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Suicidio in divisa

Il numero di suicidio tra le Forze dell’Ordine ed i Militari evidenzia una criticità che deve essere attenzionata con la collaborazione tra le Istituzioni e i Centri di Salute Mentale. E’ necessario un incremento del personale sanitario nelle Strutture Psichiatriche Pubbliche, maggiore informazioni sulla depressione e sull’opportunità di assistenza specialistica.

La Federazione Italiana dei Combattenti Alleati ha organizzato un Convegno il 20 Maggio 2023 ore 18.00 al Teatro del Casinò di Sanremo “Lineamenti Giuridici e psicologici in ambito militare” chiedendomi intervento sul tema del fenomeno del suicidio tra le Forze dell’Ordine “. Ritenendo l’argomento meritevole di attenzione e divulgazione da queste colonne, affronto la delicata problematica anche in quanto Ufficiale Medico riservista con il grado di Primo Capitano.

Il nostro cervello, opera mirabile e sulla quale complessità l’uomo tenta di addentrarsi confrontandosi con le stesse difficoltà di comprensione dei meccanismi dell’universo, non dobbiamo dimenticare che è un organo.

È la sede della nostra psiche, dove risiedono intelligenza, processi cognitivi, memoria ed i sentimenti che ci legano alle persone ed alle cose che amiamo, ma è sempre un organo. Pertanto il cervello, così come il fegato, i reni ed i polmoni, possono subire processi patologici biochimici, degenerativi e tossico infettivi. Ma essendo la sede dei processi affettivi ed emotivi può venire insultato anche da eventi stressanti che si traducono in sintomi ansiosi e depressivi.

Più in dettaglio qui ci sofferma sulla patologia depressiva e la sua principale e temibile complicazione che è il suicidio all’interno delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito.

Il suicidio in Italia

Il suicidio nei pazienti affetti da patologie psichiatriche è senz’altro la complicazione più temuta. Ma come segnalato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la malattia psichiatrica non è l’unico fattore di rischio (Alert O.M.S. per Salute Mentale 10 ottobre 2005).

Per questo persone, anche in ambito civile, che apparentemente non hanno mai accusato disturbi dello spettro depressivo si suicidano improvvisamente. Le cause possono essere legate a fattori destabilizzanti come gli aspetti sociali, emotivi, economici e relazionali della persona. Per ciò che vedremo anche i militari non sono esenti da questo pericolo e purtroppo eventi suddetti sono accaduti tra le loro fila.

Nell’anno 2022 ci sono stati 72 suicidi tra le Forze dell’Ordine. Nel dettaglio 16 Carabinieri, 8 nella Guardia di finanza, 3 nell’Esercito, 24 nella Polizia di Stato, 4 nella Polizia penitenziaria, 8 nella Polizia locale, 5 Guardie giurate, 2 Vigili del fuoco, 2 dell’Aeronautica Militare e Marina. Nel 2021 sono stati catalogati 57 suicidi. In Italia complessivamente nel 2022 sono accaduti 351 suicidi (dati ISTAT). Il dato è inquietante, ma quali possono essere le cause del suicidio tra persone che rischiano quotidianamente la vita per servire il nostro paese?

Cerchiamo di capire quali possano essere le cause del suicidio.

Lo stress

Sicuramente gli stress ai quali le Forze dell’Ordine e dell’Esercito sono esposte quotidianamente. Infatti non è semplice psicologicamente uscire di casa ogni mattina e salutare la famiglia immaginando che si potrebbe essere vittime di un conflitto armato o di una manifestazione di piazza, nel corso della giornata.

Sarebbe opportuno che le Istituzioni promuovessero campagne divulgative per le Forze Armate mirate a portare a conoscenza dei sintomi depressivi soprattutto al loro inizio.  È utile anche sapere che il richiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza. Non è semplice quest’ultimo passo in quanto si tratta di servitori dello Stato che di fronte anche al più grave pericolo, per difendere i cittadini sanno che non si potranno mai permette di aver paura, con ciò che ne consegue a livello psicofisico. (Spinetti G, Ranise A, 2015).

