Il tempo moderno
Nel nostro mondo, quello produttivo, commerciale e di iperconnessione globale il tempo vissuto è letteralmente divorato dall’ansia di fare presto e bene: la cronofagia. Cerchiamo di essere sempre all’altezza delle aspettative e della necessità di essere efficaci nelle nostre azioni per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Arriviamo al punto di programmare tutto: non solo il nostro lavoro, ma anche gli svaghi e i momenti di relax, quando riusciamo a regalarceli.
Il più delle volte la pausa viene vista come una inutile perdita di tempo che sottraiamo alla produttività efficace. Se come spesso ci capita di raggiungere in serata all’estremo delle nostre energie, cerchiamo di resistere per assolvere gli ultimi impegni. Solo dopo possiamo spegnere la luce e abbassare la saracinesca della nostra giornata, andando sfiniti a letto.
Ecco però che nasce in noi il desiderio di fare qualcosa di positivo per noi stessi e donarci un premio di consolazione per aver eseguito i compiti e i nostri doveri. Vogliamo vivere, distrarci dalle sofferenze e dalle ansie della giornata trascorsa e pur senza forze ci sforziamo di fare qualcosa per noi. Vediamo la televisione, chattiamo, ascoltiamo musica, giochiamo con i video e rimaniamo incollati allo schermo del pc o del telefonino, sottraendo ore di sonno al nostro benessere psicofisico.

La cronofagia e il malessere psicofisico
La parola cronofagia deriva dal greco (chronos, tempo) e (faghein, mangiare). In pratica divoriamo il nostro tempo al pari di Chronos (Saturno) della mitologia greca che divorava i suoi figli.
Il primo a parlare di cronofagia è stato il filosofo francese Jean-Paul Galibert in: “I cronòfagi. I 7 principi dell’ipercapitalismo”, dove ha messo in luce il risvolto negativo del capitalismo. Egli descrive l’uomo come «simultaneamente una quantità di tempo disponibile per la cronofagia e una quantità di denaro disponibile per l’ipercapitalismo».
Ogni nostro minuto del quotidiano sociale è ormai legato alla produttività economica e al denaro. Perfino quando non siamo presi dalla nostra attività lavorativa, infatti, siamo impegnati su Internet, sui social network, nel comprare online, stimolato da efficienti strategie di vendita. Tutte attività all’insegna del profitto per qualcuno, anche se non direttamente a noi.
Programmiamo con anticipo anche i momenti di svago, di amicizia, le passeggiate, il gioco e il relax. Per cui quando arriva il tempo giusto siamo obbligati a divertirci, a socializzare, a riposare e a ricaricare le batterie. Se tutto questo non dovesse avvenire come desiderato ci sentiamo incapaci, intolleranti, inquieti, arrabbiati, insoddisfatti e profondamente sfiduciati nel nostro agire.
Cala la stima di noi stessi e tendiamo a colpevolizzarci. Stiamo male non solo per le inadempienze di ciò che avremmo dovuto fare, e farlo bene, ma anche per l’incapacità a rilassarsi e compiacersi del lavoro ben fatto.
La soddisfazione per il nostro obiettivo raggiunto efficacemente dura solo un attimo poi dobbiamo continuare a correre: “Chi si ferma è perduto!”. Siamo letteralmente divorati dalla mancanza di tempo, per cronofagia, e ci colpevolizziamo per ogni minimo insuccesso. Soprattutto perché per raggiungere i nostri obiettivi sociali, familiari e personali, sottraiamo tempo ai nostri affetti e alla vita privata.
Cronofagia e stress cronico
Nell’antichità il lavoro era considerato un impedimento e nell’antica Grecia era visto come un ostacolo dal coltivare le amicizie e la cura della città. Ai giorni nostri, invece, il lavoro è molto importante per la propria autonomia economica. La realizzazione personale e sociale dell’individuo ha iniziato ad essere concepita come indissolubilmente legata al lavoro (Consiglio, 2022).
Quando ci viene chiesto: “Di cosa ti occupi?”, “Che cosa fai nella vita?”, automaticamente iniziamo a parlare del nostro lavoro o delle difficoltà a trovarlo. Il lavoro ha un ruolo chiave nella nostra esistenza. Però viviamo una vita costantemente accelerata: “Il tempo scappa via e noi dobbiamo rincorrerlo!”. È una frase molto comune ai giorni nostri.
Il rischio è che per seguire e raggiungere i nostri obiettivi, presi dalla cronofagia, sottraiamo tempo alla vita privata e familiare. Inseriamo il pilota automatico, quasi non ce ne accorgiamo, e iniziamo a provare uno stress sostenuto, attivato dal cortisolo. Un ormone che stimola la produzione di altri ormoni, neurotrasmettitori (adrenalina, dopamina, noradrenalina, serotonina, ormoni tiroidei) e accelera il metabolismo basale del corpo. Quando lo stress è costante e duraturo si cronicizza, lasciandoci sempre attivati ed in allarme.
La vita frenetica che conduciamo incide negativamente sulla qualità della nostra essenza a causa del forte stress a cui siamo sottoposti e può determinare malattie organiche e psicologiche.
