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La mente altrove

La mente altrove è un saggio che raccoglie scritti molto eterogenei sul rapporto fra cinema e psiche. La mente altrove offre contributi provenienti da diverse aree del sapere: medicina, psicologia, filosofia e critica cinematografica. Nella mente altrove si ritrovano anche diverse sensibilità terapeutiche che offrono nuove prospettive sul rapporto fra immagini in movimento e vissuto personale.

Introduzione

Hanno cercato in tanti di descrivere cosa succede, quando si guarda un film. Altri ne hanno descritto le relazioni fra mente del regista e quella dello spettatore, rifoderando la psico-dinamica di qualunque matrice col vellutino da cinema d’essai (cinema d’autore, non commerciale).

Una rondine dello psicoanalista Cesare Musatti (Cinema e psicoanalisi, 1950) non fa tendenza, si diceva… E in Italia non c’è stato alcuno a raccogliere il testimone per decenni. Eppure, Fellini, Antonioni, Ferreri, Bellocchio, Bertolucci e Moretti (non sono gli unici) hanno fornito materiale per critica e psicoanalisti per lustri. Occorre arrivare al termine del millennio per veder fiorire l’interesse nel Belpaese. Tornando al ricco saggio La mente altrove.

La mente altrove: un viaggio tra cinema, psiche e psicoanalisi

La mente altrove è un saggio collettivo che esplora il complesso rapporto tra cinema, psiche e psicoanalisi, raccogliendo contributi interdisciplinari provenienti da psicologia, medicina, filosofia e critica cinematografica. Il libro rappresenta un importante passo avanti nella riflessione italiana su come le immagini in movimento influenzino il vissuto personale e collettivo. Esso ha raccolto la sfida di produrre materiale significativo italiano sul rapporto fra mente e cinema, riuscendo a sondare grazie al cinema alcune dimensioni della profondità dell’animo umano.

Una struttura ricca e interdisciplinare

La mente altrove, se fosse un film, sarebbe uno di quelli in cui il prologo suggerisce il finale, lasciando al lettore il piacere di scoprire il percorso. La struttura non obbliga a una lettura lineare: ogni contributo è un tassello che collega discipline, esperienze terapeutiche e l’arte cinematografica.

Tra gli autori, Luigi Pavan riflette su opere come Diario di una schizofrenica e Manhunter, affrontando il tema del suicidio. Massimo De Mari offre una panoramica sull’intersezione tra psicoanalisi e cinema, con un focus sul lavoro di Gabbard, rendendo il testo accessibile anche ai non esperti. Simona Argentieri analizza le nevrosi belliche nei film di guerra, mentre Riccardo Dalle Luche esplora il delirio attraverso il linguaggio cinematografico.

Alberto Sacchetto indaga il disturbo dissociativo con uno studio approfondito di Psyco, mentre Stefano Marino analizza l’esistenzialismo nel cinema di Nanni Moretti. Il risultato è una riflessione corale, capace di offrire nuove prospettive sul potere delle immagini.

Dolly, Zoom e Close-up: tre prospettive su cinema e psicoanalisi

Il libro è diviso in tre sezioni:

  1. Dolly: una panoramica storica e concettuale che collega gli studi precedenti al presente.
  2. Zoom: saggi a carattere clinico che analizzano il cinema come strumento terapeutico e sociale.
  3. Close-up: approfondimenti sulla memoria, con uno sguardo alla funzione della psiche nel processo creativo e narrativo.

Questa struttura richiama una sequenza cinematografica che si avvicina progressivamente al nucleo emotivo, invitando il lettore a immergersi in un’analisi a più livelli.

Nell’insieme, infine, i saggi propongono, in meta-lettura, un modus indagandi cibernetico con quattro dimensioni proposte. Nessuna novità, ma l’averle sapute avvicinare e l’averle lette così una dopo l’altra, mi spingono a riassumerle così: dalla tridimensionalità al linguaggio espressivo, il senso del tempo nell’esperienza visiva, le emozioni dello spettatore, vivere in gruppo l’esperienza visiva.

Cinema, mente e società: un dialogo in continua evoluzione

Vittorio Volterra esplora il montaggio cinematografico come specchio della mente umana, analizzando il rapporto tra trauma e linguaggio visivo. Elena Grassi e Massimo De Mari approfondiscono la rappresentazione del “doppio” nei film, confermando il potenziale del cinema per stimolare la riflessione psicoanalitica.

Ignazio Senatore traccia una linea storica tra la memoria e l’innovazione nel montaggio, mentre Alberto Spadoni esplora le radici psicologiche nel cinema di Fellini. Pietro Roberto Goisis offre una riflessione sull’introspezione dello spettatore, mentre Maria Vittoria Costantini e Paola Golinelli intrecciano neuroscienze e psicoanalisi in un’analisi di Strange Days e Betrayal.

Infine, Gian Piero Brunetta esplora il cinema come macchina mitopoietica e Luciano Arcuri analizza l’impatto del cinema sui mass media, riflettendo sul suo potere trasformativo e la sua capacità di plasmare identità collettive.

Perché un appassionato di cinema dovrebbe leggere La mente altrove?

La mente altrove offre agli amanti del cinema uno sguardo nuovo su come le immagini in movimento possano diventare un veicolo per esplorare le profondità dell’animo umano. La varietà di film analizzati e la ricchezza dei contributi interdisciplinari lo rendono una lettura imprescindibile per chi ama il cinema che fa riflettere.

Perché uno psicoterapeuta dovrebbe leggere La mente altrove?

Questo saggio rappresenta un’opportunità unica per i professionisti della psicoanalisi e della psicoterapia di ampliare il proprio orizzonte, scoprendo come il cinema possa essere utilizzato come strumento terapeutico e come specchio per comprendere meglio le dinamiche della psiche e delle emozioni.

Un non addetto ai lavori perché dovrebbe leggere La mente altrove?

Anche chi non è esperto di cinema o psicoanalisi troverà in La mente altrove una fonte di ispirazione. Il libro invita il lettore a riflettere sulla propria esperienza di spettatore e su come i film possano influenzare la percezione di sé e del mondo, offrendo uno stimolante viaggio nel dialogo tra arte e mente.

Luigi Starace

Dettagli editoriali del saggio

De Mari M, Marchiori E, Pavan L. (a cura di) La mente altrove. Franco Angeli Editore. Collana psicoanalisi e psicoterapia analitica, 2004

Fotocomposizione: “La mente altrove” di Luigi Starace, 2024, con la copertina del libro omonimo sopra indicato

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La mente altrove, fotocomposizione con copertina del libro.

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