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Il Problema XXX.1 e la malinconia

Il Problema XXX.1, attribuito alla scuola di Aristotele, è un saggio di fisiopatologia dei disturbi mentali dell’antica Grecia. La protagonista è la bile nera che, se è eccedente e fredda provoca la depressione, se calda, abbondante e temperata è caratteristica degli uomini straordinari.

La storia del Problema XXX.1

Il Problema XXX.1, primo capitolo di un testo antico, il XXX della raccolta dei Problemata, è uno scritto attribuito per tradizione ad Aristotele. Esso però, probabilmente, è solo in parte il frutto del pensiero del celebre filosofo. Il Problema XXX.1 ha per titolo «La saggezza, l’intelletto, la sapienza», ed è considerato un’opera aristotelica da Cicerone, Plutarco, Galeno, Aulo Gellio e, probabilmente, anche da Seneca. Però, come afferma Bruno Centrone (2018) nel suo libro, non è certamente opera di Aristotele, bensì probabilmente il sunto di un’opera più ampia, scritta dal suo discepolo Teofrasto. Si tratta, infatti, di un’opera di scuola aristotelica che ponendo delle domande, affronta vari argomenti nelle risposte.

Il primo capitolo di questo affascinante testo antico ha come titolo: «Perché tutti gli uomini straordinari sono melancolici?» è uno studio sulle origini della melanconia. È una vera e propria monografia sulla bile nera, le cui variazioni nel sangue per quantità e calore sono nell’antichità considerate spesso come causa dell’umore melanconico. Quest’opera ha costituito nei secoli seguenti un importante punto di riferimento in molte trattazioni. Da Marsilio Ficino, filosofo, umanista e Robert Burton, saggista inglese, autore di Anatomia della melanconia, sino alle creazioni artistiche di Albrecht Dürer (Centrone 2018).

La malinconia, sia nelle sue forme più lievi sia patologiche, è quella condizione dell’anima, di genio e di follia, che è stata appunto al centro degli interessi della medicina, della psicologia e della filosofia sino ai giorni nostri.

La dottrina dei quattro umori

La dottrina dei quattro umori è un’antica spiegazione fisio-patologica della salute e delle malattie dell’uomo, sviluppata da Ippocrate di Coo, uno dei più importanti medici dell’antica Grecia. Essa supera la visione superstiziosa e religiosa della malattia causata dagli dèi o da influssi malefici e dà una spiegazione biologica dello stato di salute e di malattia.  

Secondo Ippocrate di Coo, il corpo umano è composto da quattro umori fondamentali, o fluidi corporei, che influenzano il temperamento e lo stato di salute dell’uomo. Essi sono:

  1. il sangue, caldo e umido, derivante dal cuore.
  2. la flegma, fredda e umida, proveniente dal cervello
  3. la bile gialla, calda e secca, secreta dal fegato
  4. la bile nera, fredda e secca, ha sede nella milza.

L’equilibrio di questi umori è essenziale per il buon funzionamento dell’organismo, mentre un disequilibrio può portare alla malattia. Questa teoria ha influenzato la medicina occidentale per molti secoli.

Il Problema XXX.1 e gli uomini straordinari

Il Problema XXX.1 pone l’accento sul fatto che tutti gli uomini eccezionali, famosi per le loro opere, sono naturalmente malinconici di temperamento o sono stati malinconici. L’autore cita grandi uomini della storia di quei tempi come Socrate, Platone, Aiace, Bellerofonte, Lisandro e lo stesso Ercole. Nel Problema XXX.1 si afferma il concetto che per essere straordinario bisogna avere un eccesso di calda bile nera come costituzione naturale e non occasionale.

Tale pensiero era in antitesi con quello della dottrina dei quattro umori nella quale la malinconia era causata da un eccesso di bile nera. Essa accumulandosi intorno al cuore, sede delle emozioni per gli antichi, impediva al sangue di dare il giusto nutrimento al corpo, determinando così la malattia.

Come può una persona malinconica, apatica e senza forze attuare grandi azioni e opere eccelse? Nel Problema XXX.1 la predisposizione dei poeti alla melanconia viene spiegata con il riscaldamento della bile nera. Essa, diventando calda, è in grado di favorire l’estro e l’ispirazione «che spingono al canto» e a «condizioni estatiche». La bile nera quando è abbondante e fredda può rendere le persone «ottuse e tarde». Di contro quando è copiosa e calda può rendere esaltati, pronti di spirito, loquaci e propensi ad abbandonarsi all’eros. Inoltre, «quando questo calore è vicino alla sede dell’intelletto, sono colpiti dalla malattie della follia o dall’invasamento entusiastico; di qui le Sibille, i Bacidi, e tutti gli ispirati dal dio, quando divengono tali non per malattia, ma per temperamento naturale» (Micheletti, 2023).   

