Le parole del terzo numero di Depressione Stop
Siamo giunti al terzo numero del 2025 di Depressione Stop. Questo numero, così come ogni anno, ha il titolo degli eventi della Giornata Europea sulla Depressione che si tengono in tutta Italia. Il tema scelto “La depressione in un mondo in corsa” rappresenta il momento attuale che la società stiamo vivendo. È un periodo difficile, ricco di conflitti e di grandi sofferenze. È un mondo in cui le parole possono contribuire a moderare le relazioni conflittuali e tossiche.
Una delle principali caratteristiche della divulgazione della nostra rivista e degli eventi che la EDA Italia Onlus propone è quello di usare parole con uno stile moderato ed equilibrato. I redattori di Depressione Stop sono esemplari. A loro è chiesto di fare informazione e divulgazione scientifica utilizzando parole semplici, chiare e comprensibili alla popolazione generale. E lo fanno costantemente con parole rigorose e tecniche.
Per qualche like in più
Parlare di argomenti scientifici, culturalmente impegnativi, richiede uno sforzo divulgativo enorme. Le parole usate dai redattori sono rigorose e tecnicamente adeguate alla facile comprensione. La comunicazione in un mondo di grandi divulgatori non professionali impone ancora di più la necessità di fare attenzione a come usare le parole.
I lettori di Depressione Stop noteranno il rispetto delle regole comunicative e dell’uso di parole scientificamente appropriate. Sono, infatti, usate parole che sono comprensibili per il lettore, ma che non deviano dal sapere scientifico. La nostra rivista non ha bisogno di ricevere un facile consenso o qualche like in più (Lien et al., 2025). La nostra rivista fa parte della comunità scientifica e culturale.
Non semplici parole
Le parole dei nostri redattori sono comprensibili, ma non superficiali. Non seguono le mode del momento o si adagiano nel linguaggio generale. I nostri redattori sono tutti professionisti della salute mentale e come tali sono nutriti dal sapere scientifico. Un sapere che ha i confini aperti alle altre arti; usa le parole tipiche degli altri saperi. I coordinatori delle rubriche di Depressione Stop dedicate alle arti ne sono un fulgido esempio.
Usare bene le parole
Il compito dei professionisti della salute mentale è quello di usare lo strumento che gli appartiene: la conoscenza (Ivic et al., 2025). I redattori della Carta di Trieste, purtroppo orientata verso l’obblio, nel 2010 lanciarono un grido di allarme: «I mass media devono usare bene le parole».
La Carta di Trieste è “un codice etico per i giornalisti e gli operatori dell’informazione sulle notizie concernenti cittadini con disturbo mentale”. I suoi redattori ritennero necessario fornire delle indicazioni per una comunicazione giornalistica e divulgativa adeguata. Usare parole e termini appropriati, non generalizzare i concetti, evitare alcune espressioni comuni stigmatizzanti, erano solo alcune delle indicazioni della Carta.
Le parole della domenica
La Carta di Tieste invitava i comunicatori della salute mentale a fare attenzione nell’usare parole stigmatizzanti, ad esempio l’uso di aggettivazione dei disturbi psichiatrici (Franza, 2024). Ancora oggi si ascoltano parole nel linguaggio della informazione, come schizofrenico o delirante, come aggettivi di eventi al di fuori di un contenuto clinico. La “folla delirante” dopo un successo sportivo lasciamolo ai commenti dei tifosi. Sono questi solo semplici esempi. I nostri redattori hanno il compito di usare parole in maniera adeguata e lo fanno splendidamente.
Riappropriamoci delle parole
Tutto ciò ha numerosi obiettivi: informare, diffondere e comunicare il sapere scientifico della salute mentale. Ma soprattutto il compito di combattere lo stigma dei disturbi mentali. Dobbiamo esser rigorosi nell’utilizzo delle parole scientifiche. I termini tecnici sono così: rigorosi e necessari. Il nostro compito è quello di usare le parole per fornire indicazioni chiare e precise. I nostri redattori svolgono adeguatamente questo compito in maniera rigorosa e scientifica. E non è facile. In questo mondo che corre siamo costretti a correre anche noi sperando di non cadere.
Conclusioni
Le parole sono l’essenza della comunicazione. Gli articoli di Depressione Stop rappresentano la conoscenza, la competenza e le sapienze dei redattori. Le loro parole riproducono l’eleganza, la determinazione e la libertà del sapere scientifico e culturale. Non esistono, tuttavia, parole senza inciampi. Si può cadere in qualche errore di comunicazione perché è facile e naturale cadere.
La redazione di Depressione Stop non è solo una rete di condivisione ma anche una rete protettiva. Semplicemente perché le parole, lo “spirito” e l’atmosfera dell’EDA Italia ONLUS pervadono la rivista. Buona lettura.
Francesco Franza
Suggerimenti di lettura
- Carta di Trieste: chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.news-forumsalutementale.it/public/Carta_di_Trieste_2011.pdf
- Franza F. Combattere lo stigma nei disturbi psichiatrici: il ruolo della stampa. In: “Ce la farò! La depressione giovanile: aspetti clinici e sociali” (AA.VV., eds). Quaderni di Telos. 2024 (1), pp. 101-126.
- Ivic RK et al. Messaging and Information in Mental Health Communication on Social Media: Computational and Quantitative Analysis. JMIR Infodemiology. 2025 Jul 3;5:e48230
- Lien YJ et al. Exploring mental health literacy on twitter: A machine learning approach. J Affect Disord. 2025 Aug 1;382:296-303.
Foto: Envato Elements







