Crescita e dolore
I cambiamenti, che sperimentiamo già dalla nascita, fanno della vita umana, un processo di crescita meraviglioso e anche doloroso. Lo stesso avviene durante l’allattamento, lo svezzamento e la scolarizzazione per la fragilità e la poca maturità che li caratterizza. L’adolescenza è un periodo d’importanti cambiamenti psicofisici, è spesso difficoltoso per un ragazzo, prima di raggiunge l’autonomia fisica e psichica giovanile.
Lo slancio vitale spinge il giovane verso una crescita completa (Mincovski, 1968), aprendosi sempre più all’ambiente e gli altri individui. L’apertura è fatta di continui scambi, di esperienze, di lotta competitiva anche aspra, che gli permettono di acquisire una cultura, dei valori e delle regole. Il giovane diventa infine adulto, realizzando i propri talenti, che oltre a dare un senso alla sua vita, gli consentono di trovare anche il proprio posto nel mondo.
Il tempo e lo spazio dei cambiamenti
Il momento storico (tempo) e l’ambiente (spazio/luogo), in cui una persona nasce e cresce, comportano determinate esperienze e non altre (Ariano, 2005). La personalità che si viene a strutturare nel giovane, è legata al vissuto storico e relazionale. I primi mesi di vita, danno l’impronta allo sviluppo successivo di un individuo. Infatti, il bambino memorizza, attraverso il contatto corporeo con la madre, lo stato d’animo della stessa o di un altro adulto, che se ne prende cura.
Le emozioni che ha percepito dalle figure di riferimento condizionano la sua modalità di assimilare ed accomodare (integrare) le esperienze. I cambiamenti sperimentati, sono perciò condizionati e condizionanti, per lo sviluppo futuro del bambino.
I cambiamenti nelle stagioni critiche
L’infanzia, l’adolescenza e la vecchiaia, sono le stagioni della vita, in cui i cambiamenti interni ed esterni che un individuo sperimenta, hanno un forte impatto funzionale. Questo è anche il motivo della maggiore vulnerabilità agli stimoli ambientali di un’infante o di un anziano. L’adolescenza è un tempo in cui il fanciullo, è bombardato da stimoli ormonali e socio-culturali. L’integrazione psicofisica di questi è spesso impegnativa per il giovincello nella sua gestione personale e relazionale.
Nonostante lo sviluppo cognitivo, il suo modo di relazionarsi è ambivalente, e vive il contrasto tra le spinte autonomistiche e la dipendenza dalle figure di riferimento. Se queste sono state percepite ansiose, molto facilmente il giovane vive la vicinanza fisica e la sessualità con ansia. Una relazione burrascosa tra marito e moglie, per vicissitudini diverse (sociali, economiche e affettive), può comportare un clima caotico per il figlio. Qualora il conflitto è prolungato nel tempo e sfocia in un divorzio mal gestito, l’individuo può sentirsi insicuro, pervaso dal senso d’incertezza.
Eventi contingenti e storici
Le esperienze che viviamo fanno maturare in noi delle idee (postulati) circa la vita, gli altri e il mondo, per cui ognuno avrà la propria visione del mondo (Jaspers, 1950). Questa determina, il proprio modo di essere e di fare, più o meno funzionale nella vita. Se pensiamo al “sessantotto”, vediamo i grandi cambiamenti che ha generato, all’impalcatura sociale e culturale dell’umanità.
L’influenza sulle coscienze è stata notevolmente stimolante e, sono sbocciati come fiori tanti movimenti giovanili. Tuttavia, le spinte innovative, determinarono come sempre, anche reazioni ambivalenti, di irrigidimento per timore o di lassismo per l’eccessivo entusiasmo. In questi ultimi anni, (la pandemia, le guerre e la crisi economica) hanno imposto cambiamenti forzati, repentini e soprattutto dolorosi. Quando manca il tempo e lo spazio per una riflessione personale, per un dialogo onesto, leale e motivato all’incontro reale tra i soggetti in relazione, si fa fatica a trovare soluzioni soddisfacenti.
Conseguenze dei cambiamenti
Stiamo ultimamente sperimentando, come i cambiamenti di qualsiasi tipo (personali, sociali, economici e politici), ci possono causare delle sofferenze a vari livelli esistenziali. La realtà esperienziale dei giovani, è dominata in questi tempi convulsi e caotici da un senso d’inconsistenza, dove niente è stabile. Gli adulti, come gli adolescenti, stanno subendo i cruenti “insulti esterni” di questi ultimi eventi.
Il passato per molti sembra dimenticato e/o dissociato e, non adempie alla funzione di memoria utile al presente, per cui gli eventi appaiono nuovi e ci colgono impreparati. Il presente è vissuto come una cappa opprimente, che non lascia intravedere prospettive future, e non dà spazio a sogni e progetti.
I tanti e contraddittori stimoli mediatici generano sfiducia, smarrimento sociale e culturale. Aumenta la frammentazione e la discontinuità esperienziale tipicamente giovanile, che va ad invadere anche la realtà degli adulti. Si realizza così il fenomeno chiamato adultescenza, o adolescenza adulta della società liquida e delle relazioni amorose anch’esse liquide.
Conclusioni
Abbiamo focalizzato le influenze dei cambiamenti sulla crescita umana e soprattutto dei giovani. Visto anche, come un’eccessiva quanto problematica stimolazione, possa generare disagi non solo ai giovani. Affrontare i cambiamenti che noi stessi causiamo, con atteggiamenti solo partigiani (di parte) e/o presuntuosi, è la nuova patologia, che purtroppo comporta notevoli sofferenze per tutti. L’impegno dialogico intersoggettivo, cioè fare proposte, per scelte ponderate e condivise, sia nel piccolo (intersoggettivo) che nel grande ambiente (sociopolitico), è utile quanto urgente.
Francesco Cervone
Bibliografia
- Ariano G.: Dolore per la crescita. Antropopatologia della psicoterapia d’integrazione strutturale, Roma. Armando 2005
- Jaspers K.: Psicologia delle visione del mondo, Roma. Astrolabio 1950
- Minkowski E.: Il tempo vissuto. Fenomenologia e psicopatologia. Torino. Enaudi 1968
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