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La Psicologia Cross-Culturale e le difficoltà degli studenti stranieri

In Italia, la maggioranza degli studenti stranieri provengono da paesi del terzo mondo. Di solito appartengono a famiglie con svantaggio socioculturale e questo non favorisce l’apprendimento scolastico. La psicologia Cross-Culturale studia le relazioni tra il contesto culturale dello sviluppo umano e i comportamenti in una determinata cultura.

L’approccio della Psicologia Cross-Culturale ha mostrato che alcuni processi cognitivi legati all’apprendimento scolastico subiscono una maggiore influenza da parte della cultura di appartenenza. Essi sono: l’apprendimento, la memoria, il problem solving, il ragionamento e l’alfabetizzazione.

Gli insegnanti italiani nelle scuole si trovano a dover affrontare una serie di difficoltà che riguardano gli studenti stranieri. Spesso sono presenti problematiche riguardanti lo svantaggio linguistico, i problemi emotivo-motivazionali, problemi emotivi, motivazionali, familiari ed eventuali deficit psichici, come quelli cognitivi e le difficoltà di apprendimento.

Le difficoltà degli studenti stranieri

Organizzare una scuola multietnica oggi non è per niente facile. Un’interessante analisi delle difficoltà scolastiche incontrate dagli studenti stranieri nel nostro contesto nazionale, è stata condotta da Demetrio e Favaro nel 1997. I professionisti hanno rilevato che gli studenti stranieri, rispetto a quelli italiani, presentano maggiori ritardi e insuccessi scolastici. In particolare, le maggiori differenze sono nel numero di anni di permanenza in Italia, nel livello culturale e nelle difficoltà linguistiche. Si registra una differenza significativa anche nel basso status sociale della famiglia e nell’apprendimento (Demetrio et al., 1997).

Uno studio interessante è stato condotto da Folgheraiter e Tressoldi, nel 2003, per capire meglio quali fattori favoriscono l’apprendimento scolastico degli studenti stranieri. I risultati della ricerca indicano che, per distinguere tra studenti stranieri con e senza difficoltà e per predire le difficoltà, è necessario considerare diversi fattori. Essi sono: il numero di anni di permanenza in Italia e di frequenza della scuola e l’intelligenza non verbale. Inoltre, è opportuno tener conto della lingua usata in famiglia, l’ampiezza del vocabolario la motivazione ad apprendere, lo status socioeconomico della famiglia (Folgheraiter et al., 2003).

Questa serie di fattori può indurre erroneamente l’idea che lo studente straniero presenti difficoltà d’apprendimento e di sviluppo cognitivo molto più estese. Uno grosso contributo è dato dalla Psicologia Cross-Culturale che fornisce la risposta sulle differenze qualitative nei processi cognitivi tra i differenti gruppi culturali.

Gli interventi

 Lo svantaggio scolastico è un’area molto ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit tra gli studenti stranieri. In Italia, nel sistema scolastico c’è la possibilità di intervenire dal punto di vista didattico per favorire l’apprendimento negli studenti con varie difficoltà.

Gli strumenti di intervento per migliorare l’apprendimento e favorire la carriera scolastica possono riguardare gli studenti con disabilità certificata. Interessano coloro che hanno problemi di linguaggio e comunicazione a causa di deficit visivi e uditivi. Inoltre, riguardano gli studenti che presentano situazioni di svantaggio sociale o ambientali. Infine, interessano studenti con difficoltà di apprendimento tali da compromettere in modo significativo la frequenza e il percorso d’istruzione. Tali strumenti d’intervento sono denominati Bisogni Educativi Speciali (BES).

Per gli studenti stranieri è prioritario che la scuola favorisca un possibile adattamento dei programmi di studio per i singoli alunni. La priorità è garantire una valutazione che tenga conto della loro storia scolastica precedente, degli esiti raggiunti, delle abilità e delle competenze essenziali acquisite. È necessario predisporre un piano personalizzato biennale per il primo ciclo d’istruzione o annuale per il secondo ciclo, al fine di favorire l’apprendimento.

La Psicologia Cross-Culturale come approccio più specifico può informarci se esistono differenze quantitative nei processi cognitivi tra i differenti gruppi culturali.

La Psicologia Cross-Culturale

La psicologia Cross-Culturale studia le relazioni tra il contesto culturale e i comportamenti degli individui che crescono in una determinata cultura. Il campo di applicazione della disciplina è molto ampio. La Psicologia Cross-Culturale si definisce come lo studio delle similitudini e delle differenze nei processi psicologici individuali e collettivi, in gruppi etnici e culturali diversi. Inoltre, mette in relazione i rapporti tra le variabili psicologiche e quelle socioculturali, ecologiche e biologiche (Marieddu et al., 2006).

L’obiettivo principale dell’approccio Cross- Culturale è quello di rispondere a tre domande:

1. Esistono differenze qualitative nei processi cognitivi tra i differenti gruppi culturali?

2. Esistono differenze quantitative nei processi cognitivi tra i differenti gruppi culturali?

3. Le caratteristiche dello sviluppo di operazioni cognitive e la loro organizzazione sono uniformi in tutti i gruppi o sono differenti tra i gruppi?

Dalle ricerche condotte nel campo, il numero di anni di scolarizzazione si è dimostrato il miglior predittore della performance nell’apprendimento degli studenti stranieri. Ferguson ha invece ipotizzato che i differenti ambienti culturali portano allo sviluppo di differenti modelli di abilità. Alcuni studi della psicologia Cross-Culturale hanno mostrato che, tra i processi cognitivi legati all’apprendimento scolastico, quelli che subiscono una maggiore influenza da parte della cultura di appartenenza sono: l’apprendimento, la memoria, il problem solving, il ragionamento e l’alfabetizzazione.

Conclusione

Per una buona valutazione delle difficoltà degli studenti stranieri, è opportuno conoscere quali siano le abitudini del sistema educativo del loro paese di origine. Non bisogna dimenticare, infatti, che alcuni ostacoli all’apprendimento possono essere dovuti al passaggio da un determinato sistema educativo a un altro. Non è certo possibile analizzare tutti i sistemi educativi presenti nei vari Paesi del mondo da cui provengono gli studenti stranieri in Italia. È opportuno riconoscere che l’apprendimento può essere influenzato, sia dallo svantaggio socioculturale, sia dalle caratteristiche della lingua ed anche dal sistema educativo.

Inoltre, la rigidità, l’ampiezza dei programmi, dei testi scolastici, il sistema di valutazione e l’affollamento delle classi ostacolano il raggiungimento degli obiettivi educativi. Nelle aree rurali l’inadeguatezza e irrilevanza dell’insegnamento sono spesso all’origine dell’insuccesso e dell’abbandono scolastico.

Maria Rosaria Juli

Bibliografia  

  1. Demetrio D. e Favaro G. (1997), Bambini stranieri a scuola: Accoglienza e didattica interculturale nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare, Firenze, La Nuova Italia.
  2.  Folgheraiter K. e Tressoldi P.E. (2003), Apprendimento scolastico degli alunni stranieri: Quali fattori lo favoriscono?, «Psicologia dell’Educazione e della Formazione», vol. 3, pp. 365.
  3.  Marieddu M, Duca V., Cornoldi C. (2006), Difficoltà di apprendimento scolastico degli studenti stranieri. Edizioni Erickson Trento.

Foto: Envato Elements

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