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Mass-media, ansia, depressione e durante il Covid-19

Il ruolo dei mass-media nel corso della pandemia tra supporto, stress e infodemia

Nel marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definì il nuovo Coronavirus 2019 come “pandemico”. Fin da subito la letteratura internazionale ha evidenziato le conseguenze psicologiche derivate dalla situazione di emergenza (Xiong et al 2020). Esse sono l’ansia, la frustrazione, la paura di ammalarsi (Brooks et al 2020), difficoltà di sonno, tensione, nervosismo, pensieri ripetitivi, negativi e depressione (Horesh & Brown 2020) fino al Disturbo Post Traumatico da Stress (Brooks et al 2020). I mass-media con le loro informazioni hanno costantemente aggiornato le persone, amplificando paure e preoccupazione.

Fonti di stress


Un recente articolo di Biondi e Iannitelli (Biondi & Iannitelli 2020) evidenzia tre fonti di stress derivate dalla pandemia.
La prima è legata alla situazione sanitaria ed alla minaccia conseguente: la paura di ammalarsi, infettandosi con questo nemico invisibile, con conseguenze gravissime fino alla morte, la preoccupazione di infettare altre persone e, in generale il senso di allarme costante e quotidiano.


La seconda causa di stress riguarda i cambiamenti imposti dai provvedimenti governativi per combattere la diffusione del virus: il distanziamento sociale, l’uso della mascherina e il lockdown, che significa isolamento. Questi provvedimenti, benché necessari dal punto di vista sanitario, hanno influito violentemente sulla vita delle persone, tra incertezze economiche, isolamento sociale, cambiamenti importanti nello stile di vita.


La terza causa di stress fa riferimento alla “infodemia”, una parola nuova scelta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità durante il Covid-19 (OMS, 19 marzo 2020), per indicare l’enorme carico di informazioni circolate sui vari mass-media. Informazioni accurate e scientificamente corrette si mescolano a notizie false, a disinformazione e a teorie di complotto, mescolando la verità, le parziali verità e falsità (Editorial 2020).

Infodemia e mass-media

La conseguenza più evidente è stata la messa in circolazione di informazioni e dati di dubbia validità, non confermati scientificamente e molto spesso in aperta contraddizione gli uni con gli altri (Bonini 2020, Sandal 2020). In meno di tre mesi sono stati pubblicati 673 articoli scientifici sul Covid-19 (Bonini 2020, Sandal 2020).


Le conseguenze emotive di tale massa di informazioni sono facilmente comprensibili: essere esposti continuamente a notizie di un evento stressante aumenta il rischio di dolore psichico (Liu & Liu 2020), con il “rischio di sentirsi travolti da una spirale di negatività e curiosità” (Lewis 1994).

Emozioni negative

Si evidenzia un aumento del senso di impotenza, d’insicurezza, di tristezza e si evita le stesse informazioni. Anche l’ansia è aumentata: le notizie contrastanti, ancor più se derivano da fonti autorevoli ed esperte aumentano la confusione e alimentano la sensazione di minaccia e di pericolo, il senso di precarietà e di impotenza.


I mass-media, in questa grave crisi, sono stati i canali privilegiati per promuovere, incentivare e sostenere i faticosi cambiamenti di vita delle persone, per combattere la pandemia. Nella situazione generata dalla pandemia, è evidente come il virus possa essere percepito estremamente pericoloso, poiché ha conseguenze estremamente gravi e ha elementi di imprevedibilità ed incontrollabilità.

Percezione del rischio


Di fatto, è la percezione del rischio, e non il rischio in sé stesso, che guida il comportamento delle persone (Glik 2007). Tale sensazione è condizionata da aspetti psicologici, culturali, sociali ed etici. È evidente, tuttavia, che la qualità delle informazioni ricevute dai mass-media rivesta enorme importanza e possa influenzare pesantemente la comprensione del pericolo.  

Una percezione esagerata del rischio risulta pericolosa quanto la sua noncuranza. Essa induce valutazioni e decisioni errate, comportamenti irrazionali, con pesanti conseguenze sulla salute della persona e della comunità (Garfin et al 2020, Glik 2007). 

