Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

Babbo Natale esiste

Il 21 settembre 1897 il New York Sun, un giornale statunitense dell’Ottocento, pubblicava l’editoriale dal titolo “Yes, Virginia, there is a Santa Claus” (Si, Virginia, Babbo Natale esiste). Scritto dal giornalista e editorialista Francis P. Church, ebbe tanto successo da venire ripubblicato per 50 anni dal noto quotidiano.

Introduzione

Dalla rielaborazione del famoso editoriale di Francis P. Church “Yes, Virginia, there is a Santa Claus” (Si, Virginia, Babbo Natale esiste) è nato anche un film (1991) che porta il suo nome.  Il contenuto è carico di messaggi dal significato profondo, universale e senza limiti di tempo. Perché su di essi si ritrova il senso ed il valore della vita.

Il film narra la storia vera di Virginia O’Hanlon. Virginia è una bambina di otto anni che vive con la sua famiglia una condizione di disagio sociale e di povertà. A fine Ottocento, l’America attraversa una grande crescita economica, ma le diseguaglianze sociali sono molto forti. Il padre di Virginia non riesce a lavorare e vive di espedienti per colmare, in piccola parte, le esigenze ed i bisogni della famiglia.

In questo contesto di sofferenza Virginia vive comunque serenamente la sua infanzia lontana dalla cruda realtà che la circonda. Miracolo della mente infantile! Guidata dalla bellezza e dalla purezza di un mondo incontaminato dalle sofferenze e dalle problematiche umane. Nel suo mondo ferve la creatività, la spontaneità, le dolci emozioni legate alla gioia di vivere e divertirsi e la speranza in un futuro fantastico.

Ma un fugace contatto con la realtà vera scuote quel suo mondo innocente e puro. Nessuno ha mai visto Babbo Natale. Quindi non esiste! Virginia, preoccupata e ansiosa, si pone una vitale domanda la cui risposta potrebbe disilludere la sua piccola esistenza o darle un senso. Siamo nel periodo natalizio.

Esiste Babbo Natale?

Su consiglio del padre, imbarazzato dal quesito, indirizza una lettera con la penosa domanda ad un serio e noto quotidiano dell’epoca. Quindi affidabile e sincero! La risposta non tarda ad arrivare e a fornirla è un importante giornalista: Francis P. Church. Questi, amareggiato e deluso dalla vita reale e personale dopo qualche esitazione, viene ispirato da una riflessione profonda.

La risposta è in quell’editoriale in cui è custodito un messaggio che illumina la sua mente ed il suo cuore. Restituisce la gioia alla piccola protagonista di questa splendida storia. E, a distanza di più di un secolo, continua a ricordare agli uomini che esiste un invisibile mondo popolato da grandi e invisibili verità.

Santa Claus, foto di Enza Maierà, 2025

La risposta del giornalista

«Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste certamente come esistono l’amore, la generosità e la devozione, e tu sai che abbondano e che danno alla tua vita la sua bellezza e la sua gioia.

Ahimè! Com’è triste il mondo se Babbo Natale non esistesse! Sarebbe triste come se non esistessero le bambine come te. Non ci sarebbe più la fede dei bambini, né la poesia, né la fantasia a rendere tollerabile l’esistenza. Non ci sarebbe più gioia, se non quella dei sensi e delle cose visibili. La luce eterna con cui l’infanzia illumina il mondo verrebbe spenta.

Non credere a Babbo Natale è come non credere alle fate. Potresti dire a tuo padre di far sorvegliare tutti i caminetti la notte di Natale per catturare Babbo Natale, ma anche se quegli uomini non lo vedessero scendere dal camino, cosa proverebbe questo? Nessuno vede Babbo Natale, ma non è un motivo per dire che non esiste. Le cose più reali al mondo sono proprio quelle che né i bambini, né gli adulti possono vedere. Hai mai visto le fate danzare sul prato? Certo che no, ma non è una prova che non esistano. Nessuno può immaginare o comprendere tutte le meraviglie invisibili che esistono nel mondo.

