Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

Cerca
Close this search box.
Logo Eda
EDA Italia Onlus

Social network e malattie mentali

È necessario parlare sempre di più di salute mentale e depressione. Anche sui social network, dove è possibile raggiungere un vasto pubblico e normalizzare il problema. Ma ci sono dei rischi. Approssimazione e veicolazione di messaggi sbagliati sono alcuni degli errori da evitare. Specialmente da parte di chi ha un largo seguito.

Come vengono rappresentate le malattie mentali sui social network? Se ne parla in modo corretto? O si rischia di incorrere in errori e fraintendimenti, che a loro volta rischiano di veicolare messaggi sbagliati?

Soprattutto negli ultimi mesi depressione e disturbi dell’umore sono diventati dei veri e propri trend di discussione su Instagram e Facebook, per citare due delle piattaforme più utilizzate. Sono sempre di più le star che rompono il silenzio per raccontare dei loro problemi tra disturbi mentali e malattie dell’umore. Da un lato questo fenomeno aiuta a superare il tabù che da sempre accompagna questo tipo di malattie e a normalizzare il disagio psicologico. Dall’altro il rischio è di parlarne in modo incompleto, veicolando messaggi fuorvianti. Da qui l’importanza di affrontare il tema della depressione e dei disturbi dell’umore anche sui social network tramite l’aiuto di medici psichiatri ed esperti del settore.

Il caso Fedez

All’inizio di marzo il rapper Federico Lucia, in arte Fedez, 14,6 milioni di followers su Instagram, rompe il silenzio sui social. Per diversi giorni era sparito dai suoi account social, preoccupando non poco i suoi fans. “Ho preso uno psicofarmaco sbagliato”, ha spiegato a inizio marzo in un video. Con queste parole ha raccontato la depressione di cui aveva iniziato a soffrire dal momento in cui aveva scoperto di avere un tumore al pancreas. Ad allontanarlo dai social gli effetti collaterali causati da uno psicofarmaco che stava assumendo da gennaio e che ha deciso di sospendere immediatamente. A suo dire questo farmaco gli procurava un tic nervoso alla bocca e difficoltà nel parlare.

Social network, mass media e il video di Fedez

Come spiegato su tutte le principali testate nazionali, tra cui Il Giornale1, l’interruzione improvvisa dello psicofarmaco che stava assumendo ha sortito l’effetto contrario. Invece di stare meglio, Fedez ha visto peggiorare le sue condizioni di salute. “Oltre a darmi un annebbiamento importante a livello cognitivo, mi ha dato forti spasmi muscolari alle gambe”, ha spiegato. Su Instagram ha raccontato di aver avuto forti vertigini, mal di testa e nausea: “Ho perso cinque chili in quattro giorni”. Il rapper ha avuto il cosiddetto effetto di rimbalzo o effetto rebound, altra parola cercatissima sui motori di ricerca del web nei giorni seguenti.

 “Quando vi succede qualcosa di fortemente traumatico nella vita abbiate cura della vostra salute mentale ed emotiva”. È l’invito che Fedez rivolge al popolo dei social network che segue il suo profilo Instagram. Egli incoraggia a guardarsi dentro per non trascurare il proprio equilibrio dell’umore. Ma come evidenzia lo psichiatra Giuseppe Tavormina in un post su Facebook di marzo2, “nello stesso tempo il rapper dà informazioni fuorvianti circa la gestione dei problemi depressivi”. Infatti, nel momento del manifestarsi degli effetti collaterali in seguito alla prescrizione di una nuova terapia, “la prima cosa da fare sarebbe stata informare lo psichiatra di riferimento”. In questo modo “avrebbe potuto valutare un’eventuale sostituzione del farmaco, e non mollare tutto”, sottolinea ancora Tavormina.

