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Esercizio fisico, neurotrasmettitori e depressione

Sin dai tempi di Ippocrate e Galeno è noto il beneficio dell’esercizio fisico per la salute umana e nel quotidiano. La ricerca scientifica focalizza gli studi nell’individuare la modalità di azione e i marcatori biologici.

Introduzione

Fin dai tempi dell’antica Roma si è sempre saputo che l’esercizio fisico fa bene alla salute psicofisica dell’uomo: “mens sana in corpore sano”. Tutti noi quando svolgiamo una regolare attività fisica ne godiamo i benefici sia fisici, con un corpo tonico e scattante, sia psichici con generale benessere, sia mentali. L’esercizio fisico ci fa sentire più giovani, il corpo si rivitalizza, migliora la memoria, la concentrazione, l’attenzione, il sonno, l’appetito e l’umore. Tanto che si consiglia un regolare esercizio fisico come terapia per la depressione e l’ansia. Ci sentiamo più forti, più determinati, vitali e sicuri.

Lo studio dell’esercizio fisico

Oggi la ricerca scientifica mette a fuoco i meccanismi fisici e biologici che ci producono benessere psicofisico e regolano il tono dell’umore e l’ansia. In laboratorio si testano, nelle cavie e nell’uomo, i valori dei neurotrasmettitori (composti chimici fisiologici che mediano e regolano l’impulso nervoso). Un importante studio scientifico di Hamed Alizadeh Pahlav (2024), pubblicato su Science Direct, Elsevier, mette in luce il possibile ruolo della terapia dell’esercizio fisico nella cura della depressione. L’esercizio fisico costante, mediato dai neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, noradrenalina, endorfine, GABA, glutammato, BDNF, irisina, oressina, NPY, triptofano e recettori colinergici) migliora la depressione e l’ansia (Ross, 2022).

Depressione e l’esercizio fisico

La depressione è un disturbo mentale comune ed è una delle principali cause di disabilità in tutto il mondo. A livello globale, circa 300 milioni di persone sono affette da depressione. Le donne sono più colpite rispetto agli uomini. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il peso globale dei disturbi mentali continua a crescere con un conseguente impatto sulla salute e sui principali aspetti sociali, umani ed economici (ISS, 2018).

Ippocrate (460 – c. 370 a.C.) e Galeno (129 – c. 216 d.C.) furono tra i primi a esaltare le virtù dell’esercizio (o del movimento) (Tipton, 2014). Solo però molti secoli dopo, Robert Burton fece specifico riferimento all’esercizio fisico come una delle diverse cure per la malinconia nell’Anatomia della malinconia (c.1621) (Bate, 2017). Tuttavia, il beneficio dell’esercizio fisico per le condizioni neuropsichiatriche non fu riconosciuto più formalmente fino alla metà del XX secolo (Knudson AB, 1949). 

Lo studio sistematico dell’esercizio fisico come potenziale modalità terapeutica per la depressione iniziò solo nel 1968 con il lavoro pionieristico di William P. Morgan. Da allora, l’interesse nello sviluppo dell’esercizio fisico come trattamento per la depressione è cresciuto in modo esponenziale. In letteratura scientifica ci sono molti studi dell’esercizio fisico come terapia singola o combinata con antidepressivi, psicoterapia e cure standard nella depressione. Gli studi più recenti sono quelli in terapia combinata (Ross, 2022).

La salute del cervello (o mentale) è indissolubilmente legata alla salute del corpo (Scott, 2016) e l’esercizio fisico ha una potente capacità di stimolare la comunicazione tra il muscolo scheletrico e il cervello (Pedersen, 2019).

Neuro-trasmettitori ed esercizio fisico

La serotonina e la noradrenalina sono dei neuro-trasmettitori che svolgono un ruolo importante, integrale e complesso nella depressione. Molti farmaci antidepressivi funzionano aumentando la loro concentrazione nel sistema nervoso e una riduzione di questi neuro trasmettitori, in persone precedentemente depresse, provoca una ricaduta della malattia.

L’interruzione del funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (asse HPA), la riduzione del fattore neurotrofico del cervello (BDNF) e l’immuno-infiammazione sono anch’essi collegati alla malattia depressiva e si normalizzano con gli antidepressivi e l’esercizio fisico. Il fattore neurotrofico (BDNF) è una proteina che facilita la crescita, la sopravvivenza delle cellule nervose, la trasmissione dell’impulso nervoso e attenua i comportamenti depressivi. Esso è prodotto dalle cellule muscolari e sembra sia rilasciato in circolo durante l’attività fisica aerobica (corsa, nuoto ecc.). L’attività muscolare, in risposta all’esercizio fisico, può rilasciare le miochine (proteine): esse hanno un’attività antinfiammatoria e antidepressiva.