Puoi smontare il sonaglio di un bambino e vedere cosa produce il suono, ma c’è un velo che copre il mondo invisibile che neppure l’uomo più forte del mondo, né la forza combinata di tutti gli uomini più forti mai esistiti, potrebbe strappare. Solo la fede, la fantasia, la poesia, l’amore e il romanticismo possono sollevare quel velo e vedere la bellezza e la gloria che si trovano oltre.

È tutto reale? Ah, Virginia, in tutto questo mondo non c’è nulla di più reale e duraturo. Niente Babbo Natale! Sia ringraziato Dio! Egli vive e vivrà per sempre. Fra mille anni, anzi fra diecimila, continuerà a riempire di gioia il cuore dell’infanzia» (Testo italiano dell’editoriale “Yes, Virginia, there is a Santa Claus,1897, F.P. Church).

Babbo Natale esiste

Church scrive un testo simbolico per rispondere a Virginia e parlare agli adulti. Restituisce Babbo Natale all’immaginario della bambina perché è da sempre un suo fidato compagno e maestro di vita. Con “lui” ha sviluppato la sua fantasia arricchendola di promesse e di riflessioni. Ha imparato che solo seguendo i suoi saggi consigli può ottenere in premio i doni tanto desiderati. Ma ha anche imparato che, quando segue quei saggi consigli si sente felice e appagata! Ha immaginato di percorrere con la sua slitta le vie dell’universo elargendo e condividendo doni con chi, come lei, spera in una vita migliore.

Con la figura di Babbo Natale si comincia a strutturare nell’infanzia quel mondo di valori-guida che aiutano a dare un significato, un senso alla vita. Valori da cui trarre giovamento nei periodi più bui e oscuri dell’esistenza, beni invisibili ma reali. Sono anche beni universali quando ci riferiamo all’amore verso il prossimo, all’essenzialità della vita, alla famiglia, agli amici, al lavoro.   

Se queste cose esistono, allude Church, allora anche “Babbo Natale” deve esistere nell’immaginazione dei bambini e degli adulti. L’immaginazione non è fuga dalla realtà, ma un modo per vedere le verità più profonde della vita. Ecco perché ha senso credere in Babbo Natale anche da grandi!

Babbo Natale e il mondo visto con gli occhi dei bambini

Virginia presenta quella purezza dei bambini che cogliamo in ogni attimo della loro esistenza, in ogni atto del loro vivere quotidiano. Si palesa nella fiducia negli altri, nella spontaneità dei comportamenti, nei giochi fantasiosi, nell’adesione ad un mondo magico che fa da sfondo alla loro vita. Un mondo magico che popola i loro sogni disvelati nei loro racconti quotidiani.

Ma l’infanzia è anche provare stupore, gioia, meraviglia, curiosità. Vedere il mondo con gli occhi dei bambini vuol dire cogliere il bello ed il bene della vita. L’idea di Babbo Natale coi suoi significati ha da sempre arricchito la visione del mondo dei bambini rendendoli dei piccoli-grandi artisti. Capaci, cioè di creare colorare e impreziosire il quadro della loro vita, realizzandone un’opera d’arte. 

Ogni adulto porta con sé questa parte migliore della propria esistenza. II concetto di “Inner Child” il bambino interiore, il cui fondamento teorico si attribuisce a Jung (1969), sta a significare anche questo. “Secondo Assagioli (1973), il bambino interiore è una psico sintesi di tutte le età dall’infanzia alla vecchiaia. Ogni età dello sviluppo non viene lasciata indietro, ma costituisce una piccola parte di tutto ciò che siamo. Inoltre, Assagioli sostiene che la psico sintesi delle età può essere raggiunta mantenendo vivo l’aspetto migliore di ogni età” (Sjöblom et al., 2016).

La depressione di Church

Una chiave di lettura dell’editoriale ci ricollega al tema della depressione nei suoi aspetti esistenziali. Essa ci fornisce anche gli elementi necessari per credere che la depressione può essere superata.  Lo stile chiaro e semplice dell’articolo trasmette, a tutti, messaggi che pur nella loro semplicità hanno il potere di produrre cambiamenti radicali della mente. A giovarne è soprattutto l’umore e una diversa visione della vita. Questa è una storia che parla di guarigione emotiva nel mezzo delle problematiche umane. Babbo Natale ha portato il suo dono anche a Church!

