Introduzione
L’amore deve essere saldo come le mura portanti che sorreggono un edificio. Esse devono essere intatte, la presenza di una crepa, o l’assenza in uno dei pilastri, determina un precario disequilibrio. Esso prima o poi porterà al crollo della casa o a un malessere dei singoli.
Che cos’è l’amore? Una domanda intensa, a cui una risposta semplice sembra essere riduttiva. Della stessa etimologia i linguisti discutono. L’amore deriva dal latino amor (nominativo di amor, genitivo amoris), da amare, voler bene, amare con passione. La parola amore, tuttavia, racchiude in sé un lungo percorso etimologico. Parte da un concetto di desiderio, un legame affettivo profondo (dal sanscrito karma, desiderio) che, passando per il latino, arriva fino all’italiano moderno (Devoto Oli).
Per amore si intende un intenso sentimento di affetto, che si declina in varie accezioni a seconda della relazione. L’amore può essere filiale, materno, paterno, passionale, per Dio o per l’arte.
Il termine amore può anche descrivere la virtù umana della gentilezza e della compassione, della vicinanza disinteressata.
L’amore e le sue declinazioni per gli antichi Greci
Per definire l’amore, gli antichi Greci utilizzavano tre termini differenti a seconda del contesto con significati peculiari. Il termine Eros (ἔρως) che descrive l’amore passionale, erotico, spesso associato al desiderio e all’attrazione fisica. La parola Philia (φιλία) per indicare una relazione di amicizia, affetto, legato alla stima, alla simpatia e alla fiducia reciproca. Agape (ἀγάπη)è l’amore altruistico, disinteressato, spesso con connotazioni religiose.
Love bombing
Il love bombing, dall’inglese bombardamento d’amore, è una tecnica di seduzione manipolativa col fine di esercitare il controllo ed il potere sul proprio partner. Il love bomber è un narcisista che ricopre di attenzioni, amore e ammirazione l’altra persona. La vittima, incantata, all’inizio potrebbe mettere in dubbio quanto sta accadendo. Ma davvero sono così ai suoi occhi? Un amore da favola proprio a me?” e confondere questa relazione con una sana affettività (Singer, 1998).
Le vittime, infatti, sono persone dotate di spiccata sensibilità ed empatia nella cui storia di vita hanno già incontrato un amore malato. Possono essere avvicinate dal manipolatore in un momento di particolare vulnerabilità.
Il termine love bombing è stato coniato dai membri della Chiesa dell’Unificazione, fondato da Sun Myung Moon, negli anni ’70. Un termine nato per descrivere il meccanismo attraverso il quale i capi di alcune sette religiose carpiscono gli adepti, per poi esercitare controllo sulle loro vite. Nel 1998 Margaret Singer, psicologa americana, ha utilizzato questo termine per applicarlo alle relazioni di tipo tossico e manipolativo.
Il love bombing attraversa 4 fasi: idealizzazione, svalutazione, ghosting e recupero. Nella fase dell’idealizzazione l’altro viene riempito di regali, complimenti e attenzioni. Segue poi la fase di svalutazione in cui l’abuso emotivo è caratterizzato da critiche mortificanti e la vittima cerca di riprendere il suo ruolo. La svalutazione è il preludio della fase successiva in cui il love bomber si chiude e scompare. Non risponde più a nessun messaggio. Infine, il carnefice riprende il circolo vizioso se non ha trovato un’altra vittima sacrificale (Singer, 1998).
L’amore idealizzato
La prima fase dell’innamoramento, la cosiddetta luna di miele, è caratterizzata dall’idealizzazione. Questa fase interessa anche l’amicizia, che rappresenta una forma di affetto. L’idealizzazione può portare a un forte legame iniziale e a un senso di felicità e soddisfazione. Tuttavia, il crollo dell’idealizzazione determina rabbia, frustrazione e incomprensioni.
La capacità di vedere l’altro nelle sue imperfezioni e volergli bene senza confondere i suoi bisogni con i propri, non è innata. Si pensi ai genitori che investono di aspettative i figli, senza considerarne i desideri, le fantasie e le attitudini.
Molto spesso, nel mio lavoro così come nella vita quotidiana, incontro persone incapaci di amare incondizionatamente. Coppie che recitano la parte di innamorati, nascondendo a sé e agli altri malumori e dissapori. Amicizie che si interrompono per delusioni effimere. Figli che vivono in costante conflitto con i genitori perché non si sentono amati e vorrebbero cambiarli.
L’idealizzazione è problematica quando persiste nel tempo e impedisce una visione realistica del partner e la costruzione di una relazione autentica (Recalcati, 2019).
