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Insonnia e stress

Il binomio insonnia e stress riflette una condizione di causa effetto, analogo a quello di stress-insonnia. Non si manifestano mai da sole. L’uno genera l’altra e viceversa. Entrambe le condizioni, quando si presentano, si rinforzano a vicenda, producono sofferenza e generano malattie del corpo e della mente.

Introduzione

Lo stress si configura come un malessere, acuto o cronico, che, persistendo nel tempo, tende a complicarsi con uno o più disturbi psicopatologici. Citiamo alcuni esempi clinici a noi noti come i disturbi d’ansia, dell’umore, le psicosi ecc.

L’insonnia è il disturbo stress-correlato più diffuso, più in comorbidità (presente in comune con altre patologie) e il più lamentato. Entrambe le condizioni sono accompagnate da sintomi analoghi fisici e mentali che turbano l’equilibrio psicofisico della persona. L’insonnia si alterna con la sonnolenza diurna, l’eccitazione emotiva si alterna col senso di abbattimento e frustrazione. E così l’iperattività cerebrale si accompagna a disturbi dell’attenzione e deficit cognitivi, la tensione muscolare si accompagna col senso di spossatezza.

Definizione di stress

Lo stress, al pari dei disturbi dell’umore, è stato definito «il nuovo male della civiltà» (Stora, 2004).

L’evoluzione della società, resa possibile da innumerevoli fattori tra cui il progresso tecnologico, ha comportato la diffusione di un grave disagio contemporaneo. È chiamato stress: un malessere diffuso. La visione scientifica più accreditata considera lo stress secondo una prospettiva transazionale. Una transazione è uno scambio di richieste ed aspettative tra l’individuo e il contesto socio-ambientale. Da una parte troviamo l’individuo con le sue aspettative, i suoi bisogni e le sue risorse personali. Dall’altro vi è l’ambiente fisico e sociale che offre risorse ma pone anche richieste all’individuo.

La transazione può essere positiva o negativa. Quando è negativa vuol dire che supera le capacità dell’individuo di farvi fronte. Ne deriva un disagio-malessere (stress) che a lungo andare esita nella psicopatologia (Ferrara et al., 2006). In questa prospettiva dinamica e sistemica si colloca lo stress, in linea col modello bio-psico-sociale che è il più adeguato allo studio della salute e del benessere dell’individuo. Questo modello si basa sul presupposto che componenti di natura biologica, psicologica e sociale, combinandosi tra loro, determinano lo stato di malattia o di salute.

Anche lo stress è il risultato di una combinazione di diversi elementi definiti stressors. Essi agiscono sulla neurobiologia cerebrale a livello anatomico, molecolare, biologico e si ripercuotono sulla psiche, sul fisico e sul comportamento umano.

Insonnia e stress

Il disturbo da insonnia è considerato, a oggi, un disturbo stress-correlato.  Bisogna sottolineare che uno dei principali target degli stressors è il sistema circadiano di regolazione del sonno che subisce una disregolazione in risposta allo stress. L’insonnia può essere il sintomo premonitore di una malattia. Il campanello d’allarme. Può decorrere con la malattia, può persistere dopo la guarigione della stessa. È presente in diversi disturbi psichiatrici. Questo a sostegno dei risultati degli studi neuroscientifici che hanno evidenziato l’esistenza di vie comuni cerebrali coinvolte nelle diverse psicopatologie, compresa l’insonnia.

L’insonnia, è il marcatore più evidente di questa disfunzione e di questo disagio globale, causati dallo stress. In questo contesto, volgiamo uno sguardo allo stress individuale e ad una delle sue complicanze più note: l’insonnia. Si effettua diagnosi di “disturbo da insonnia” secondo il DSM-5-TR se la sua presenza è maggiore di 3 volte a settimana e la durata maggiore di 3 mesi.

L’insonnia è un disturbo del sonno, oggi definita sindrome delle 24 ore, perché le conseguenze coprono l’intero ciclo del giorno e della notte. Si presenta con difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, risvegli precoci e sintomi diurni. Questi ultimi comprendono sintomi somatici con affaticabilità e spossatezza, disturbi dell’attenzione e del funzionamento cognitivo. Sono presenti disturbi psichici con irritabilità abbassamento del tono dell’umore, ansia e alterazioni della sfera personale e socio-lavorativa (Riemann et al., 2022).

L’insonnia colpisce tutte l’età, con maggiore incidenza nell’età adolescenziale e in quella anziana. Dei due sessi il più colpito è il sesso femminile. L’insonnia acuta ha una durata limitata all’evento scatenante. Può trattarsi di una sintomatologia dolorosa o una malattia limitata nel tempo o un evento esterno temporaneo. Da segnalare che l’80% dei casi di insonnia transitoria tende a cronicizzare.

Patogenesi dell’insonnia

L’insorgenza dell’insonnia, in risposta allo stress, presuppone la presenza di fattori predisponenti. Tra questi, oltre alle caratteristiche temperamentali e di personalità vi rientrano fattori biologici, ormonali e modificazioni fisiologiche legate all’età. Gli studi hanno altresì evidenziato mutazioni genetiche che favoriscono l’insonnia in risposta allo stress. In particolare, ad essere coinvolti sono i geni deputati alla regolazione del sonno cosiddetti Clock Genes, geni dell’orologio. Le mutazioni si sono riscontrate anche nei geni regolatori dell’orexina, sostanza chimica che regola il ciclo veglia-sonno, e nei geni che regolano le emozioni.