Eccesso d’informazioni dei mass-media

Uno studio pubblicato su Science Advances evidenzia il circolo vizioso generato dall’aumento dello stress associato all’eccesso d’informazioni. Esso aumenterebbe l’attenzione e la preoccupazione sulle notizie stressanti, incrementando l’ansia ed i pensieri ripetitivi negativi. A ciò si risponderebbe cercando di seguire attentamente tutte le informazioni e consigli che riguardano la pandemia, con un peggioramento dello stress, dell’ansia e della tristezza (Thompson et al. 2019).
Le informazioni dei mass-media dovrebbero essere semplici e chiare, dovrebbero riportare i risultati ottenuti con rigorose procedure scientifiche, non contradditori. Esse, inoltre, dovrebbero individuare in modo preciso i comportamenti negativi da modificare e suggerire quelli opportuni.

Attenzione dell’OMS e mass-media

La consapevolezza dei rischi legati alla infodemia ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità ad avviare una ricerca sulla percezione del rischio nella popolazione. Molti governi, tra cui quello Italiano, hanno cercato di arginare il fenomeno e hanno pubblicato delle linee sui comportamenti da tenere per proteggersi dall’infezione, hanno smentito le false notizie che circolavano ed hanno dato dei consigli su come arginare lo stress (Ministero della Salute 2020, Istituto Superiore di Sanità 2020).
Il contatto con le informazioni dei mass-media richiede dunque attenzione da parte delle persone per evitare di essere ancora più sfiduciati, tristi ed ansiosi.

Patrizia Amici

Bibliografia

  • Biondi M & Iannitelli A: Covid- 19 e stress da pandemia: l’integrità mentale non ha alcun rapporto con la statistica. Rivista di Psichiatria 2020, 55 (3), 131-136.
  • Bonini T: L’immaginazione sociologica e le conseguenze sociali del Covid-19. In Schockdown: la ricerca dopo. Temi emergenti e sfide metodologiche per l’analisi dei media, cultura e comunicazione nel post Covid 19. Mediascapes Journal, 15/2020. ISSN: 2282-2542
  • Brooks S K, Webster R K, Smith L E, et al: The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence. Lancet 2020; 395: 912-920.
  • Editorial: The COVID-19 Infodemic. Lancet Infect Dis. 2020 Aug; 20 (8):875.
    doi: 10.1016/S1473-3099(20)30565-X. Epub 2020 Jul 17. PMID: 32687807; PMCID: PMC7367666.
  • Garfin D R, Silver R C, Holman E A: The novel coronavirus (COVID-2019) outbreak: Amplification of public health consequences by media exposure. Health Psychologist 2020 39(5):355-357
  • Glik D C. Risk communication for public health emergencies. Annu Rev Public Health. 2007; 28:33-54. doi: 1146/annurev.publhealth.28.021406.144123. PMID: 17222081.
  • Horesh D & Brown A D: Traumatic Stress in the Age of Covid -19: A Call to Close Critical Gaps and adapt to New Realities 2020, 12, 4: 331- 335.
  • Lewis: Good news. Bad News. The Psychologist, 7, 157-159.
  • Liu C, Liu Y.: Media Exposure and Anxiety during COVID-19: The Mediation Effect of Media Vicarious Traumatization. Internationa Journal of Environmental Research Public Health. 2020, 30;17(13):4720. doi:10.3390/ijerph17134720.
  • Sandal M: Come la pandemia sta cambiando il mondo della ricerca scientifica, Il Tascabile, 27 marzo. 2020. https://www.iltascabile.com/scienze/pandemia-ricercascientifica/
  • Sturloni G: La comunicazione del rischio per la salute e per l’ambiente, Mondadori Università, 2018 Organizzazione Mondiale della Sanità, documento del 19/03/2020

Sitografia


https://www.osservatoriosullefonti.it/emergenza-covid-19/organizzazione-mondiale-della-sanita-oms/documenti-organizzazione-mondiale-della-sanita-oms/3233-omsdoc3

https://www.euro.who.int/en/health-topics/health-emergencies/coronavirus-covid-19/publications-and-technical-guidance/risk-communication-and-community-engagement/who-tool-for-behavioural-insights-on-covid-19)

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