L’essere umano ha, come ci insegnano i Classici dell’ellenismo, una parentela con gli dei. Le nozze di Cadmo ed Armonia furono l’ultima volta che mortali ed immortali sedettero allo stesso tavolo. Gli dei donarono ai mortali la possibilità di vivere passioni, emozioni ed anche l’innamoramento. Ma presto furono invidiosi dell’intensità e passionalità con la quale gli umani le vivevano e le resero ancor più brevi e stimolanti. I mortali vivono ogni esperienza con la consapevolezza della morte, privi della serenità degli dei, padroni dell’immortalità. (Calasso, 2004).
Emozioni e passioni possono incidere sull’umore del depresso, ma il terapeuta deve essere vigile per la loro natura effimera e per i contraccolpi sul paziente.
«Tu non sai cosa ho fatto quel giorno quando io la incontrai» (Celentano, 1969)
Non ci soffermiamo qui a discutere inutilmente sull’enorme differenza tra innamoramento ed amore. È ben nota e su di essa sono stati già versati fiumi di inchiostro. L’innamoramento e le passioni sono quelle situazioni, rare, che vivendole esonerano temporaneamente l’essere umano dalla depressione.
In particolare, chi attraversa un innamoramento percepisce sé stesso quale padrone dell’universo. Se il soggetto è sofferente di depressione dimentica la tristezza e qualora fosse in trattamento, anche di assumere le terapia.
Allora tutto risolto, tonnellate di studi clinici e farmacologici, migliaia di libri e testi sacri gettati alle ortiche? Non proprio. L’innamoramento per la sua natura effimera può essere di grave danno per un paziente depresso. Il soggetto depresso se non corrisposto dalla persona amata esaurisce il serbatoio di vitalità donato dal sentimento. Ne segue una spirale di depressione ancor più marcata di quanto lo fosse prima; sarà compito del professionista curante d’interrompere il buio ripiombato sul malcapitato.
«Mi prese del costui piacer si forte che, come vedi ancor non m’abbandona» (Dante Inf. Canto X)
L’ innamoramento corrisposto forse, come celebrato dal Poeta, è ancora peggio di quello sopra descritto. Gli dei come detto sono padroni dell’eternità ma schiavi della noia di ciò che sarà per sempre. Pertanto, sono invidiosi della intensità con la quale due umani vivono la passione consapevoli della loro caducità e si divertono a trasformarla in sofferenza e dolore.
Nell’ innamoramento l’euforia, l’entusiasmo, il potenziamento delle capacità cognitive, il miglioramento di ogni tipo di performance esalta il paziente. Si sente libero dalla depressione, ma, ahimè, l’attenzione degli dei è su di esso. Gli dei spiano dal buco della serratura le vittime di Cupido. Invidiano sentimenti cosi passionali vissuti dai mortali con quello stato di ambivalente felicità. Ambivalente in quanto se da un lato i due percepiscono un esperienza quasi mistica, sono allo stesso tempo tristemente consapevoli, che questo stato finirà presto o tardi (Brasi, 1987).
Gli dei usano la condizione mortale per trasformare l’improvvisa felicità di un innamoramento in sofferenza a causa della presenza di legami d’amore preesistenti, la lontananza, la situazione economica, lavorativa e motivazioni etiche.
L’idillio tra Paolo e Francesca (Dante) è spezzato brutalmente dal di lei marito, paradigma di tanti amori storici spezzati dalla furia del destino. Ricordiamo il disperato urlo d’amore contro il fato in “Amami Alfredo” di Violetta prossima alla morte nella Traviata di Giuseppe Verdi. Il gioco dei veleni che separa con la morte Romeo e Giulietta. “La sventurata rispose” nella Gertrude del Manzoni.
Gli stessi uomini ricordano attraverso le opere, l’arte, la letteratura ed i film, come l’innamoramento sia una serena brezza che anticipa una tempesta di tregenda. Sinteticamente “Les fueilles mortes” di Prevert meno crudamente dei passi citati, a sintesi, ricorda che la vita (gli dei, ndr) separa silenziosamente chi si ama.
Come aiutare i pazienti depressi vittime dell’innamoramento?
L’eclissarsi della nutrita speranza che l’innamoramento possa cancellare la depressione, riporterà il depresso verso il terapeuta, sia esso uno psicoterapeuta o uno psichiatra. La depressione del paziente si somma alla lacerante nostalgia della dolce esperienza perduta e ritenuta irripetibile. È come la delusione di un bambino al quale è stato donato un anelato giocattolo e subito dopo gli è stato sottratto con la forza.
È compito del terapeuta dare la certezza della propria forza a contenere il flusso di emozioni del paziente. Certo un terapeuta non può cambiare la condizione umana, ma può essere una presenza continua e famigliare; quindi, la migliore risposta al cinismo degli dei. Lavora con un ascolto continuo atto a rinforzare i legami veri e non soggetti alle passioni, quelli che chiamiamo amore e non innamoramento. E comunque ricordare al paziente che, per quanto dolorosi siano i distacchi, gli innamoramenti ci riportano mentalmente alle nozze di Cadmio ed Armonia. Quel banchetto nel quale noi umani ci sentimmo nell’umore degli dei e mai così vicini all’ immortalità (Calasso, 2004).
Freud definiva l’innamoramento come una sorta di psicosi, quindi uno stato di malattia. Unica malattia dalla quale tutti paradossalmente vorrebbero essere affetti una volta nella vita (Gazzillo, 2013). Come ogni malattia, se si sopravvive, il paziente avrà bisogno di una convalescenza. La tempesta emotiva di un innamoramento illude il paziente depresso ed è di ancor più complicata risoluzione per il terapeuta rispetto ad un soggetto sano.
Gianluca Lisa
Bibliografia
- Alberoni F. Innamoramento ed amore. Ed. Garzanti. 1979
- AlighieriD. Divina Commedia Inferno V canto, https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-v.html
- Brasi A. Dialoghi romani. Editore Amadeo. 1987
- Calasso R. Le nozze di Cadmio ed Armonia, Gli Adelphi. 2004
- Celentano A. Storia d’amore. Ed. Clan. 1969
- Gazzillo F, Ortu F. Sigmund Freud, la costruzione di un sapere– Carrocci editore. 2013
- Prevert J. Les fueilles mortes https://www.sololibri.net/Le-foglie-morte-di-Jacques-Prevert-testo-analisi-commento.html
- Manzoni G. I Promessi Sposi cap. X° https://promessisposi.weebly.com/capitolo-x.html
- Verdi G. La Traviata. F.M. Piave. 2012
Disegno: “La notte”. Gianluca Lisa, 2025