Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

Sanità, quanto costi

Affrontare oggi le più diffuse patologie psichiatriche richiede un importante investimento in termini finanziari, di personale, di strutture e di costi della ricerca scientifica. Bisogna per questo incrementare costantemente le risorse disponibili. Ma ciò non è sempre possibile. Il sindacato medico ANAAO ha sviluppato una ricerca sui costi delle prestazioni della sanità pubblica. La ricerca ha analizzato i ricoveri e le prestazioni sanitarie. Ha denunciato un persistente definanziamento del SSN. Ha evidenziato la transizione in atto verso un sistema sanitario privatistico basato sulle assicurazioni.

Introduzione

Garantire una efficace risposta alle più diffuse patologie psichiatriche è oggi molto più complesso a causa dell’aumento vertiginoso dei costi per la sanità. Essi sono causati da inflazione, costo dei farmaci e delle attrezzature sanitarie. I fondi disponibili non riescono a coprire nemmeno i costi necessari per aggiornare le tecnologie già operative.

Le risorse disponibili sono insufficienti a garantire lo sviluppo della ricerca scientifica, sempre più affidata agli investimenti dei privati e delle aziende farmaceutiche. Esse, naturalmente, perseguono i loro interessi di mercato (Di Munzio, 1998).

Le carenze di personale

Una delle più preoccupanti conseguenze della carenza di fondi è forse quella di non garantire il reclutamento del personale necessario a compensare il turn over. Gli operatori in servizio diminuiscono di anno in anno a causa del flusso dei pensionamenti e della fuga dei professionisti verso il privato e verso l’estero, che garantiscono salari migliori (Di Munzio, 2019).

Orientamenti della sanità privata imprenditoriale

Ma perché il privato non si fa carico della cura delle patologie più gravi? Né tantomeno investire nelle nuove terapie? Forse perché queste hanno bisogno di grandi investimenti e di tanto tempo per cominciare a garantire risultati visibili. La ricerca, come è noto, costa molto e quella sui nuovi farmaci ha bisogno di lunghe fasi di sperimentazione, di costose strumentazioni e di tecnologie. Tutte cose spesso molto costose. Senza contare che molte volte la ricerca conduce a fallimenti ed a esiti incerti. Il privato imprenditoriale tende a non fornire prestazioni costose, né tantomeno ad accettare pazienti con bassa aspettativa di vita, ma a selezionare la sua clientela sulla base di due prerequisiti:

  1. Una discreta disponibilità economica, perché tutto è a pagamento.
  2. Una buona aspettativa di vita, perché ha bisogno del tempo necessario ad erogare un numero di prestazioni sufficienti a coprire i costi.

È per questi due motivi che non è possibile una vera competizione tra sanità pubblica e privata. La prima è statutariamente universale e gratuita, la seconda è parte di un mercato della salute capace di offrire buone prestazioni … ma per pazienti benestanti. Generalmente garantisce una eccellente accoglienza alberghiera, è spesso dotata delle tecnologie più moderne (Di Munzio, 1998).

La sanità dei meno abbienti

E i meno abbienti? Questi pazienti la sanità privata non li prende in considerazione, non potrebbero sostenerne le spese. Presto senza il Servizio Sanitario Nazionale i pazienti senza disponibilità economica, anche in Italia come in America, potranno solo affollare i residuali ospedali pubblici.

Già scontiamo le lunghe liste d’attesa per prestazioni specialistiche o per indagini di laboratorio o di radiodiagnostica.

Pochi però sanno quanto costerebbero le cure sanitarie se ognuno dovesse pagarle di tasca propria. Ed è difficile saperlo quando si è sani. Soprattutto per quelle cure lunghe e costose come quelle oncologiche, cardiologiche o persino quelle per patologie croniche che richiedono ricoveri ripetuti nel tempo.

La ricerca ANAAO sui costi dell’assistenza

Ci ha pensato il sindacato medico ANAAO Assomed (Report ANAAO, 2025) a fare i conti dei costi per l’assistenza. Dal suo report annuale risulta che si spendono circa 1200 euro al giorno per un ricovero in un qualunque ospedale privato. Senza contare, poi, l’eventuale parcella aggiuntiva del chirurgo, che varia in genere da 3000 a 10000 euro per la sola prestazione. Ad essa si sommano poi tutte le spese relative al ricovero, a cominciare dal posto letto e dai costi dell’assistenza alla persona.

“Senza il Servizio Sanitario Nazionale, che oggi grava su tutti i cittadini progressivamente con la fiscalità generale – conclude il report dell’ANAAO – il conto delle cure sarebbe assai salato”. Poi elenca in sequenza tutti i costi, prestazione per prestazione.

Per questi motivi, e non solo, è imprescindibile adeguare di anno in anno gli stanziamenti necessari per mantenere livelli di efficienza accettabili e il funzionamento del sistema. Infatti, la domanda finale che si pone il report è la seguente “… vogliamo mantenere in piedi l’attuale sistema sanitario o siamo pronti a drastici cambiamenti?”.

Prima di addentrarci in questa seconda ipotesi dovremmo conoscere i costi delle cure nel privato. Gli autori della ricerca si sono posti questa domanda e hanno fatto i conti di ricoveri, interventi chirurgici, follow-up specialistici e check up.

I risultati dimostrano che un semplice ricovero costa da 422 a 1278 euro al giorno, passando da una bassa a un’alta complessità assistenziale. Ma a questi costi bisogna sommare una media di 1200 euro per ogni ora di sala operatoria, 600 euro per una degenza in un reparto chirurgico. Oppure 400 in un reparto di medicina o 165 per un ricovero ordinario di degenza post acuzie (ANAAO, 2025).

Riflessioni

L’ANAAO conclude la sua ricerca ponendosi alcune domande, rivolte a politici ed ai cittadini-utenti.

  1. Volete ancora un sistema sanitario pubblico e universalistico, finanziato da tutti i cittadini tramite la fiscalità generale?
  2. Che ruolo riservate alla sanità pubblica nella scala delle vostre priorità?
  3. Ritenete che il Servizio Sanitario Nazionale sia un bene comune da difendere? O volete cambiare e optare per un sistema più selettivo?
  4. Quanta parte della ricchezza nazionale prodotta ogni anno (PIL) siete disposti a far destinare alla salute?

Il confronto con l’Europa è desolante. Se investiremo meno risorse, dovremo necessariamente virare verso un sistema sanitario molto più selettivo (ANAAO, 2025).

Conclusioni

Dovremo quindi cominciare a pensare seriamente a sottoscrivere una buona assicurazione, scegliendo attentamente fra le varie compagnie assicurative che possano proporre polizze competitive anche in presenza di persone con diversi problemi di salute (CENSIS 58° Rapporto sulla situazione sociale del paese, 2024).

In questo sfortunato caso anche trovare un’assicurazione disponibile sarà difficile e più costoso.

Walter Di Munzio

Bibliografia

  1. ANAAO Report 2025: I costi dell’assistenza sanitaria.
  2. Di Munzio W. (a cura di): Lineamenti di Management in Psichiatria. Riorganizzazione e rilancio dei servizi di salute mentale. Idelson-Gnocchi Editore, Napoli, 2019.
  3. Di Munzio W. (a cura di): Valutazione Costi Management, FrancoAngeli, Roma, 1998.
  4. Di Munzio W.: Report Finale della ricerca di comunità sugli esiti della pandemia condotta sul territorio, Report Finale, Cava de’ Tirreni, 2021.
  5. 58° Rapporto sulla situazione sociale del paese, anno 2024, Ed. CENSIS, Roma 2024.

Foto: Envato Elements

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