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Fotografia, medical humanities e psiche

La fotografia, come strumento nelle medical humanities, è un mezzo potente per esplorare e comprendere la psiche umana.

Introduzione

Le medical humanities si occupano dell’integrazione di discipline umanistiche per analizzare le esperienze di malattia, salute e sofferenza attraverso una prospettiva che va oltre l’aspetto clinico. La fotografia ha la capacità di catturare emozioni complesse che a volte sono difficili da esprimere a parole. La depressione, ad esempio, è un disturbo che implica una profonda tristezza e una perdita di contatto con la realtà.

Fotografia e racconto visivo delle emozioni

La fotografia sa rappresentare quelle emozioni che sono spesso difficili da verbalizzare. La fotografia è pertanto una forma di espressione emotiva che supera le barriere linguistiche e visualizza l’inconscio.

Secondo il lavoro di Hiroshi Watanabe e Linda R. Smith (2018), le immagini fotografiche possono esprimere emozioni come l’ansia, la solitudine o la speranza. Sono spesso utilizzate in contesti terapeutici per esplorare e documentare lo stato psicologico di un individuo.

Le immagini per narrare le dinamiche dell’identità e della memoria

Le fotografie che descrivono eventi significativi nella vita di una persona possono essere un vero e proprio medium per comprendersi: passato, identità, sentimenti rimossi. In contesti clinici, la fotografia è utilizzata per esplorare l’identità e la memoria. Kirsten Neuschäfer (2020) afferma che le immagini fotografiche possono servire come strumenti terapeutici per recuperare memorie recondite o traumatiche.

Fotografia per aumentare l’empatia e ridurre lo stigma

Attraverso ritratti e narrazioni visive, la fotografia di documentazione può cambiare la percezione sociale dei disturbi psicologici, promuovendo una maggiore comprensione ed empatia nei confronti di chi vive con tali condizioni.  Per Joan Fagot-Largeault (2008) e altri studiosi la fotografia è l’opportunità per comunicare la realtà della malattia mentale. Le immagini mostrano quella umanità spesso non percepita in chi vive un disagio psichico, riducendo le opinioni pregiudizievoli, frutto frequentemente di fatti ed eventi solo riferiti.  

Fotografie di ausilio nei trattamenti psicologici

La fotografia è anche utilizzata nel trattamento psicologico per esplorare il mondo interno del paziente. Lorna Trefethen (2019) descrive come tecniche fotografiche siano impiegate nelle terapie basate sull’arte per permettere ai pazienti di esternare emozioni complesse. Ad esempio, la fotografia può aiutare a tracciare l’evoluzione emotiva del paziente nel tempo, attraverso un processo di narrazione visiva, in cui le immagini scattate dal paziente riflettono il suo stato d’animo, facilitando la comunicazione e la riflessione.

Fotografia concettuale e psiche

La fotografia concettuale, che utilizza simboli e metafore visive, è uno strumento potente per esplorare temi complessi come la sofferenza psicologica o il trauma. Attraverso l’uso di concetti astratti e visioni metaforiche, si può rappresentare l’invisibile (non necessariamente inconscio) e creare un collegamento con l’esperienza psicologica difficilmente descrivibile con le parole e il mondo visibile. Victor Burgin (2005) sottolinea che l’uso simbolico delle immagini fotografiche permette di trattare aspetti profondi e intangibili della psiche umana, come la depressione, l’ansia e l’identità.

La fotografia e l’inconscio collettivo

La fotografia può considerarsi anche come strumento di indagine di frontiera in una delle tematiche meno studiate della psicologia: l’inconscio collettivo. Filosofi e psicologi in passato hanno elaborato diverse intuizioni sui vari stati di proto-informazione (ciò che è una informazione non ancora decodificabile dall’intelletto). Esse sono connesse allo psichismo non cognitivo, come ad esempio le concezioni che riguardano la griglia della conoscenza proposta da W.R. Bion.

Da ricordare anche le considerazioni sulla conoscenza diffusa attraverso mezzi di comunicazione e non esperienze dirette nel villaggio globale di M. McLuhan. Oggi con la quantità di immagini prodotte volontariamente e con un nuovo interesse interdisciplinare dalla antropologia alla neuroestetica è possibile ipotizzare che anche queste ultime colonne d’Ercole delle scienze della psiche legate all’inconscio collettivo saranno esplorabili.

Considerazioni

La fotografia svolge un ruolo primario nelle medical humanities perché offre prospettive altre e uniche sulle complessità della psiche umana. Essa fa emergere emozioni e vissuti che sfuggono a un’espressione verbale.

Ciò arricchisce l’esperienza sia dei pazienti sia dei professionisti della salute, spesso dediti molto ai tecnicismi della materia e poco all’approccio  complessivo, a 360 gradi. La fotografia ha dunque una valenza bio psico sociale perché facilita la  connessione tra pazienti, terapeuti e società. La sua applicazione, che spazia dalla documentazione alla terapia, continua a rivelarsi fondamentale nel processo di esplorazione e cura della psiche.

Luigi Starace

Bibliografia

  1. Burgin, V. (2005). Photography, Memory and Trauma: The Conceptualization of Mental Suffering Through Image Making. Visual Studies, 21(1), 5-17.
  2. Fagot-Largeault, J. (2008). The Art of Healing: Photography as a Tool for Psychological Understanding. Medical Humanities, 34(3), 89-101.
  3. Neuschäfer, K. (2020). Memory, Identity, and Trauma: The Role of Photography in Therapeutic Settings. Psychological Studies, 65(2), 127-139.
  4. Trefethen, L. (2019). Narrating the Self: Photography in Psychological Practice. Journal of Arts Therapy, 41(1), 20-33.
  5. Starace, L, Ferretti, M (2020) Social impact of infohybrids and effects the mythopoiesis processes in the Covid19 Occidental Society. Psychiatry On Line.
  6. Watanabe, H., & Smith, L. R. (2018). The Healing Power of Images: Photography and the Exploration of Emotional Landscapes. Journal of Visual Culture, 17(4), 423-438.

Foto: di Luigi Starace, dal portfolio “Alone without phone” anno 2024

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