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Neuroinfiammazione e prevenzione della depressione e del suicidio

Siamo alla ricerca di marcatori biologici capaci di effettuare una diagnosi precoce di depressione. Sarebbe utile anche trovare dei fattori che consentano di prevenire il suicidio. Prevedere e prevenire è possibile? Siamo ancora lontani ma i processi della neuroinfiammazione potrebbero darci una mano.

Numerosi ricercatori lavorano incessantemente per trovare la chiave per aprire la porta della prevenzione e della previsione della depressione e del suicidio. La neuroinfiammazione è diventato un cavallo di battaglia dell’attuale ricerca in questo campo.  Recentemente il gruppo di ricerca della Columbia University Irving Medical Center di New York condotto da Sarah Herzog ha riportato interessanti risultati (Herzog et al., 2024). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Psychiatry il 06 novembre 2024.

Neuroinfiammazione come fattore di prevenzione

Oramai è confermato che la neuroinfiammazione ha un ruolo determinante nella nascita della depressione. Il sistema infiammatorio del sistema nervoso centrale e periferico è un potente marcatore anche per la valutazione del rischio di suicidio. Il sistema infiammatorio attraverso numerose cellule e diversi anticorpi difende l’organismo dall’attacco di agenti esterni dannosi. Questo meccanismo di difesa viene attivato anche in altre situazioni legate allo stress., Nel cervello di persone decedute per suicidio è stata osservata la presenza di un’alterazione delle cellule coinvolte nel processo infiammatorio. Queste cellule chiamate microglia aumentano di numero e di grandezza durante l’attività infiammatoria.

Le citochine nella neuroinfiammazione

Durante l’attività della neuroinfiammazione queste cellule del cervello producono numerose molecole che sono chiamate citochine, soprattutto le cosiddette interleuchine. Queste molecole sono delle proteine che sono state trovate essere molto numerose in una zona del cervello, la corteccia orbitofrontale, in persone che si sono suicidate.

Non sono le uniche molecole coinvolte nel processo della neuroinfiammazione, ma queste sono state trovate in grande numero nel cervello di individui con depressione. Queste molecole sono state trovate in concentrazione molto elevate anche nel cervello di individui che si sono suicidati (Wohleb, 2016).

Lo stress attiva la neuroinfiammazione

Le persone sottoposte a un forte stress fisico o emotivo possono manifestare una forte attivazione del processo della neuroinfiammazione. Essa incrementa il rischio di suicidio aumentando le reazioni negative allo stress, così come l’ideazione suicidaria e l’umore negativo. «La neuroinfiammazione attiva una serie di reazioni a cascata come risposta fisiologica ai processi che danneggiano le cellule, così come un trauma o una infezione. Nel cervello le cellule della microglia sono gli attori principali di questa risposta» della neuroinfiammazione (Herzog et al., 2024).

I segnali di comunicazione della neuroinfiammazione

Le cellule della microglia hanno un ruolo fondamentale nella difesa delle cellule del cervello. Si muovono in continuazione all’interno del cervello per cercare, per analizzare ed eventualmente per distruggere corpi estranei presenti nel cervello. Esse hanno un ruolo importante di spazzino delle cellule nervose danneggiate (Woodburn et al., 2021). Le microglia svolgono, inoltre, un ruolo nei cambiamenti dei collegamenti delle cellule nervose associati allo stress cronico.

Lo stress gioca un ruolo fondamentale nell’attivazione di queste cellule nel cervello. In seguito alla loro attivazione nel processo della neuroinfiammazione le cellule microgliali iniziano a sparare le citochine. Queste piccole molecole sono veri e propri segnali di comunicazione che fanno da collegamento tra le diverse cellule coinvolte nella neuroinfiammazione. Lanciano l’allarme e facilitano la comunicazione e l’attivazione delle cellule della microglia, invitandole alla rapida azione di difesa.

