Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

Voto scolastico e disagio giovanile

Il voto è il termometro del rendimento scolastico. Esso può determinare nei giovani fragili lo specchio di un fallimento sociale e l’incapacità di tolleranza alle frustrazioni del desiderio di apparire e primeggiare.

La giovinezza di ciascuno di noi è stata caratterizzata, a volte segnata, dai voti scolastici che professori più o meno comprensivi hanno dispensato sulle nostre pagelle. Intorno al voto si sono sviluppate le più disparate trame. Alcune di esse avevano lo scopo di raggiungere un punteggio non meritato. Altre quello di nascondere ai genitori l’evidenza di un insuccesso. Altre ancora quella di rivendicare presunte o reali ingiustizie da parte del docente di turno.

Comunque la si voglia intendere il voto è stato parte del destino di crescita di tutti i giovani. Fonte di ricordi, aneddoti, discussioni, lamenti, dolori, risate. Una particella essenziale, ineliminabile, vitale della nostra giovinezza.

Voto scolastico e disturbi psichici

Da qualche tempo il voto scolastico ha preso una piega differente. Intorno ad esso si gioca il destino psicologico di giovani fragili che, al cospetto di un insuccesso, sviluppano vere e proprie sintomatologie psicologiche. Depressione, crisi di panico, ansia e perfino tentati suicidi possono essere conseguenza di un voto non gradito.

Accade così che i professori hanno sempre più paura di emettere un giudizio. I genitori affilano le armi per colpire chi danneggia i propri figli e li conduce sull’orlo del crollo psicologico. Gli studi degli psicoterapeuti si affollano di ragazzi disperati a seguito di un insuccesso scolastico.

Ancor più curiosa è la situazione in cui l’insuccesso subito corrisponde ad un voto alto, molto alto, ma non quello che ci si aspettava. La generazione più anziana potrà ben ricordare quanto avrebbe gioito per un otto o un nove quale esito di una interrogazione. È la stessa generazione che guarda con meraviglia ragazzi disperarsi per quell’otto che non è un nove o quel nove che non è un dieci. Insomma la felicità o l’infelicità di molti giovani ruota intorno ad un numero. E questo è già un problema serio!

Perché accade?

Per comprendere l’entità del fenomeno occorre fare un passo indietro e osservare il modo in cui crescono questi ragazzi. Scopriremo allora che gran parte della vita infantile ruota intorno al tema della prestazione. I bambini sono chiamati a rispondere agli adulti quasi sempre, se non esclusivamente, in termini di prestazione. Un bambino dei nostri tempi pratica uno o due sport, frequenta un corso di musica o di teatro, possibilmente anche un corso di inglese perché, si sa, è importante imparare le lingue. Il resto del tempo è dedicato ai compiti dove madri solerti e premurose si organizzano per presenziare e vigilare sulla loro corretta esecuzione. Per chi non può seguire i figli in prima persona il doposcuola diventa una scelta necessaria e obbligata.

A questo panorama di intense attività si aggiunge l’esposizione dei propri figli alla pratica dei selfie, postando intere sequenze della loro vita sui social. 

Il voto e l’apparire

Facile immaginare che la mente dei bambini in crescita si plasmi intorno all’idea che un elemento cruciale di valore sia il modo in cui si appare e il rendimento che si produce. Semmai dovesse sorgere un dubbio in questo senso ci pensano i social a sgombrare il campo! Infatti, la rete mediatica offre un’ampia gamma di messaggi in cui il successo è legato al numero di likes, ovvero di «mi piace», si riescono a conquistare.

Se a questo si aggiunge la povertà di crescita interiore dovuta allo scarso valore dedicato alla vita affettiva e morale dei ragazzi si potrà comprendere che l’intera identità dei giovani finirà per ruotare intorno al loro rendimento.

