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Il potere della musica nella salute mentale degli adolescenti

La musica aiuta a comprendere il disagio emotivo nei giovani: da Avril Lavigne a Billie Eilish, un ponte potente verso la salute mentale.

Musica e salute mentale negli adolescenti

Il recente singolo Young & Dumb di Avril Lavigne (2025), realizzato con i Simple Plan, mescola energia pop-punk e malinconia, rievocando la libertà adolescenziale. Ed è proprio questa atmosfera nostalgica a offrire lo spunto per riflettere sul ruolo della musica nell’età adolescenziale. Da oltre vent’anni, la musica accompagna la crescita emotiva degli adolescenti, adattandosi di volta in volta al contesto sociale e psicologico di riferimento.

Oggi, secondo il Report Card 19 di UNICEF, 1 adolescente su 6 presenta un disturbo psicologico diagnosticato e il suicidio rappresenta la quarta causa di morte tra i 15 e i 19 anni (1). In questo scenario drammatico, risulta sempre più urgente individuare strumenti comunicativi che siano accessibili, credibili e capaci di parlare la lingua delle emozioni.

L’adolescenza, infatti, è un periodo di profonda trasformazione, attraversata da tempeste ormonali, ristrutturazioni neurali (come il pruning) e un desiderio fisiologico di esplorazione e rischio.

Musica pop e i giovani

I giovani si muovono su un crinale instabile, sospesi tra necessità di definirsi e fragilità che li espongono a crisi di identità, isolamento, pensieri disfunzionali. In questa complessità, il bisogno di modelli autentici e strumenti simbolici si fa essenziale. Ed è qui che la musica entra in gioco. Gli artisti musicali diventano catalizzatori identificativi, vere e proprie figure di risonanza emotiva. In particolare, la musica pop, con il suo linguaggio diretto e accessibile, si rivela un canale privilegiato per raggiungere questa fascia d’età. Essa funziona come dispositivo narrativo capace di dare voce a emozioni spesso non verbalizzate.

Secondo la ricerca BVA Doxa 2024, il 90% dei giovani considera la musica un aiuto concreto per gestire emozioni difficili, stress e momenti di crisi (2). I dati mostrano come l’ascolto musicale sia percepito come valvola di sfogo emotiva, capace di calmare, dare conforto e migliorare l’umore nei momenti bui.

Una recente review scientifica conferma che la musica è strettamente connessa alla salute mentale: riduce ansia e sintomi depressivi, rafforza l’identità e la coesione sociale. Non si tratta solo di intrattenimento, ma di uno strumento educativo e terapeutico che può supportare lo sviluppo emotivo degli adolescenti in modo profondo e accessibile (3).

Avril Lavigne: la voce millennial che ha sfidato l’ipocrisia

Avril Lavigne ha segnato la Generazione Y (Millennial), parlando a chi era adolescente all’inizio degli anni 2000. Con “Complicated” (2002), ha dato voce alla frustrazione per le maschere sociali e alla ricerca di autenticità. Brani come “I’m with You” o “My Happy Ending” hanno offerto alle ragazze e ai ragazzi di quell’epoca uno spazio sicuro in cui riconoscersi.

Il contributo alla salute mentale è stato implicito ma potente: Lavigne ha normalizzato il disagio, la rabbia, il senso di non appartenenza. Ha mostrato che sentirsi “troppo veri per un mondo finto” non era un difetto, ma una verità condivisa. I testi delle sue canzoni, con domande implicite sull’identità e la relazione con gli altri, forniscono un linguaggio parallelo a quello clinico, ma altrettanto potente.

Billie Eilish: la Generazione Z e la salute mentale in primo piano

Se Avril si esprime con rabbia e ironia, Billie Eilish parla sottovoce. La Generazione Z, cresciuta tra pandemia, crisi climatica, ansia sociale e iperconnessione, ha trovato in lei una voce autentica. Essa è capace di incarnare il senso di precarietà e vulnerabilità emotiva che caratterizza molti adolescenti di oggi. Con brani come “Everything I Wanted”, “TV”, *idontwannabeyouanymore* o “Listen Before I Go”, Eilish affronta apertamente temi come ansia, depressione, isolamento e ideazione suicidaria. I testi della sue canzoni aiutano ad accettare la propria vulnerabilità come parte della vita, normalizzando emozioni spesso represse o stigmatizzate.

Musica e salute mentale: uno strumento educativo potente

La musica è un mezzo diretto, emotivo, identitario. Parlare di salute mentale con gli adolescenti attraverso le canzoni permette di agganciare il vissuto emotivo, decodificare segnali di disagio e creare uno spazio di rielaborazione collettiva.

Complicated” di Avril Lavigne non è solo un successo pop: è un manifesto della complessità giovanile. È un inno generazionale alla ricerca di autenticità nelle relazioni, raccontata con tono ribelle e diretto. Lavigne canta il desiderio di relazioni trasparenti, dove ci si possa mostrare per ciò che si è, senza maschere.

“Bury a Friend” di Billie Eilish esplora il lato oscuro della mente, affrontando tematiche come dissociazione, alienazione e autolesionismo con una scrittura disturbante e simbolica. Attraverso una voce sussurrata e suoni inquietanti, la canzone simula un dialogo interiore con il proprio mostro, rappresentazione della sofferenza psicologica più profonda.

Chi parla alla Generazione Alpha? La sfida della musica post-digitale

La Generazione Alpha (nati dopo il 2013) è ancora in formazione, ma alcuni artisti iniziano ad assumere ruoli significativi. Olivia Rodrigo, con “Drivers License” e “Vampire”, esplora l’identità emotiva in chiave post-adolescenziale. Tate McRae, Gayle”, Pink Pantheress sono cantautrici che parlano alla preadolescenza digitale con testi immediati e tematiche di disagio relazionale.

La Generazione Alpha si confronta con un panorama musicale variegato, che riflette la complessità del loro mondo emotivo, digitale e relazionale in continua evoluzione quotidiana.

Conclusioni

Dai toni ribelli di Avril Lavigne alla vulnerabilità sussurrata di Billie Eilish, fino agli esperimenti digitali della Generazione Alpha, la musica continua ad accompagnare la crescita emotiva dei giovani.

La salute mentale non si può insegnare solo con manuali e incontri formativi, ma anche con versi, melodie e identificazioni. Ogni generazione ha bisogno di una colonna sonora che dia voce alle emozioni, che permetta di nominare ciò che si prova e che aiuti a costruire un’identità emotiva autentica.

Se ascoltata con attenzione, ogni canzone può diventare un alleato. Un ponte tra disagio e parola. Tra emozione e consapevolezza. Tra chi si sente perso e la possibilità di ritrovarsi.

Antonella Litta

Bibliografia

  1. Innocenti Report Card 19 Il benessere di bambine, bambini e adolescenti in un mondo imprevedibile. Editore UNICEF Innocenti – Global Office of Research and Foresight
    Anno di edizione 2025
  2. Indagine BVA DOXA Musica e salute mentale 2024
  3. Zishan Xiong, Peng Jin. (2025) A Review of Literature on Music and Adolescent Mental Health. Journal of Humanities, Arts and Social Science, 9(2), 211-218

Foto: Envato Elements

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