L’amore incarnato
La fase iniziale dell’amore è caratterizzata, appunto, dall’ idealizzazione, ricca di passione e povera di elementi saldi che si costruiscono nel tempo. Motore di questa fase, infatti, sarebbe l’istinto sessuale. L’aspetto fisico, e altri fattori, giocherebbero infatti un ruolo decisivo nel selezionare possibili compagni o compagne.
Nel corso del tempo gli altri elementi (affetto, attaccamento) possono crescere e la passione fisica può diminuire d’importanza, mantenendo però quell’equilibrio alla base della relazione. In questa fase, detta “attrazione“, si giudica il partner al di là di come appare. Si valutano diversi fattori come la sua cultura, i suoi valori, le relazioni interpersonali e il suo modo di stare nel mondo. In questa fase, pertanto, si apprezza il/la compagno/a nella sua pura interiorità.
Nella fase dell’attaccamento, la persona si concentra sul singolo compagno e la fedeltà assume importanza. Ormai si apprezza il/la compagno/a in sé e per sé, in modo pieno e totale, forti delle due fasi precedenti ma ora consapevoli di tutto il proprio percorso interiore. Ora non si amano più caratteristiche determinate, siano esse materiali o spirituali, ma l’uomo/la donna in quanto tali (Attili, 2017).
Erich Fromm (1969), psicoanalista di origine tedesca, nel suo libro L’arte di amare ha sostenuto che l’amore non descrive il sentimento fine a sé stesso, ma anche i comportamenti sottesi. Il cosiddetto sentimento d’amore sarebbe superficiale rispetto al proprio impegno di amare attraverso una serie di azioni amorevoli nel corso del tempo.
L’amore è per Fromm, una scelta consapevole che nelle sue fasi iniziali potrebbe nascere come un sentimento involontario. Poi, però, non dipende più solo da quei sentimenti, ma piuttosto da un impegno consapevole. L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo! Per comprendere appieno quanto definito in queste due frasi, risulta necessario approfondire due concetti. Essi sembrano essere, spesso, basilari per la formazione e la durata stessa di un legame: la capacità di amare e il narcisismo, descritto sopra (Fromm, 1969).
L’amore in adolescenza
Gli adolescenti amano intensamente ed in maniera idealizzata. L’idealizzazione in questa fase di vita è importante per potersi rapportare all’altro, diverso da sé. Spesso, tuttavia, è difficile trasformare l’innamoramento in amore, superando l’idealizzazione. Sull’altro, infatti, vengono cercate tutte le qualità o le mancanze che non si riescono ad osservare dentro di sé. Lo scopo è quello di ricreare una sorta di completezza come era vissuta nel rapporto con i genitori durante l’infanzia.
Quando si è innamorati si è contenti, euforici ed inebriati. Ci si sente invincibili. La rottura della relazione si carica, dunque, di delusione e frustrazione per la perdita di questo benessere. Quanto più il legame con la persona amata sarà esclusivo e fusionale, tanto più le conseguenze di una rottura saranno pesanti. Poiché con la perdita dell’altro si perdono anche parti di sé.
La ricerca dell’unicità è un altro importante elemento dell’amore adolescenziale. Lo si può notare attraverso la scoperta della gelosia dell’altro e la paura che esista una terza persona che possa rubare quell’amore così potente che si sta vivendo.
Considerazioni
L’amore è sentimento complesso che si declina in vari aspetti relazionali. Alla base di una relazione sana vi è rispetto per sé e per l’altro, empatia e impegno reciproco ad amarsi. Nel narcisismo, invece, l’investimento amoroso anziché interessarsi agli altri, per noi significativi, è focalizzato su di sé, portando a un impoverimento dell’affettività rivolta agli altri.
Se ci si accorgere di essere all’interno di una relazione patologica, l’unica soluzione è chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta per essere sostenuti ad interrompere subito la relazione. Non vi è possibilità alcuna di cambiare il partner. Accorgersi di ritrovarsi in un amore malato è il primo passo per potersi svincolare da una situazione patologica.
Alba Cervone
Bibliografia
- Attili G. Il cervello in amore, Le donne e gli uomini ai tempi delle neuroscienze, il Mulino, Bologna, 2017
- From E. L’arte di amare, Mondadori, 1969
- Recalcati M. Mantieni il bacio, Feltrinelli editore, 2019
- Singer M., Lalich J.T. Psicoterapie «Folli». Conoscerle e difendersi – Erickson, 1998
Sitografia
Instagram: gruppo giovani Eda Italia onlus
Foto: Envato Elements