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Web, social network, sicurezza ed inquietudine

Può il web.2.0 scacciare l’inquietudine? Questo brevissimo articolo propone l’idea di un rapporto positivo tra web e percezione della sicurezza. La rete può diventare un mezzo per alimentare tale percezione e combattere l’inquietudine legata a determinati avvenimenti della nostra vita.

Introduzione

Cavallari ci dice: «Non dobbiamo vederla la sicurezza, per poterla sentire». Tale affermazione è assai interessante: avvertiamo sicurezza quando non ne siamo esposti. Chi di noi si sentirebbe sicuro in un luogo massicciamente presidiato da polizia? Nessuno. Se tante forze destinate alla protezione del cittadino sono presenti… allora abbiamo ben motivo di temere.

Potremmo definire l’inquietudine come quell’emozione che nasce dalla percezione dell’ambiguità. La percezione di un pericolo non definito, che potrebbe arrivare a noi da qualunque luogo o direzione ci suscita inquietudine. Per ambiguità si intende qualcosa che non riusciamo a capire e definire chiaramente. Ciò ci procura incertezza e quindi un’ansia poco direzionata che definiamo inquietudine. L’inquietudine, infatti, appartiene ai colori dell’ansia.

Il web e l’inquietudine

 La nostra società è composta da innumerevoli reti di relazioni. Tra queste rientrano a pieno titolo i social network. Reti reali e reti della rete sono contemporanee nella nostra società. Ormai è impossibile non considerare le reti sociali create nel web alla pari con le reti sociali della vita quotidiana. Infatti, entrambe sono caratterizzate da valori comuni e organizzazione sociale (Castells, 2006). Entrambe propongono una cultura partecipativa (Jenkins 2006) e possono creare e mantenere coesione sociale (Elster, 1993). Che siano blog, forum, applicazioni o le grandi e note Fb e Instagram esse offrono un luogo ove partecipare informazioni e relazioni.

La rete, negli ultimi anni ha funzionato come le reti reali: ha calamitato compassione, coagulato le emozioni delle persone, ampliato la portata dell’aiuto reciproco. Un nuovo modo di sostenersi a vicenda a distanza. Nel tempo si sono viste diverse forme di aggregazione e mutuo aiuto tra gli argonauti della rete (Tessarolo 2012).

I grandi eventi drammatici degli ultimi anni sono stati, infatti, teatro di questo grande cambiamento. Il sostegno, l’aiuto, la condivisone e la co-partecipazione viaggiano nel virtuale. Ne sono esempi la partecipazione della rete nell’aiutare a ritrovare gli scomparsi, nel promuovere campagne di solidarietà, nel segnalare abusi, catastrofi, ruberie o altro.

In alcune occasioni vedi le recenti catastrofi naturali o i grandi eventi drammatici degli ultimi anni (attacchi alle torri gemelle e Bataclan- Cavallari 2006) la rete ha funzionato da grancassa. Messaggi rivolti a famigliari e amici che rassicuravano di aver visto qualcuno o messaggi di allerta e ricerca. La funzione Safety Check attivata da FB in occasione dell’attentato del Bataclan ne è un esempio.

Il web in nostro aiuto

La rete diventa un enorme gruppo diffuso che amplia e fa risuonare messaggi di sostegno. Ciò può aiutare a promuovere una sensazione di sicurezza. Tale nuova ipotesi di sicurezza che corre in rete è interessante: i soggetti sono creatori e fruitori contemporaneamente. Ciò permette a tutti noi di essere attivatori di sicurezza e fruitori. Un avanzamento interessante. Una nuova forma di partecipazione consapevole ed attiva che può affiancare le modalità tradizionali.

Certi social network possono fare la differenza perché sono sempre con noi. Ci entriamo ogni giorno magari più volte al giorno. In essi possiamo trovare il modo di impegnarci nel sostenere e proteggere. Che sia un cane smarrito o bisognoso di attenzione o un allarme per qualche situazione, possono essere utili a farci sentire più protetti. 

Il governo Italiano ha ideato un sistema di alert messaggistico: It- Alert. Si tratta di un messaggio di testo che arriva sullo smartphone del cittadino. Il messaggio, inviato della protezione civile, informa tutti coloro che sono in una determinata zona di possibili pericoli: terremoti, incendi, collassi di dighe, maremoti, incidenti in stabilimenti industriali, ecc. L’identità di chi lo riceve non viene raccolta. Un sistema di protezione che può essere utile in determinate situazioni e contribuire a salvare vite.

La rete infinita delle relazioni benché virtuali può aiutare a infonderci una sensazione di sicurezza impalpabile ma reale (Cavallari 2006). La rete e la tecnologia possono diventare mezzi per proteggere e custodire le persone.

Patrizia Amici

Bibliografia

  1. Castells M. Galassia internet, Feltrinelli, Milano, 2006.
  2. Cavallari B. Safety Check: social network e sentimento di sicurezza. 2024, Sens public: https: //doi.org. 10.7202/1043646ar
  3. Elster J. Come si studia la società. Il mulino, Bologna, 1993.
  4. Tessarolo M. Il web 2.0 e la socialità virtuale. Comunicazione Sociale, 2012, 2, 371-385
  5. Jenkins H. Conseguence culture: Where old and New media, Collide University Press, New York 2006

Foto: Envato Elements

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