Ciò che quindi si critica non è il fatto di parlare sui social della depressione o dei disturbi dell’umore, di cui anzi serve parlare, e molto. Viene criticata è la modalità di “autogestione della terapia” raccontata nel video, ascoltato poi da migliaia e migliaia di followers del rapper. Questi ultimi potrebbero fraintendere il messaggio e pensare di potersi a loro volta “autogestire” nell’assunzione o nella sospensione di farmaci.

#mentalhealth: parlare di malattie mentali in modo autentico

C’è bisogno di parlare di depressione, disturbi dell’umore e di malattie mentali in modo autentico anche e soprattutto sui social network. Come evidenzia un articolo pubblicato online dal sito Psicologinews3, “sono molti gli influencer che mostrando la loro vita danno forza a chi soffre dello stesso disturbo”. Successi e momenti di sconforto o difficoltà fanno capire agli utenti delle piattaforme social che i disturbi dell’umore sono problemi di tutti.

La dimostrazione che questo argomento sia diventato un vero e proprio trend topic è data dal numero di volte in cui l’hashtag #mentalhealth è stato usato per creare contenuti. Se ne contano 43,9 milioni su Instagram e 59,5 milioni su TikTok. Il dato viene dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’invito, ancora una volta, è però quello di fare attenzione al modo in cui si parla di disturbi mentali e depressione sui social network.

Come riporta un articolo pubblicato da L’Indipendente4, infatti, “da una parte parlare sui social network di salute mentale può agire come un flusso di prevenzione informale e un luogo di supporto per tanti utenti”. Dall’altra, però, “spesso emerge un problema: il modo in cui se ne parla”. Il confine tra sensibilizzazione e marketing non è sempre definito. Si rischia di trattare la malattia e i suoi effetti in modo superficiale, affidandosi ai consigli degli influencer piuttosto che di quelli di uno psichiatra.

Certo è che la testimonianza di personaggi famosi che sono riusciti a vedere la luce in questo “male oscuro” è molto preziosa. Aiuta a normalizzare il tema della salute mentale e della depressione. Non è sbagliato utilizzare i social network per parlare di disturbi mentali. Ma è sbagliato parlarne in modo approssimativo, o fornendo un’immagine distorta della realtà. Questo rischia solamente di aggravare la confusione e i pregiudizi sulla comune concezione sul tema della depressione.  

Chiara Balducchi

 Sitografia

1. Il Giornale, “Mi ha cambiato molto.” Effetto rebound: cosa è il disturbo di Fedez, 7 marzo 2023, https://www.ilgiornale.it/news/cultura-e-societ/effetto-rebound-cosa-disturbo-fedez-2123925.html

2. https://www.facebook.com/giuseppe.tavormina.39/posts/pfbid02cf8XQZXtFffzgQjLFHr3uhw26pWBzcaZAa5KDWEnta8oS6SqrbUKJ7yZpbFaxnBJl

3. Psicologinews, “La rappresentazione delle malattie mentali sui social networks”, 17 maggio 2022, https://psicologinews.it/la-rappresentazione-delle-malattie-mentali-sui-social-networks/ 4.      L’Indipendente, “#mentalhealth: la salute mentale si fa hashtag e gli influencer monetizzano”, 24 dicembre 2022, https://www.lindipendente.online/2022/12/24/mentalhealth-la-salute-mentale-si-fa-hastag-e-gli-influencer-monetizzano/

Foto: Envato Elements

0 0 voti
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Il più recente
Il più antico Il più votato
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti
Social network e malattie mentali

Ultime News

Socrate non era depresso_David_-_The_Death_of_Socrates.

Socrate non era depresso

Il suicidio di Socrate, il suo trascurare i beni materiali, la vita semplice e la divina voce interiore che lo indirizza nelle scelte potrebbero far pensare che soffrisse di depressione. Vedremo insieme quanto la sua vita sia stata un esempio di virtù, serenità ed equilibrio psichico.

Leggi ...

Macro Aree

Articoli Correlati di Categoria

0
Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero, si prega di commentarex

Newsletter

Puoi cancellare la tua iscrizione quando vuoi

newsletter