Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

La nota stonata! Il capro espiatorio

Il capro espiatorio è la vittima di un meccanismo difensivo da parte di un sistema sociale, familiare o intrapsichico. Può trattarsi di una persona o di un gruppo di persone, su cui vengono proiettate colpe altrui. Con la finalità di mantenere l’equilibrio.

Introduzione

Questo è un tema profondo dove la psicologia, la filosofia, la sociologia e la psichiatria vanno a braccetto! In un contesto psichiatrico e psicoterapeutico il capro espiatorio assume il significato di meccanismo difensivo. La proiezione e la identificazione proiettiva.

Proiezione: meccanismo difensivo attraverso cui si attribuisce ad altra persona (o a un gruppo) emozioni e/o cose che non si riesce ad accettare dentro di sé. Identificazione proiettiva: non solo proiettiamo sull’altro parti che noi rinneghiamo, ma anche spingiamo l’altro a identificarsi con le nostre proiezioni e con il comportamento rinnegato. Attraverso la proiezione e la identificazione proiettiva viene mantenuta una percezione positiva di sé, negando le proprie responsabilità (1).

Un po’ di storia

Questo è un fenomeno antico come l’uomo. L’espressione deriva dalla Bibbia (Levitico 16), dove un capro veniva simbolicamente caricato dei peccati del popolo e poi scacciato nel deserto. Il popolo ha sempre avuto bisogno di un capro espiatorio. Una comunità rafforza la sua coesione concentrando la sua aggressività su una vittima. Il nemico esterno permette di rafforzare i confini identitari del gruppo. Dai sacrifici umani alla caccia alle streghe, e linciaggi e sobillamenti, risalgono sin dai tempi della preistoria. Catastrofi, epidemie, carestie e cattivi raccolti, ma anche invidia e frustrazione possono portare al bisogno di identificare un colpevole. Di fronte all’incomprensibile (come la peste ad esempio), si costruisce una spiegazione coerente e condivisa.   Questo fenomeno era una forma di contenimento simbolico dell’angoscia e della paura, rafforzando la coesione interna del gruppo (2).

Capro espiatorio e Medioevo

Nel Medioevo vi erano popolari riti catartici e liberatori dove una figura simbolica veniva caricata di significati negativi e scacciata. Un fantoccio, un animale o persino una persona ai margini della società potevano essere sacrificati a scopo purificatorio. In questa epoca la figura di capro espiatorio è profondamente legata alla religione, alla superstizione ed è espressione delle dinamiche sociali dell’epoca. Ricordiamo la persecuzione degli eretici, ad es. i catari e i valdesi per sanare crisi sociali e politiche. Accusarli di alleanze con il diavolo serviva a consolidare e fortificare l’unità religiosa e politica della Chiesa. La persecuzione di ebrei durante pestilenze o carestie, accusati di avvelenare i pozzi. Le persecuzioni servivano a fornire una causa certa a spaventosi eventi incontrollabili come la Peste Nera (3).

Capro espiatorio e Rinascimento

Verso la fine del Medioevo, nel passaggio verso l’epoca rinascimentale comparve il fenomeno dei processi per stregoneria. Molte donne divennero capri espiatori per spiegare fenomeni naturali inspiegabili e rassicurare così gli animi. Durante il Rinascimento (XIV-XVI secolo), il capro espiatorio sarà religioso (vedi le guerre di religione). Politico (le lotte per il potere tra monarchie, città-stato e potenze religiose), per cui individui scomodi per la fazione politica del momento venivano accusati di tradimento ed eliminati.  Al fine di placare tensioni interne o consolidare un potere traballante. Sociale dove le minoranze etniche o religiose (come gli ebrei) furono spesso usate come capri espiatori.

In epoca moderna e post-moderna

Ricordiamo i nemici interni da sacrificare nella Rivoluzione francese, nei totalitarismi in politica del XX secolo (nazismo, stalinismo per citarne alcuni). Nella società contemporanea osserviamo il capro espiatorio mediatico, ad esempio, nella caccia al colpevole dei media producendo così una catarsi sociale spesso più emotiva che razionale. Il capro espiatorio viene cercato nei conflitti identitari. Immigrati, minoranze e stranieri: nelle crisi economiche o sociali. Qui l’altro viene identificato come fonte del problema. Lo osserviamo nei discorsi populisti, dove i migranti, ad esempio, sono il bersaglio di ansie per il lavoro, la sicurezza o per l’identità culturale.