Lechin e colleghi hanno riportato significativi aumenti di serotonina e di noradrenalina dopo 5 minuti di esercizio fisico sul tapis roulant in soggetti con disturbo depressivo maggiore (MDD). Essi hanno indicato che l’esercizio ha il potenziale di influenzare acutamente l’attività serotoninergica o noradrenergica nel depresso. Melancon e colleghi hanno riferito che una sessione di 60 minuti di esercizio fisico aerobico moderato aumenta acutamente il triptofano libero (precursore della serotonina) negli anziani non depressi (Ross, 2022).

Anche lo stress prolungato, con gli ormoni ad esso collegati, e l’infiammazione, con la proteina C reattiva, possono influenzare negativamente l’umore, inducendo depressione.  L’esercizio fisico aerobico sembra essere un potente stimolatore del sistema immunitario, capace di ridurre l’infiammazione (Ross, 2022).

Considerazioni

Gli studi attuali indicano che l’esercizio fisico può essere efficace quanto la farmacoterapia nel ridurre i sintomi depressivi, in particolare a mio avviso nelle forme lievi di depressione e/o all’inizio della malattia. Soprattutto l’attività fisica aerobica, più di quella di resistenza, è impiegata nella terapia per la depressione sia come monoterapia che associata ai farmaci e/o alla psicoterapia. Nelle forme cliniche medio-gravi il paziente non avrebbe la forza d’animo e la volontà necessaria per farla con regolarità. Probabilmente, in questi casi, l’esercizio fisico in associazione terapeutica avrebbe migliore facilità d’impiego.

A tutti è noto che una regolare attività fisica è necessaria per il benessere psicofisico. Essa contrasta i danni della vita sedentaria e combatte le malattie cardiovascolari e metaboliche (diabete). L’esercizio fisico ha un costo limitato ed accessibile a tutti, migliora la nostra forma, il tono dell’umore e può essere un valido aiuto terapeutico contro la depressione. Esso se è fatto con gradualità di allenamento e con adeguata moderazione, meglio se aiutati da un istruttore, induce un positivo cambiamento di vita e previene ricadute nella depressione.

Maurilio Tavormina

Bibliografia

  1. Bate J. (2017) L’anatomia della malinconia rivisitata. The Lancet 2017; 389 (10081): 1790–1791. [ Google Scholar ]
  2. Istituto Superiore della Sanità (ISS, 2018) “Salute mentale – Aspetti epidemiologici”, 11.10.2018 https://www.epicentro.iss.it/mentale/epidemiologia-mondo.
  3. Knudson AB, Davis JE. Medically prescribed exercises for neuropsychiatric patients; the Veterans Administration program. J Am Med Assoc 1949; 140(13): 1090–1095. [PubMed] [Google Scholar]
  4. Morgan WP. Selected physiological and psychomotor correlates of depression in psychiatric patients. Res Q 1968; 39(4): 1037–1043. [PubMed] [Google Scholar]
  5. Pahlavi HA (2024). “Possible role of exercise therapy on depression: Effector neurotransmitters as key players” – ScienceDirect, Behavioural Brain Research, Vol. 459, 29.02.2024
  6. Pedersen BK. (2019) Physical activity and muscle-brain crosstalk. Nat Rev Endocrinol 2019; 15(7): 383–392. [PubMed] [Google Scholar]
  7. Ross RE,VanDerwerker CJ, Saladin ME, Gregory CM (2022) The role of exercise in the treatment of depression: biological underpinnings and clinical outcomes. Molecular Psychiatry, 17.10.2022   Pub Med DOI: 10.1038/s41380-022-01819-w
  8. Scott KM, Lim C, Al-Hamzawi A, Alonso J, Bruffaerts R, Caldas-de-Almeida JM et al. (2016) Association of Mental Disorders With Subsequent Chronic Physical Conditions: World Mental Health Surveys From 17 Countries. JAMA Psychiatry 2016; 73(2): 150–158. [PMC free article] [PubMed] [Google Scholar]
  9. Tipton CM. (2014) The history of “Exercise Is Medicine” in ancient civilizations. Advances in Physiology Education 2014; 38 (2): 109–117. [ Articolo gratuito PMC ] [ PubMed ] [ Google Scholar ]
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