Introduzione
Borgna è stato un pioniere della psichiatria fenomenologica, un approccio che si concentra sull’esperienza soggettiva del paziente. Questo metodo ha contribuito a umanizzare la psichiatria, ponendo l’accento sull’ascolto empatico e sulla comprensione delle esperienze interiori del paziente. Ha sostenuto il movimento che ha portato alla Legge Basaglia del 1978, chiudendo i manicomi in Italia.
Breve biografia
Eugenio Borgna (22 luglio 1930 – 4 dicembre 2024) è stato un influente psichiatra e saggista italiano (Wikipedia). Nato a Borgomanero, si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Torino nel 1954 specializzandosi in clinica delle malattie nervose e mentali all’Università Statale di Milano nel 1957. Noto per aver rivoluzionato la psichiatria in Italia, adottando un approccio basato sul dialogo e l’ascolto empatico dei pazienti, rifiutando qualsiasi idea coercitiva in psichiatria. Fu un sostenitore della psichiatria fenomenologica e della psicologia esistenziale, ponendo al centro della sua attenzione il paziente piuttosto che la malattia. Durante la sua carriera ha pubblicato numerosi libri.
Borgna e la psichiatria moderna
La sua visione di una psichiatria senza coercizione ha influenzato profondamente questa riforma, promuovendo un’assistenza psichiatrica basata sul rispetto e la dignità del paziente. Da sempre ha integrato la psichiatria con altre discipline come la filosofia, la letteratura e l’arte. Questo approccio interdisciplinare ha arricchito la comprensione delle malattie mentali e ha offerto nuovi strumenti per il trattamento e la cura.
Uno degli ultimi contributi di Borgna è stato il concetto di mitezza (2004) come virtù terapeutica concetto che tratta nei libri: “La Mitezza” e “La fragilità che è in noi”. “La fragilità è visibile solo agli occhi bagnati di lacrime”, egli scrive. Questa è una bellissima immagine dello scrittore Hermann Broch, espressione del resto usata anche da Simon Weil.
Sensibilità e fragilità
Mitezza e fragilità erano proprie del carattere di Eugenio Borgna ed alla base del suo agire professionale. La gentilezza, la pazienza nell’ascolto attento dei pazienti, ha promosso un approccio più umano e compassionevole alla psichiatria. Borgna elogia la fragilità nel libro “La fragilità che è in noi”. Le persone fragili sono quelle che sono infinitamente più sensibili nel cogliere lo strapotere delle certezze.
In una intervista rilasciata al Messaggero di Sant’Antonio nel novembre 2014 (pag. 74-76) dice: «Le persone fragili sono quelle che sono infinitamente più sensibili accogliere lo strapotere delle certezze. E quindi la fragilità è anche indice della coscienza del limite del confine. Se ho consapevolezza di che cos’è la fragilità, cercherò di essere cosciente delle cose che possono mettere in pericolo la mia condizione e soprattutto del rischio mortale che hanno le sicurezze. Le certezze in psichiatria, come nella vita, sono pericolosissime. Paradossalmente essere fragili non significa essere debole, ma avere un’acuta coscienza della relativizzazione delle certezze apparenti. Essere fragile significa avere rispetto per gli altri se mi ritengo portatore di verità mai valuterò le mie fragilità e soprattutto quelle degli altri. Valutare le fragilità nei pazienti psichiatrici significa non fare nulla che possa ferire questa fragilità».
Il concetto di depressione secondo Borgna
Eugenio Borgna ha affrontato la depressione con una profondità e una sensibilità uniche nei suoi scritti (2011) Ha descritto la depressione non solo come una malattia, ma come un’esperienza esistenziale che coinvolge l’intera persona. Egli ha evidenziato come ciascuna di queste forme abbia radici fenomenologiche e antropologiche comuni, ma manifestazioni e implicazioni diverse. Ha enfatizzato l’importanza del linguaggio nella cura della depressione. Ha sostenuto che il linguaggio della psichiatria e della psicoterapia deve essere caldo, poetico e capace di aprire al significato e alla speranza, piuttosto che freddo e classificatorio.
Spesso ha parlato della fragilità umana e della mitezza come virtù terapeutiche, oltre che come modello da usare nella relazione terapeutica. Borgna sottolineato come la comprensione e l’accettazione della propria fragilità possano essere un passo importante nel percorso di guarigione dalla depressione.
“Speranza”. Immagine di Luigi Starace, 2021.
L’arte come strumento di cura
Eugenio Borgna ha esplorato profondamente la relazione tra arte e depressione nei suoi scritti, sottolineando come l’arte possa essere un potente strumento di comprensione e cura. Ecco alcuni punti chiave del suo pensiero. Ha visto l’arte come un mezzo per esprimere le emozioni e le esperienze interiori che spesso accompagnano la depressione. Ha sostenuto che l’arte può dare voce a sentimenti che altrimenti sarebbero difficili da comunicare.
