrà consentire al paziente il controllare i movimenti con il solo pensiero e attraverso uno smartphone o un computer. Questa procedura, ne è certo Musk, permetterà ai pazienti trattati di telecomandare i propri arti.

Le criticità e i rischi del Progetto Telepathy

Ancora non sappiamo con certezza come un cervello così impiantato potrà reagire nel tempo. Potrebbero formarsi attorno a quei fili delle neoformazioni di tessuto in grado di degradare i segnali elettrici che cattureranno. Non solo, i dispositivi funzioneranno se riusciranno a consentire ai pazienti di comunicare il loro pensiero in maniera semplice e immediata, senza ritorni o interferenze.

Il chip, impiantato a contatto con il cranio, si dovrebbe ricaricare in modalità wireless. Ad oggi non disponiamo di dati definitivi sulla sicurezza di questi impianti. Quel che è noto è che, sulle scimmie della fase della sperimentazione animale, non si è registrato alcun problema.

Nel 2022 si è tenuta una conferenza stampa di presentazione dei dati raccolti nella fase di sperimentazione animale. Musk ha affermato che i dispositivi della sua azienda consentiranno ai non vedenti di vedere e restituiranno, a chi ha avuto il midollo spinale reciso, una piena funzionalità di movimento.

Per capire come tutto ciò potrà accadere Neuralink ha anche prodotto un video, nel quale si vedono chiaramente le due scimmie muovere i cursori di un computer solo con il loro cervello (Osty, 2021).

Qualcosa di simile è possibile anche da parte di esseri umani, da oltre 15 anni.

Conclusioni

Sul sito di Neuralink il progetto è visibile e spiegato nel dettaglio. «Questo studio – si legge nella nota di commento – prevede il posizionamento di un piccolo impianto, invisibile, a contatto con quella parte del cervello che genera i comandi». Quei segnali saranno poi trasmessi in modalità wireless a un App che decodifica il comando di movimento. L’obiettivo iniziale è garantire la capacità di controllo sul cursore o sulla tastiera di un computer usando solo il pensiero. Il dispositivo è stato progettato proprio per interpretare questa intenzionalità e decodificare l’attività neurale in modo da utilizzare il computer o lo smartphone. Lo scopo è trasmettere l’intenzione di movimento senza usare né fili, né muscoli, né altro movimento fisico.

Ma, infine, un ci chiediamo quanto costerà al paziente un simile impianto. Oggi ogni dispositivo costa all’azienda circa 10mila dollari ma, i pazienti che lo utilizzeranno dovrebbero pagare non meno di 40mila dollari. È chiaro che, un’eventuale produzione industriale e la programmazione della formazione per acquisire la competenza chirurgica, potranno in futuro rendere i costi più accessibili.

Neuralink ha previsto di ricavare dalla commercializzazione di questi impianti, nei soli primi cinque anni, non meno di cento milioni di dollari. Il completamento del primo intervento chirurgico sarà realizzato in meno di sei mesi dalla imminente apertura del reclutamento per l’avvio della sperimentazione umana. Si metterà ora alla prova non solo la capacità di Neuralink di muoversi rapidamente, ma anche l’esistenza di una forte domanda per un prodotto come questo, che prova l’interesse della medicina per le neurotecnologie (Grof, 2007).

Non sappiamo se l’azienda di Musk riuscirà in futuro a sviluppare impianti cerebrali per gestire e curare malattie come le depressioni e le altre patologie psichiatriche. Noi speriamo che sarà possibile.

Walter Di Munzio

Bibliografia

  1. Grof S.: La Mente Olotropica, Red Edizioni, Milano. 2007
  2. Osty E.: Telepatia. Telepatia spontanea e trasmissione sperimentale del pensiero, StreetLib, Carbonia. 2021.
  3. Tischner E.: Telepathy and clairvoyance, Harcourt Brace & Co, New York. 1999.
  4. Di Munzio W.: L’uomo bionico, articolo pubblicato su “La Voce delle Voci”, Napoli. 2024
  5. Di Munzio W.: Telepathy, articolo pubblicato su “Le ore di Cronache”, Salerno. 2024b.

Foto: Envato Elements

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