Altra situazione stressante è essere i primi ad accorrere in situazioni di omicidi, femminicidi, stragi e/o suicidi famigliari gravi, dove la scabrosità spesso orrorifica della scena del crimine influisce sull’equilibrio psicofisico. In particolare in una società dove sempre di più da straordinari diventano sempre più ordinari i fatti criminosi.

Non ultimi i fattori ambientali comuni a tutti i cittadini, le difficoltà economiche, i problemi relazionali e famigliari.

La depressione è una patologia che viaggia silenziosa, si insinua ed aggredisce senza che si abbia la consapevolezza di doverne parlare. Parlarne anche semplicemente con il proprio medico di famiglia, mentre eventi sempre più stressanti si succedono uno sull’altro. Ovviamente tra le Forze dell’Ordine ed i Militari, per le situazioni suddette gli stimoli depressogeni sono quotidiani ed insistenti.

“La depressione” -disegno di Gianluca Lisa, 2015. Per sua gentile concessione.

Carenza di personale sanitario, depressione e suicidio

Altra problematica è rappresentata dalle carenze di personale sanitario, per i tagli alla sanità, delle Strutture Psichiatriche Pubbliche (Lisa, 2015). Esse potrebbero dare assistenza e supporto integrato alle Forze dell’Ordine ed ai Militari, con il dovuto tatto. Infatti per la naturale discrezione di chi porta una divisa ed è consapevole delle responsabilità di fronte ai cittadini che ne derivano, spesso quando si accorge di avere sintomi ansioso/depressivi cerca di “farcela da solo”, come se fosse uno dei doveri che l’uniforme impone.

Il pericolo sta nel fatto che al di là delle intenzioni, la patologia depressiva necessita di un adeguato trattamento specialistico e le “automedicazioni” sono pericolose.

Il numero di suicidio tra le Forze dell’Ordine e dell’Esercito deve indurre un monitoraggio del fenomeno ed una presa di consapevolezza che un dato così eclatante merita la massima attenzione. Attenzione necessaria delle Istituzioni, del Ministero della Sanità e della Difesa, tenendo conto dell’alto servizio che le Forze dell’Ordine rendono quotidianamente con abnegazione ai cittadini.

Sarebbe opportuno che le Istituzioni promuovessero campagne divulgative per le Forze Armate, mirate non solo a portare a conoscenza dei sintomi depressivi, ma anche che il richiedere aiuto ad uno psichiatra non è un segno di debolezza (Spinetti Lisa, 1999). È invece un atto di forza. Non è semplice quest’ultimo passo, perché si tratta di servitori dello Stato che di fronte anche al più grave pericolo, per difendere i cittadini non si permetteranno mai di aver paura.

Conclusioni

Il numero di suicidio tra le Forze dell’Ordine ed i Militari evidenzia una criticità non indifferente. Essa deve essere valutata con la dovuta attenzione ed il massimo della collaborazione tra le Istituzioni ed i Centri di Salute Mentale. È necessario un attento sguardo sul numero di suicidio in divisa per supportare ed aiutare chi tutti i giorni mette la propria vita al servizio del paese. Si renderebbe così onore alle Forze dell’Ordine ed un’opera di prevenzione dei costi in vite umane.

Gianluca Lisa

Bibliografia

  1. Lisa G et al. “Principali indirizzi in Psichiatria” -Manuale di Psichiatria per operatori sociosanitari-Grafiche Amadeo, Imperia 1999,18.
  2. Musacchio V.  “Norma penale e democrazia. Trasformazioni dello Stato e genesi normativa penale”. LED Ed. Universitarie, 2004.
  3. Spinetti G, Lisa G. “Nuove Prospettive del trattamento della depressione” – Co- autore – Ed. Istituto Internazionale di Psichiatria e Psicoterapia It. 1999
  4. Spinetti G, Ranise A. “La Psicocardiologia”, grafiche Amadeo 2015

Foto: Envato Elements

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