Un ruolo speciale è stato attribuito alla poesia (Tralk, 1979) considerandola uno strumento di conoscenza e riflessione interiore. Ha spesso citato poeti come Emily Dickinson, Rainer Maria Rilke e Antonia Pozzi nei suoi scritti, evidenziando come la poesia possa aiutare a esplorare e comprendere la sofferenza psichica. Borgna ha sottolineato come l’arte possa aprire alla speranza e al significato, offrendo una via di uscita dal vortice del non senso che spesso caratterizza la depressione. Ha parlato dell’importanza di un linguaggio caldo e poetico, capace di curare e di aprire nuove prospettive.
Critica alla psichiatria tradizionale: Borgna e la psicoterapia
Borgna credeva fermamente nell’importanza dell’ascolto empatico. Sosteneva che il terapeuta doveva ascoltare il paziente con attenzione e sensibilità, cercando di comprendere le sue emozioni e il suo vissuto interiore. Questo approccio permetteva di andare oltre la superficie e di comprendere le radici profonde della sofferenza.
Criticava la tendenza della psichiatria tradizionale a ridurre le malattie mentali a mere disfunzioni biologiche. Egli sosteneva che la terapia psicologica doveva considerare la persona nella sua totalità, includendo le dimensioni esistenziali e spirituali. Borgna attribuiva grande importanza alla narrazione nella terapia. Credeva che raccontare la propria storia potesse aiutare i pazienti a dare un senso alle loro esperienze e a trovare un percorso di guarigione (L’Agonia della Psichiatria- Cap1- “Le Intermittenze del cuore”).
Elogio del silenzio per Borgna
Alla fine, Borgna cosa ci insegna? Partendo dal pericolo di usare troppe parole, dove la ridondanza può rendere la comunicazione meno efficace, elogia il silenzio (Borgna, 2024). Il silenzio può avere un effetto curativo. Di solito la mancanza di dialogo ci spaventa e ci spinge a cercare di colmare il divario che sembra esistere tra noi e i nostri interlocutori. Niente di più sbagliato, perché la comunicazione può avvenire anche nel silenzio.
Dovremmo invece concentrare i nostri sforzi sulla comprensione dei significati nascosti dietro gli sguardi timidi, le pause, le parole non dette. Proprio come la scelta sbagliata delle parole può farti sembrare molto distante, un silenzio prolungato può farti sembrare molto vicino al paziente che stai curando. In questo swing è fondamentale il tema dei confini.
I professionisti devono essere in grado di mantenere una distanza adeguata dai loro pazienti e di costruire un legame che non sia invasivo ma che al tempo stesso fornisca una base sicura per costruire una relazione terapeutica. Ci vogliono tempo, pazienza, ascolto e umiltà. Vale a dire parole che non fanno male, ma aiutano chi soffre e si trova nella disperazione. Non li troveremo mai se non empatizzeremo con i loro sentimenti e non li ricreeremo dentro di noi nel miglior modo possibile (2019).
Riflessioni
Borgna non era solo uno psichiatra, ma un vero e proprio artista dell’anima. Con la sua prosa elegante e poetica, ha saputo dare voce al dolore silenzioso di chi soffre di disturbi mentali, aprendo squarci di luce sulla complessità dell’esperienza umana. Ci ha insegnato che la fragilità non è una debolezza, ma una condizione umana universale, un terreno fertile per la crescita e la compassione.
Ci ha mostrato come l’arte possa essere un ponte verso la guarigione, un modo per dare forma al caos delle emozioni. Oggi, in un mondo che sembra aver smarrito la bussola dell’umanità, il suo messaggio è più attuale che mai. Abbiamo bisogno di medici che siano anche poeti, di sguardi capaci di vedere oltre la malattia, di cuori disposti ad accogliere la fragilità dell’altro.
Antonio La Daga
Bibliografia
- Eugenio Borgna- Biografia- Wikipedia
- Borgna (2024) “La Mitezza” Ed. Einaudi
- Messaggero di Sant’Antonio (novembre 2014) – Intervista di Laura Pisanello a Eugenio Borgna -Elogio della fragilità- pag.74-76-
- Borgna (2011) “Elogio alla depressione. ED. Einaudi
- Borgna (2024) “In ascolto del Silenzio” Ed Einaudi
- Borgna (2019) “Le intermittenze del cuore” Ed. Feltrinelli
- Borgna (2014) “La fragilità che è in noi” Ed. Einaudi
- Tralk G. “Poesie” Ed. Torino, 1979
Foto: Envato Elements