Cronofagia e insonnia
L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso nel mondo, e comporta una serie di problemi di salute (Chen et al., 2020). Le riflessioni di Mazzocco (2019) sono molto interessanti e incisive in merito al rapporto tra cronofagia e sonno. A seguito del sempre più diffuso uso quotidiano dei dispositivi elettronici, l’esposizione alla luce proveniente dagli schermi stimola attivamente il nostro cervello. Essa ci rende attenti, vigili, profondamente interessati e il tempo scorre via rapidamente, senza farci rendere conto delle ore trascorse davanti al monitor.
Inevitabilmente grazie alla facile accessibilità di film e serie tv, siamo facilmente catturati da trame avvincenti. Esse sono fatte apposta per incollarci davanti allo schermo e riducono sempre di più il tempo dedicato al sonno.
Quali sono gli effetti delle alterazioni del sonno sulla nostra vita?
La riduzione del sonno sembra essere associata a sette su quindici delle principali cause di morte negli Stati Uniti. Esse includono malattie cardiovascolari, malattie cerebrovascolari, diabete, ictus, cancro, infezione generalizzata, riduzione delle difese immunitarie e ipertensione. Inoltre, le persone con insonnia spesso hanno stanchezza fisica, sonnolenza, nervosismo, irritabilità e debolezza muscolare. Tendono ad avere emozioni negative, tristezza, cose che possono portare a depressione, abuso di sostanze, ridotte capacità sociali e lavorative. Inoltre, l’insonnia risulta essere spesso in comorbidità con disturbi psichiatrici come la depressione, ansia e suicidio (Chen et al, 2020).
Cronofagia, social network e iperconnessione in rete
Parallelamente alla riduzione del tempo dedicato a noi stessi e al sonno, si può notare un aumento del tempo dedicato all’uso della tecnologia e all’iperconnessione in rete.
Essere perennemente connessi e raggiungibili rende difficile riuscire a staccarsi dal lavoro. Quante volte ci è capitato di leggere o addirittura rispondere a qualche mail di lavoro durante un viaggio in autobus, in metropolitana o in auto?
La difficoltà a differenziare il lavoro dalla vita personale si è accentuata ancor di più dopo la pandemia da Covid-19 con l’introduzione dello smart working. Nonostante i suoi numerosi vantaggi, questo tipo di lavoro da casa rischia di divorare ancora più il tempo libero. È difficile per un lavoratore scrupoloso e con cronofagia staccare del tutto la spina a fine giornata. Oggi le comunicazioni sono soprattutto online e i nostri telefonini sono sempre pronti a squillare e segnalare nuovi messaggi.
La connessione in rete Internet risulta in costante aumento. Nel 2012 il tempo medio trascorso sui social era di 90 minuti, nel 2013 di 95, fino a 135 minuti nel 2017 (Picotti, 2019). I social network dovrebbero facilitare la socializzazione, fare nuove conoscenze, coltivare la sfera relazionale a distanza e tenerci aggiornati. Ma in sostanza ci offrono solo un rapporto virtuale col prossimo. Ci isolano sempre di più dalle relazioni reali e il loro abuso favorisce la dipendenza da Internet, divorando con cronofagia il nostro tempo libero.
Conclusione
Anche senza un vero e proprio disturbo da stress cronico, la frenetica vita quotidiana mette a dura prova il nostro benessere psicofisico. Cosa possiamo fare per stare meglio e non ammalarci?
Prima di tutto occorre disinserire il pilota automatico, rallentare il ritmo di vita e correggere le vecchie abitudini. Purtroppo, oggigiorno spesso viviamo il paradosso del “più fai, più vali”. Ma è proprio questo modo di pensare a privarci di quello che abbiamo di più prezioso: il tempo.
È necessario fare attenzione alle nostre emozioni e notare i segnali d’allarme e i bisogni del nostro corpo, senza maltrattarci. Quando si accende la spia rossa del carburante dell’auto, non possiamo ignorarla, altrimenti rimaniamo “a secco” in strada. Dobbiamo fermarci e ricaricare bene la batteria.
Chi corre molto, vittima della cronofagia, poi sarà costretto a fermarsi per molto tempo. Proviamo a fermarci per cinque minuti, fare un piccolo bilancio della nostra quotidianità e fare le opportune modifiche: vivremo sicuramente meglio!
Maurilio Tavormina
Bibliografia
- Chen, T. L., Chang, S. C., Hsieh, H. F., Huang, C. Y., Chuang, J. H., & Wang, H. H. (2020). Effects of mindfulness-based stress reduction on sleep quality and mental health for insomnia patients: A meta-analysis. Journal of psychosomatic research, 135, 110144.
- Consiglio, F. (2022). Non lavorare stanca. Il cambiamento del concetto di lavoro dall’antichità a oggi. State of Mind.
- Galibert, J.-P. (2015). I cronòfagi. I 7 principi dell’ipercapitalismo. Stampa Alternativa.
- Mazzocco, D. (2019). Cronofagia. Come il capitalismo depreda il nostro tempo. D Editore.
- Picotti, L. (2019). “Cronofagia” di Davide Mazzocco. Pandora Rivista.
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