Dal punto di vista psicologico, l’articolo “Yes, Virginia, there is a Santa Claus” può essere letto come un discorso sulle risorse interiori e sulla resilienza emotiva. È solo attivando quelle risorse che si può riemergere. Le chiamiamo speranza, fiducia, positività, amore per gli altri, capacità di sognare, fantasticare e creare. Le risorse sono tante, diverse e personali ma tutte efficaci.

Church nell’articolo centra la sua attenzione sulle risorse della psiche infantile e la sua fonte di ispirazione è la spontaneità, la fiducia, la fantasia della piccola Virginia. L’articolo arriva come risposta alla propria depressione e alla disillusione di Virginia.

Riflessioni

La domanda preoccupata di Virginia, sull’esistenza di Babbo Natale, provoca in Church il risveglio del bambino che è in lui, la sua parte amorevole e generosa. Alla richiesta di aiuto egli risponde con un dono che scaturisce dalla sua risposta. Un’affermazione che cura l’immaginazione ferita della bambina e che consola confermandole che Babbo Natale, esiste! Esiste nei suoi significati invisibili, esiste nelle certezze e nella gioia di vivere.

Il bene invisibile del donare ha per Church un significato profondo. Vuole dire ricominciare a credere di avere ancora la capacità di amare, di avere fiducia negli altri e di voler ricominciare a vivere.

La vita di Church, come raccontata nel film, è stata contrassegnata da un grande dolore: la perdita dell’amata moglie. A quel punto niente ha più senso per lui che, rimasto solo, si lascia andare ad un’esistenza arida e vuota. La depressione ha preso il sopravvento. Solo l’alcol sembra colmare la sua sofferenza con effetti però ingannevoli e pericolosi.

 A dare l’input a questa rinascita è stato il suo sé bambino riemerso a contatto col mondo infantile di Virginia. Si sono risvegliati ricordi di un mondo libero da preoccupazioni e problemi, un mondo semplice, spontaneo e carico di sogni e di speranze. Non si può pensare di deludere un bambino di levargli i suoi sogni e le sue speranze! Restituendo Babbo Natale a Virginia, Cruch restituisce anche un senso alla sua vita. Cruch e Virginia ora credono di nuovo che al di là di ogni amarezza o disillusione bisogna pensare che esiste il bene. Non si è soli e la speranza è la loro fida alleata.

Commenti finali

La curiosità, la meraviglia e la fiducia dei bambini sono risorse psicologiche preziose anche per gli adulti. Esse permettono di affrontare stress, ansia o depressione con maggiore resilienza. Anche un gesto piccolo, sincero e gentile, può restituire senso e connessione con gli altri. Questo rinforza il benessere emotivo e la speranza. La fantasia e l’immaginazione sono strumenti di salute emotiva perché aiutano ad elaborare emozioni difficili e a trovare luce nei momenti bui. Buon Babbo Natale a tutti.

                                                                      Enza Maierà

Bibliografia

  1. Assagioli R. The conflict between the generations and the psychosynthesis of the human ages. New York: Psychosynthesis Research Foundation; 1973
  2. Jung,C.G., The Archetipes and the Collective Unconscious, Jung, C. G. (1969). The Archetypes and the Collective Unconscious (R. F. C. Hull, Trad.). The Collected Works of C. G. Jung, Volume 9 (Part 1). Princeton, NJ: Princeton University Press.
  3. Sjöblom M, Öhrling K, Prellwitz M, Kostenius C. Health throughout the lifespan: The phenomenon of the inner child reflected in events during childhood experienced by older persons. Int J Qual Stud Health Well-being. 2016 Jun 16;11:31486. doi: 10.3402/qhw.v11.31486. PMID: 27317381; PMCID: PMC4912602.

Foto: Envato Elements

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