La “instabilità dell’umore”, più che la “depressione”, è il problema principale che il medico clinico deve comprendere nel trattare un paziente con disturbi dell’umore. Questo si correla al concetto fondamentale che l’episodio depressivo è solo una fase del più ampio “disturbo bipolare dell’umore”, che è una malattia che comprende l’alternanza di periodi di depressione e di euforia (Tavormina G, 2013; Akiskal H, 2000).
I disturbi dello spettro bipolare
I disturbi dello spettro bipolare, comprese le forme non ancora clinicamente evidenti, sono malattie molto comuni, più di quanto non si creda. Queste condizioni sono spesso sottovalutate, mal diagnosticate, inefficacemente trattate o non curate del tutto (Agius M et al, 2007). Una diagnosi non corretta di queste malattie, con cure inadeguate, può condurre a vari problemi di salute, spesso con gravi conseguenze tra cui abusi di sostanze, problemi lavorativi, stragi familiari e suicidi (Rihmer Z et al, 2010).
Molto spesso i pazienti con disturbi depressivi e bipolari hanno ricevuto una diagnosi corretta dopo diversi anni dall’insorgenza della malattia: vari studi hanno confermato che i pazienti con disturbo bipolare ricevono una diagnosi corretta con 25 anni di ritardo in media dall’inizio della loro malattia (McCraw S et al, 2014; Tavormina G, 2018).
Riflessioni sui disturbi dell’umore
Lo psichiatra clinico incontra spesso difficoltà nel diagnosticare correttamente il disturbo dell’umore che sta valutando, soprattutto se si trova in presenza dei cosiddetti “quadri misti”, per la contemporaneità di tristezza, apatia, tensione, irritabilità e impulsività. Tutto questo perché i pazienti nell’elencare i loro sintomi si concentrano prevalentemente sulla sofferenza depressiva (e meno sull’aspetto di inquietudine e agitazione: la cosiddetta “disforia”. Loro inducono così i medici all’errore diagnostico e terapeutico facendo loro prescrivere frequentemente solo farmaci antidepressivi o antidepressivi con tranquillanti minori (le benzodiazepine).
Questa associazione farmacologica può essere dannosa per l’evoluzione delle malattie del quadro misto (Tavormina G, 2016), nonché della cronicizzazione delle stesse. Esse determinano l’incremento della cosiddetta “mixity” durante i periodi depressivi. Questo è un concetto che comprende i sintomi più insidiosi dei disturbi dell’umore, quelli dei quadri misti, per la presenza contemporanea di depressione, irrequietezza, irritabilità e confusione. Essi possono causare un aumento del rischio suicidario (Akiskal H, 2007).
In conseguenza di quanto detto si comprende che è consigliato curare queste malattie con farmaci della categoria dei “regolatori dell’umore” in associazione con un antidepressivo (preferibilmente a bassi dosaggi), e utilizzare le benzodiazepine all’occorrenza. Il motto dello psichiatra clinico deve essere: “ad una corretta diagnosi segue sempre una corretta terapia”.
Giuseppe Tavormina
Bibliografia
- Akiskal HS, Bourgeois ML, Angst J, et al.: Re-evaluating the prevalence of and diagnostic composition within the broad clinical spectrum of bipolar disorders. J Affect Disord. 2000 Sep;59, Suppl 1:5-30.
- Akiskal HS: Targeting suicide prevention to modifiable risk factors: has bipolar II been overlooked? – Acta Psychiatr Scand 116: 395-402, 2007
- Agius M, Tavormina G, et al.: Need to improve diagnosis and treatment for bipolar disorder. Br J Psych 2007; 190: 189-191.
- Rihmer Z, Akiskal HS, et al. Current research on affective temperaments. Current Opinion in Psychiatry 2010; 23: 12-18.
- Tavormina G – “An introduction to the bipolar spectrum” – The management of bipolar spectrum disorder (CEPIP); august 2013; 3-6.
- McCraw S, Parker G, et al. The duration of undiagnosed bipolar disorder: effect on outcomes and treatment response. J Affect Disord 2014 Oct;168: 422-9.
- Tavormina G – An approach to treat bipolar disorders mixed states – Psychiatria Danubina 2016; 28: suppl 1: 9-12.
- Tavormina G – How understanding the temperaments can help clinicians to make a correct diagnosis of bipolar mood disorders: 10 case reports – (Psychiatria Danubina, 2018; 30: supp 7: 398-400).