Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

Giovani e maestri di vita

Il primo numero di Depressione Stop del 2025 continua il discorso iniziato con il numero precedente del 2024. Mai come in questo periodo storico è importante focalizzare l’attenzione sui giovani e il loro disagio da parte degli operatori della salute mentale. Cercare di intercettare i primi sintomi e porvi rimedio condiziona definitivamente la vita futura dei giovani.

Il disagio e il vuoto nei giovani?

Durante l’abituale riunione redazionale della rivista Depressione Stop è stato stabilito all’unanimità di continuare ad affrontare il disagio giovanile. I mass media sono continuamente fonte tempestiva e inesauribile di informazioni riguardanti la vita dei giovani. I giovani sono descritti come inquieti.  Pagine di stampa e di social sono invase dal concetto di fluidità, di senso di vuoto e di grave disagio giovanile nella vita attuale.  È, tuttavia, sempre un disagio e/o una inquietudine naturale? Essi saranno, invece, pur sempre necessari?

L’adolescenza e la gioventù sono periodi della vita carichi di profondi cambiamenti fisici e psicologici. I giovani si preparano ad affrontare la vita e le sfide future. È un periodo di trasformazione e di turbamenti, non potrebbe che essere altrimenti.

Universo di giovani

Quando si cerca di affrontare il tema della vita dei giovani ci si trova di fronte ad un universo fatto di stelle diverse per dimensione, colore e lontananza. Ci si confronta con un flusso di energia vitale, un universo vitale. Ogni giovane ha la sua vita, la sua storia, seppur ancora breve, e con aspettative e speranze. Ogni adolescente è alla ricerca del proprio percorso di vita, per trasformare e migliorare ciò che è stato lasciato loro. Esamina con uno sguardo oltre la vita che lo circonda.

Madri e padri sono maestri di vita?

È compito delle madri e dei padri non spegnere questa energia di vita, ricca di speranza e di aspettativa. Non è, tuttavia, facile. Sopraffatti dai riti quotidiani e dalle proprie aspettative di vita gli adulti, spesso, non riescono a vedere i propri ragazzi. O forse non hanno gli strumenti per vederli. Spaventati dall’inevitabile divario, a volte gli adulti cercano di sostituirsi a loro per dare un senso alla propria vita. Fanno di tutto per “mantenersi giovani”.  Pensano come i giovani, si vestono come i giovani, mostrandosi come modelli da seguire.

Sono gli “adulti giovani” che imperversano nella nostra vita e nei nostri social. La figura del modello genitoriale rischia di essere distrutta lasciando spazio alla sostituzione della “vera gioventù”. I giovani sanno, i giovani conoscono, i giovani insegnano. È stato sempre così. Lo scontro generazionale è la normale evoluzione della crescita della umanità. I giovani fanno semplicemente i giovani.

C’è un cambiamento di un’epoca?

Ciò che probabilmente è vacillato è l’oggetto verso il quale gli adolescenti si rivolgono nella lotta contro la trasformazione. Possono scontrarsi i giovani veri verso gli adulti giovani? Ansiosi ma pronti a combattere spesso contro con un vuoto sono avvolti da un silenzio assordante. Tale vuoto, pertanto, non è quello degli adolescenti ma è quello della assenza del ruolo dei maestri adulti. Il giovane vive una tendenza della società che Massimo Recalcati (2017) ha descritto come un «processo di evaporazione» delle figure maestre di vita.

Spinti verso il futuro della propria vita, i giovani rischiano di non trovare più dei punti di riferimento, ma spesso scoprono il vuoto. Questo vuoto può creare angoscia e portare al disagio mentale.

La ricchezza della vita dei giovani

Ultimamente c’è la tendenza, forse la moda, a parlare del cosiddetto vuoto degli adolescenti. Ma il vuoto è l’antitesi della gioventù. La gioventù è ricca, è travolgente, è piena di energia. Probabilmente il vuoto che trovano è il mondo e la vita che li circonda. Sono divertenti gli “adulti o i vecchi giovani” ma solo se mantengono il ruolo di maestri di vita. «Viviamo ormai in una società senza più madri né padri» (Paglia, 2025), perché hanno paura del vuoto. Noi come comunità educante dobbiamo sostenere gli adulti e farli crescere.

Allora c’è un cambiamento di un’epoca?

Probabilmente si, se la paragoniamo alla vita che abbiamo conosciuto. Sarebbe meglio, tuttavia, riformulare la domanda. Stiamo assistendo a un cambiamento naturale della evoluzione dell’umanità? La risposta è certa. È sì.  È il naturale cambiamento che è stato da sempre il motore dell’umanità.

I giovani ne sono, come sempre, il motore.  Ma gli adulti, non gli adulti giovani, hanno il compito di modulare, raccogliere, sostenere e nutrire questo motore. Devono essere presenti, valutare e intervenire se necessario. Facendo rinascere il ruolo della comunità educante possono fungere da guida (Aldi, 2019). Devono anche intervenire quando il motore dà segnali di disagio per evitare la rottura.

Riflessioni

L’intervento guida può essere fatto solo con l’acquisizione di competenze e il consolidamento di una cultura del sapere. I maestri di vita non possono improvvisare. Possono sbagliare, ovviamente. Riconoscendo i limiti delle proprie competenze. I maestri di vita hanno la capacità di osservare e di osservarsi, di riconoscere gli errori dei giovani, ma anche i propri errori e correggerli (Carofiglio, 2024).

Francesco Franza

Bibliografia

  1. Aldi G. Riscoprire l’autorità. Come educare alla libertà. ‎ Enea Edizioni; 2° ed, 2019
  2. Carofiglio G. Elogio dell’ignoranza e dell’errore. Giulio Einaudi editore, 2024
  3. Paglia V. Il primo giorno di un mondo nuovo. Raffaello Cortina editore, 2025
  4. Recalcati M. Cosa resta del padre? La paternità nell’epoca ipermoderna. Raffaello Cortina editore; 2° edizione, 2017

Foto: Envato Elements

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