Una figura sacrificabile emerge spesso anche nei gruppi sociali (scuole, aziende, comunità). Su questa figura convergono tensioni interne non elaborate in momenti di difficoltà. Così, a volte in modo poco consapevole, la maggioranza si schiera contro una minoranza (anche singola persona), attaccandola, svalutandola, criticandola. Minoranza che diviene responsabile del disfunzionamento del gruppo. “Sono la nota stonata” utilizzata nel titolo deriva dalla descrizione di una mia amica delle dinamiche gruppali presenti nell’azienda dove lavora.

Capro espiatorio famigliare

Nel campo della psichiatria non è raro osservare il fenomeno del capro espiatorio. In una famiglia disfunzionale, creare il capro espiatorio aiuta il resto della famiglia a mantenere il controllo. La famiglia sarebbe sana e più felice se non ci fosse quel dato individuo con i suoi problemi! Nel sistema famiglia le tensioni generano alleanze, coalizioni e triangolazioni tra due o più membri del gruppo. E portano all’individuazione del paziente designato, che è colui che assume su di sé il carico emotivo dell’intera sofferenza della famiglia, per mantenerne l’unità e la stabilità. I sintomi psichici del paziente designato/capro espiatorio rappresentano una soluzione, nel loro essere patologici, per proteggere la famiglia. Nella maggioranza dei casi sono i figli a far la parte del capro espiatorio.

In questa dinamica non è possibile individuare, però, vittime e colpevoli. Questo processo relazionale è un processo circolare. Da una parte i genitori cercano di risolvere le proprie difficoltà coniugali coinvolgendo il figlio. Dall’altra, il figlio sceglie di sacrificarsi e assumere su di sé la responsabilità di risolvere le difficoltà della sua famiglia. Qui il processo di identificazione proiettiva viene portato all’estremo. I genitori identificano nel figlio parti negative e indesiderate di sé e lo spingono a comportarsi nei modi tipici di quell’identità negativa proiettata. Così il bambino viene indotto a identificarsi con le proiezioni del genitore (4).

Capro espiatorio e figlio d’oro

Spesso il figlio svalutato viene confrontato con il figlio prediletto idealizzato e coccolato che corrisponde alle aspettative del genitore. Scelto perché il genitore si proietta in quelle qualità positive che ha sempre desiderate per sé, oppure perché più facile da gestire. Oppure scelto perché più bisognoso consentendogli di giocare il ruolo del genitore perfetto. Entrambe le tipologie di figli si conformano alle proiezioni dei loro genitori per restarne in contatto e ridurre tensioni e conflitti. Il figlio d’oro vissuto attraverso elogi e privilegi non meritati, lotterà con un sottostante senso di vuoto, mentre il capro espiatorio porterà con sé senso di impotenza e vergogna. Altre conseguenze sul piano psichico possono essere scarsa autostima, depressione, ansia, disturbi psicosomatici (1).

La guarigione o il miglioramento del capro espiatorio (la sua ribellione) tenderà a far reagire il sistema famiglia che cercherà di ripristinare lo status quo ante. Infatti, il sottrarsi del capro espiatorio sposterà l’equilibrio e questo metterà in crisi la famiglia, costretta a mettere in discussione le proprie dinamiche interne.

Considerazioni

Gli esseri umani cercano un capro espiatorio quando non riescono a mettere in discussione parti di sé scomode o rinnegate. Il bisogno di coerenza narrativa in personalità rigide e con funzionamento fragile fa sì che vengano scaricate sull’esterno le responsabilità dei fallimenti. Il male non è in me, ma fuori di me. Una forma di difesa dell’Io funzionale alla sopravvivenza: senza un persecutore esterno, l’angoscia interna rischia di non trovare forma. La ricerca di un capro espiatorio, in conclusione, dà senso al dolore, protegge dall’instabilità interna e         legittima reazioni forti (rabbia, vendetta, chiusura).

Immacolata d’Errico

Sitografia

  1. https://www.ubiminor.org/interventi/esperienze-educazioni/4389-identificazione-proiettiva-nella-famiglia-narcisistica.html
  2. https://www.geopop.it/capri-espiatori-da-dove-deriva-il-nostro-bisogno-di-vittime-sacrificali/
  3. https://vasodipandora.online/capro-espiatorio-un-colpevole-da-immolare-la-storia-e-lorigine-psicologica/
  4. https://psicologinews.it/il-paziente-designato-in-terapia-da-capro-espiatorio-a-risorsa-nell-ottica-sistemico-relazionale/

Foto: “The scapegoat (Il capro espiatorio)” di William Holman Hunt (1827-1910), Wikipedia

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Il capro espiatorio di William Holman Hunt (1827-1910)

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