Succede allora che un voto che si scosti minimamente dalle aspettative dei ragazzi diventi una tragedia. Esso non è un inciampo della propria carriera scolastica, ma l’evidenza di un fallimento insopportabile. È la conferma della sotterranea paura di non essere all’altezza dei propri compiti, la perdita di un’immagine di sé faticosamente costruita. Per i ragazzi fallire l’obiettivo di un voto alto significa veder crollare del tutto la propria autostima.

Dinamiche educative e fragilità psichica

In sostanza i ragazzi crescono seguendo due traiettorie differenti. Da un lato scarsa opportunità di confrontarsi con la frustrazione, la sofferenza, la delusione, il limite. Dall’altro la presenza di aspettative grandiose, di un obbligo a rendere molto sul piano fisico, mentale, sociale. Una forbice destinata ad infrangersi di fronte alla complessità della crescita. Una forbice che priva i ragazzi del tempo libero e della sperimentazione spontanea, del gioco e dell’errore che fa crescere. Una forbice che per alcune menti più fragili è il preludio di un dramma psichico.

Considerazioni

Dovremmo proporre alle generazioni in crescita una visione più umana della vita, una visione in cui l’errore è parte di essa ed è sempre una grande opportunità di migliorare sé stessi. Una visione in cui essere amati non ha a che vedere con la prestazione o il rendimento, ma con la bellezza interiore che si è in grado di esprimere. Dovremmo insegnare ai bambini e ai giovani che la bellezza della loro anima non si misura a colpi di voto. Insegnare loro che l’errore, il fallimento, la fragilità sono parti della loro bellezza e della loro umanità. E che proprio questo cammino di gioie e dolori rende la loro vita unica e irripetibile.

Gino Aldi

Bibliografia

  1. Aldi G.  Riscoprire l’autorità. Enea edizioni. 2011
  2. Aldi G.  Costruttori di Speranza. Enea Edizioni, 2019.
  3. Belvedere GC, Aldi G, Locatelli L. Pavone S. Un’altra scuola è possibile.  Enea Edizioni, 2019.
  4. Lancini M. Sii te stesso a modo mio. Cortina editore, 2023.

Foto: Envato Elements

0 0 voti
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Il più recente
Il più antico Il più votato
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti
Voto scolastico e disagio giovanile.

Ultime News

Il ruolo dei caregiver.

Il ruolo dei caregiver. Tra sensi di colpa e mania di persecuzione

Questo articolo esplora il complesso ruolo del caregiver, spesso logorante, specialmente quando la persona assistita sviluppa sospetti o deliri. Viene evidenziato come non sia utile negare le manifestazioni deliranti, ma piuttosto fondamentale ridurre l’ansia che le alimenta attraverso attività calmanti. La condivisione di esperienze con altri caregiver e il supporto professionale sono presentati come strumenti essenziali per gestire il carico emotivo. Il testo sottolinea inoltre l’importanza di ritagliarsi spazi personali e di chiedere aiuto, trasformando la fatica in nuova energia e garantendo un’assistenza più serena ed efficace.

Leggi ...
Neuroscienze affettive. Emozioni e sentimenti.

Neuroscienze affettive: Il mondo delle emozioni e dei sentimenti

Nel mondo iperconnesso di oggi, i giovani si trovano a navigare un mare di emozioni con strumenti ancora in via di definizione. L’educazione dei sentimenti e delle emozioni gioca un ruolo fondamentale nel plasmare il modo in cui gli adolescenti comprendono sé stessi e costruiscono relazioni sane e autentiche.

Leggi ...
Intelligenza artificiale e possibile dipendenza .

Intelligenza artificiale e possibile dipendenza

L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più diffusa nel mondo e oltre ai notevoli benefici in termini di efficacia ed efficienza si incominciano a registrare comportamenti problematici che potrebbero diventare una dipendenza.

Leggi ...

Macro Aree

Articoli Correlati di Categoria

Newsletter

Puoi cancellare la tua iscrizione quando vuoi

newsletter
0
Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero, si prega di commentarex