I marker della prevenzione nella neuroinfiammazione

Il gruppo di ricerca della professoressa Herzog ha cercato di andare oltre. I ricercatori si sono posti la domanda se fosse possibile individuare delle molecole specifiche coinvolte nel processo di attivazione della microglia e nella produzione delle citochine.

Semmai si riuscisse a trovare queste molecole coinvolte nella neuroinfiammazione si potrebbe avere la possibilità di prevedere la depressione e il suicidio? Il compito è arduo e ricco di insidie. Non scoraggiati dalle numerose difficoltà tecniche ed etiche, il gruppo di ricerca si è buttato a capofitto allo studio di queste molecole.  L’attenzione è caduta su una molecola, una proteina chiamata proteina translocatrice 18k DA (o semplicemente TSPO).

La TSPO nella neuroinfiammazione della depressione e del suicido

Le cellule dell’organismo, così come le cellule del cervello, sono ricoperte da una membrana costituita per la maggior parte da cellule lipidiche, i cosiddetti fosfolipidi. Per collegare l’esterno all’interno della cellula nelle membrane cellulari sono presenti delle proteine che hanno ruoli diversi. All’interno delle cellule esistono piccoli organelli, i mitocondri, che sono fondamentali per la respirazione e per l’energia delle cellule. Anche essi sono ricoperti da una membrana.

La TSPO è proprio una proteina situata nella membrana dei mitocondri delle cellule della microglia che si attiva durante il processo della neuroinfiammazione.  L’aumento di queste molecole si osserva soprattutto nella corteccia cortico-frontale del cervello nelle persone con depressione e in quelle che muoiono per suicidio (De Picker et al., 2023).

Il ruolo della TSPO

Attraverso l’utilizzo di immagini del cervello ottenute con la PET, Herzog e i suoi collaboratori hanno trovato risultati importanti per la prevenzione del suicidio e della depressione. Hanno, infatti, trovato elevati livelli di questa proteina nelle persone che avevano pensieri suicidari e un umore negativo. Ma ancora più interessante è che l’associazione con l’ideazione suicidaria in risposta a eventi stressanti era indipendente dai sintomi dell’umore. Quindi è possibile che sia una molecola che possa far prevedere il comportamento suicidario? Ovviamente non è possibile ancora rispondere a questa domanda. Prevedere un comportamento suicidario è ancora impossibile.

Conclusione

I ricercatori sono alla ricerca spasmodica di indicatori biologici che possano far prevedere il suicidio. La neuroinfiammazione con i suoi molteplici meccanismi, cellule e molecole è attualmente un punto di riferimento in questo settore. La proteina TSPO può essere considerata una prima prova di una associazione con la ideazione suicidaria.

La strada è ancora lunga, ricca di insidie e di luoghi misteriosi. Ma si è iniziato a percorrerla. In un futuro più o meno lontano saremo pronti a individuare precocemente le persone che vorrebbero mettere fine alla propria esistenza? È la speranza per sconfiggere una tragedia che attanaglia gli individui, le famiglie, gli amici, la società e i professionisti della salute mentale.

Francesco Franza

Bibliografia

  1. De Picker LJ, Morrens M, Branchi I, et el.  TSPO PET brain inflammation imaging: A transdiagnostic systematic review and meta-analysis of 156 case-control studies. Brain Behav Immun. 2023;113:415-431.
  2. Herzog S, Bartlett EA, Zanderigo F, Galfalvy HC, Burke A, Mintz A et al. Neuroinflammation, Stress-Related Suicidal Ideation, and Negative Mood in Depression. JAMA Psychiatry. 2024; 6:e243543..
  3. Wohleb ES. Neuron-Microglia Interactions in Mental Health Disorders: “For Better, and For Worse”. Front Immunol. 2016;7:544.
  4. Woodburn SC, Bollinger JL, Wohleb ES. The semantics of microglia activation: neuroinflammation, homeostasis, and stress. J Neuroinflammation. 2021;18(1):258.

Foto: Envato Elements

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