 Oggi si ritiene che, insieme alla genetica, un ruolo fondamentale sia dovuto alla interazione tra geni ed ambiente (epigenetica): «I dati hanno dimostrato che l’insonnia è un disturbo poligenico complesso correlato allo stress ed è probabile che sia causato da una sinergia di fattori genetici e ambientali, con la reattività del sonno legata allo stress che è il tratto importante» (Palagini et al., 2023). Tra i fattori precipitanti consideriamo gli eventi stressanti o patologie insorte acutamente. Da considerare che non tutti gli individui rispondono allo stress con l’insonnia acuta . Questo depone a favore dell’importanza che hanno, nel favorirne l’insorgenza, il corredo genetico, l’epigenetica e i fattori predisponenti. Tra i fattori cronicizzanti un ruolo importante spetta al mantenimento dello stato di iperarousal, che è uno stato di ipervigilanza psicologica e di attivazione biologica, tipica dello stress.

Insonnia e disturbi psicopatologici

La riduzione del sonno o la compromissione della sua qualità può causare patologie di diversa natura: medica, neurologica e di varie psicopatologie come l’ansia e i disturbi dell’umore. Il sonno regola i più̀ importanti ritmi biologici cardiovascolari, neuroendocrini e riproduttivi per cui, un’alterazione di tale funzione, nel tempo, produce rilevanti conseguenze. A risentirne è l’equilibrio psico-fisico della persona, sino a predisporre all’insorgenza di patologie organiche e psichiche.

Viceversa diverse malattie somatiche, mediche, esordiscono con disturbi del sonno che aggravano le patologie di base e predispongono alle psicopatologie. Da questo si evince l’importanza del trattamento dell’insonnia a scopo preventivo perché è un importante fattore di rischio psicofisico. Ma altrettanto importante è il trattamento dell’insonnia nelle diverse patologie cui è associato, onde evitare l’aggravamento delle stesse.

L’insonnia altera quei meccanismi essenziali che sono alla base della salute mentale come la plasticità cerebrale e le neurogenesi. La prima consiste nella capacità dei neuroni di modificarsi dal punto di vista strutturale e funzionale quando il cervello viene sottoposto a stimoli di diversa natura, compreso lo stress. La neurogenesi è influenzata anch’essa dal sonno e consiste nella capacità di nascita di nuovi neuroni che vanno a sostituire quelli danneggiati per ripristinare la funzionalità e riparare il danno.

I disturbi del sonno, in particolare l’insonnia, possono favorire uno stato di sovraccarico di attività fisiologica del cervello o overload allostatico, che compromette anche la regolazione delle emozioni, dei processi neuro infiammatori e di regolazione dello stress contribuendo così ai disturbi d’ansia e dell’umore.

Conclusione

La vulnerabilità allo sviluppo dell’insonnia è influenzata dalle varianti genetiche, dallo stress, dai principali eventi della vita ma anche dalla struttura e funzione del cervello. I circuiti cerebrali ad essere coinvolti sembrano essere quelli che regolano le emozioni e i circuiti coinvolti nella regolazione del sonno circadiano e omeostatico. Un ruolo fondamentale spetta all’epigenetica.

È probabile che i circuiti cerebrali sensibilizzati siano soggettivamente vissuti come dormire con un occhio aperto (Eus et al., 2019). Il trattamento dell’insonnia può non solo favorire i normali processi del sonno, ma anche il sistema di stress, la neuroinfiammazione e la plasticità cerebrale (Palagini, 2022)

Osservare una buona quantità e qualità del sonno è essenziale per il mantenimento dell’omeostasi cerebrale, ossia uno stabile funzionamento del cervello.

In sintesi, la necessità di interventi tempestivi e preventivi è ulteriormente supportata dai chiari rischi per la salute mentale, e non solo, trasmessi dall’insonnia.

Enza Maierà

Bibliografia

  1. Ferrara P.C., la Barbera F., 2006, Stress, Individui e Società, Napoli, Liguori editore
  2. Stora, J.-B., 2004. Lo Stress, Roma, Carocci editore
  3. American Psychiatric Association. Sleep-Wake Disorders. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition Text Revision (DSM-5-TR). Arlington, VA: American Psychiatric Association, 2022

Sitografia

  1. Eus J. W. Van Someren ,2019, Brain mechanisms of insomnia: new perspectives on causes and consequences https://doi.org/10.1152/physrev.00046.2019
  2. Palagini L., Geoffroy P.A., Gehrman P.R.,Miniati M., Gemignani A., Riemann D., 2023 Potential genetic and epigenetic mechanisms in insomnia: A systematic review https://doi.org/10.1111/jsr.13868
  3. Palagini L., Hertenstein E., Riemann D., Nissen C. Sleep, insomnia and mental health,2022https://doi.org/10.1111/jsr.13628
  4. Riemann D, Benz F, Dressle RJ, et al. Insomnia disorder: state of the science and challenges for the future. J Sleep Res 2022; 31: e13604.et al., Insomnia disorder: State of the science and challenges for the future. DOI: 10.1111/jsr.13604

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