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Arte e prevenzione del suicidio

L’arte ha sempre raccontato il dolore umano, ma può anche diventare uno strumento per sensibilizzare e prevenire il suicidio. Tra pittura, fotografia e installazioni, il messaggio di sofferenza si trasforma in un dialogo sociale.

Il suicidio nell’arte: da tema tragico a consapevolezza collettiva

Il suicidio rappresenta una delle principali cause di morte a livello globale. Secondo recenti dati, negli ultimi 30 anni il numero di suicidi è diminuito, con un calo della mortalità da 15 a 9 decessi ogni 100.000 persone. Tuttavia, si registrano ancora circa 740.000 suicidi all’anno, equivalenti a una persona che muore per suicidio ogni 43 secondi. Identificare le popolazioni più a rischio è una componente essenziale di una strategia completa e sempre più personalizzata di prevenzione del suicidio (GBD 2021 Suicide Collaborators, 2025).

L’eziologia del suicidio è multifattoriale: fattori ambientali, sociali e biologici sono alla base dei gesti autolesivi. Il suicidio non è solo un dramma personale, ma un fenomeno che interroga la società. Gli artisti hanno da sempre rappresentato la sofferenza psichica legata al porre fine alla vita. Pensiamo alla rappresentazione eroica dell’autolesionismo in “Cleopatra” di Guido Cagnacci (1660) o alla disperazione romantica di Ophelia nel dipinto di Millais (1851).

L’arte contemporanea affronta invece il tema con una prospettiva critica, mettendo in luce le cause psicologiche e sociali alla base del gesto autolesivo. Questa evoluzione riflette un cambiamento culturale: il suicidio è riconosciuto come una questione di salute pubblica e non più solo come un tabù.

L’arte come specchio del dolore psichico

Opere iconiche come “L’Urlo” di Munch o “Il suicidio di Dorothy Hale” di Frida Kahlo trasmettono il tormento interiore e la solitudine che possono portare a gesti estremi. Kahlo, nel suo controverso dipinto del 1938, rappresenta la tragica fine di Dorothy Hale con una narrazione visiva che ricorda gli ex-voto messicani. La sequenza della caduta mostra il suicidio come un evento drammatico, ma anche come un segnale della sofferenza nascosta.

Un altro esempio significativo è il lavoro di Francesca Woodman, fotografa americana morta suicida a soli 22 anni. Le sue immagini evocano un senso di dissolvenza e fragilità, quasi una premonizione della sua fine. Le sue fotografie non sono solo arte, ma un grido di dolore e un tentativo di essere vista nella sua sofferenza psichica.

 Il legame tra creatività e vulnerabilità

Molti artisti che hanno trattato il suicidio nelle loro opere hanno vissuto in prima persona la fragilità della salute mentale. Frida Kahlo ha sublimato il suo dolore in arte, mentre lo scrittore e drammaturgo Yukio Mishima ha teatralizzato il proprio suicidio come gesto estremo di ribellione. Questo legame tra creatività e sofferenza mentale è da sempre analizzato. L’arte è sia un mezzo di espressione che di resistenza alla disperazione (Jamison, 2004).

Installazioni artistiche per la prevenzione del suicidio

Oggi l’arte non si limita a rappresentare il suicidio, ma diventa anche uno strumento attivo di sensibilizzazione e prevenzione. Tra le iniziative più impattanti troviamo:

Project 84 (2018) è un’installazione dello street artist Mark Jenkins a Londra. 84 figure incappucciate sono state collocate sui tetti per ricordare il numero di suicidi settimanali nel Regno Unito. L’opera ha acceso il dibattito pubblico sulla necessità di azioni concrete per la prevenzione del suicidio.

– The Last Photo (2024) è una campagna fotografica dell’organizzazione CALM. Essa ha mostrato immagini di persone pochi giorni prima del suicidio, sottolineando come il dolore psichico possa non essere visibile in superficie.

– Tree Knitting (2018) è un progetto italiano promosso dal Comune di Padova e dall’Associazione De Leo Fund Onlus. Gli alberi sono stati trasformati in installazioni colorate per sensibilizzare sulla prevenzione del suicidio e offrire supporto ai sopravvissuti al lutto.

– Disagio Dentro, mostra allestita nel 2022 al Palazzo di Giustizia di Milano, ha denunciato l’alto numero di suicidi nelle carceri italiane.

Un crescente corpo di ricerca collega le arti a risultati positivi sulla salute. Una recente revisione sistematica ha esaminato come differenti forme di espressione artistica sono state utilizzate per affrontare la prevenzione del suicidio e la sopravvivenza in differenti contesti in Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti (Sonke et al. 2021).

L’arte come risorsa per la salute mentale e la prevenzione del suicidio

Numerosi studi scientifici dimostrano che le esperienze artistiche possono favorire la resilienza emotiva e la consapevolezza. Poiché la creatività può essere curativa, le persone con disturbi dell’umore possono rivolgersi istintivamente all’arte per aiutarsi. Alcuni potenziali benefici della creatività artistica per la salute mentale includono: riduzione dello stress, migliori capacità di adattamento, riduzione della depressione e dell’ansia (Regev et al., 2018).

L’arte non solo racconta il suicidio, ma lo trasforma in una conversazione collettiva. Installazioni, fotografie e performance stimolano il dibattito, aiutano a combattere il pregiudizio e promuovono la salute mentale.

Antonella Litta

Bibliografia

  1. GBD 2021 Suicide Collaborators. Global, regional, and national burden of suicide, 1990-2021: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2021. Lancet Public Health. 2025 Mar;10(3):e189-e202. doi: 10.1016/S2468-2667(25)00006-4. Epub 2025 Feb 19.
  2. CALM (2023). The Last Photo: Understanding Suicide through Photograph. London: Mental Health Foundation.
  3. Regev D, Cohen-Yatziv L. Effectiveness of art therapy with adult clients in 2018—what progress has been made?. Front Psychol. 2018;9:1531. doi:10.3389/fpsyg.2018.01531
  4. Sonke J, Sams K, Morgan-Daniel J, Pumariega A, Mallick F, Pesata V, Olsen N. Systematic Review of Arts-Based Interventions to Address Suicide Prevention and Survivorship in Australia, Canada, the United Kingdom, and the United States of America. Health Promot Pract. 2021 May;22(1_suppl):53S-63S. doi: 10.1177/1524839921996350. PMID: 33942639.
  5. Kay Redfield Jamison Toccato dal fuoco. Editore Tea, 2004.

Foto: Envato Elements

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