L’autrice, nel suo libro autobiografico, ha cercato di descrivere e spiegare al lettore la malattia bipolare. Ciò sia a chi ne soffra (per dargli sostegno e coraggio) che a chi non ne soffra (al fine di aiutarlo a meglio comprenderle).
La malattia bipolare descritta da chi la vive
Oggi si parla parecchio rispetto al passato (per fortuna) di queste malattie, c’è la volontà-necessità della popolazione di “capire” i disturbi dell’umore. Cosa sono la depressione, la malattia bipolare, le oscillazioni dell’umore, le fasi di mania/ipomania alternate a quelle depressive, i sintomi ad essi connessi. In questo caso ci si trova davanti ad un libro scritto non da un professionista del settore ma da chi ha sofferto e vissuto questa patologia. I “libri professionali”, se pur scritti in modo semplice e divulgativo, appaiono spesso come libri “tecnici”. In questo caso invece abbiamo un libro “vissuto”, “raccontato”, con la credibilità del racconto personale di vita vissuta.
L’autrice racconta la propria vita permeata dalla malattia bipolare (con tutto l’iter nel raggiungere l’inizio di una valida terapia) con elevata qualità artistico-letteraria. Lei descrive sé stessa e i suoi percorsi di vita quasi come sfogliando l’album fotografico della propria vita, con un garbato distacco descrittivo. Abbiamo nello stesso tempo un’importante attenzione nel raccontare gli stati d’animo e i sintomi vissuti nelle fasi critiche.
Ne esce un breve romanzo che scorre fluido dalla prima all’ultima pagina con uno stile asciutto ed essenziale. Esso permea il lettore del pathos della sua sofferenza passata ma anche di una serenità acquisita in un presente pregno di considerazioni che fondono insieme passato-presente-futuro. Gli sbalzi dell’umore alternati a fasi di apatia e angoscia, momenti di irritabilità o di ansia, di insonnia, fanno parte di questo libro. La perdita delle prospettive di un futuro, e poi della sua riconquista, sono i momenti in cui l’autrice descrive sé stessa e la malattia bipolare.
Riflessione dell’autrice
Scrive l’autrice in conclusione nel libro: “Non ho mai, e mai lo farò, voltato le spalle all’altrui dolore e cercherò sempre di dare anche il più piccolo contributo per essere da supporto. Credo sia questo il più grande insegnamento ricevuto in dono dalla mia malattia che mi ha reso fragile e forte al tempo stesso, vulnerabile e permeabile, quanto irremovibile e chiusa al tutto.”
Commento conclusivo
“Come farfalle sull’acqua” merita di diventare un libretto-simbolo nella divulgazione della conoscenza sulle malattie depressive e dell’umore in genere. In altri articoli è già stata sottolineata l’alta percentuale di distribuzione nella popolazione dei disturbi dell’umore. La malattia bipolare è una patologia molto diffusa e subdola nelle sue manifestazioni cliniche. Oggi è però una malattia curabile.
Parafrasando la prefazione, l’autrice ha dimostrato di essere una bella farfalla a cui le acque impervie della vita non hanno per nulla rovinato le ali.
Giuseppe Tavormina
Bibliografia:
- Come farfalle sull’acqua, di Monica Tedeschi – Letteratura Alternativa Edizioni, 2018
- Sito: www.edaitalia.org/come-farfalle-sullacqua/
Foto: di Giuseppe Tavormina, tratta dall’immagine di copertina del libro “Come Farfalle sull’Acqua”, di Monica Tedeschi