Il filosofo greco «Trattando dei due poli della malinconia (caldo e freddo) avverte le persone talentuose e sensibili che “se non stanno attente, possono diventare estremamente malinconiche”. La depressione profonda e la mania possono portare alla tragedia, come dimostrano i destini di Aiace ed Ercole» (Marlies ter Borg, 2022). L’autore dell’antico testo esorta i malinconici a temperare il loro umore evitando gli estremi.

Il calore della bile nera e i melanconici

Se il «calore è mitigato secondo il giusto mezzo» – dice il Problema XXX.1 – i melancolici si mostrano più saggi e meno eccentrici, e si distinguono nel campo della cultura, delle arti, della politica. Se poi il «calore è vicino alla sede dell’intelletto», si producono gli stati di invasamento e ispirazione propri degli indovini.  

Un ulteriore fattore da considerare è la condizione momentanea del soggetto in preda a un’affezione. «Davanti a qualcosa di allarmante, ad esempio, dato che la paura raffredda, se la mescolanza è in quel momento più fredda, la persona reagirà da vile. Se la bile è più calda del dovuto, verrà ristabilita la giusta misura e il soggetto sarà padrone di sé stesso. Ora la melaina cholè è naturalmente fredda e non solo in superficie. In quella condizione, se abbonda nel corpo, produce apoplessia, torpore, sconforto e paura (954a 25). Tuttavia, quando è surriscaldato, produce allegria accompagnato dal canto, dall’estasi e dallo scoppio delle piaghe, e simili» (Marlies ter Borg, 2022).

Il filosofo greco nel riassunto conclusivo di Problema XXX.1 paragona melaina cholè (la bile nera) al vino. «Mescolato in una dose più o meno forte nel corpo, ci dà i nostri caratteri speciali» (Marlies ter Borg, 2022). In sostanza è come il vino che preso in moderate quantità può dare forza e coraggio, bevuto in dosi superiori, può portare disinibizione, allegria, irritabilità, aggressività e impulsività. A dosi ancora superiori può indurre sedazione, torpore, passività e sonno profondo.

Dal Problema XXX.1 al disturbo bipolare

Come abbiamo visto, secondo la dottrina dei quattro umori e nel Problema XXX.1, il variare della bile nera in quantità e temperatura può indurre la malattia o salute e saggezza. La malinconia si ha quando la bile è eccessiva e fredda. Diversamente se abbondante e calda, ma giustamente moderata nelle persone eccezionali porta alla saggezza, induce capacità divinatorie e poetiche. Se eccessiva e calda può determinare rabbia e comportamenti aggressivi maniacali.

A mio avviso, l’eccesso di bile nera è un primo storico tentativo di spiegare in modo biologico la patologia dei disturbi dell’umore e la saggezza degli uomini illustri. Ricorda il mutare del tono dell’umore dal polo depressivo a quello maniacale del disturbo bipolare e l’ipotesi eziologica dei neurotrasmettitori cerebrali.

Le ammine biologiche e naturali quali la dopamina, la noradrenalina e la serotonina quando sono stabilmente basse inducono depressione. Da qui l’uso terapeutico di farmaci che ne potenziano la quantità e stimolano l’efficacia nella patologia depressiva. Gli stessi farmaci che, se presi in dose eccessiva e non terapeutica possono indurre eretismo psichico e patologia maniacale. La bile nera fredda ed eccessiva, parimente, induce la malattia malinconia. Essa, però, se giustamente temperata dà benessere e saggezza. Invece se eccessiva e calda provoca franca rabbia ed aggressività, come nella furia di Ercole.  

Conclusioni

Il Problema XXX.1 con la sua affermazione che tutti gli uomini straordinari sono malinconici ha influenzato nei secoli successivi il pensiero di molte persone. «Il secolo del Rinascimento, dell’Umanesimo e della Riforma protestante è stato il secolo della malinconia», sostiene Georges Minois nel suo libro Storia del mal di vivere. Egli, nelle pagine conclusive della sua eccellente opera, cita una celebre frase di Dostoevskij: «I veri grandi uomini devono provare una tristezza immensa sulla terra» (Minois G, 2022).

In pratica il Problema XXX.1 rivaluta il preconcetto diffuso della malinconia come sinonimo negativo di incapacità, di inettitudine, apatia e indolenza. Bisogna avere la forza struggente del male oscuro per esprimere con arte la sofferenza umana.

Ai tempi odierni la depressione, come ci indicano le ricerche scientifiche dell’OMS, è un disturbo psichico diffuso che colpisce ogni fascia di età (AIFA, 2020). Essa non è più una malattia esclusiva di grandi uomini, anelata dagli artisti, ma come afferma un celebre aforisma di Indro Montanelli: «La depressione è una malattia democratica». 

Maurilio Tavormina

Bibliografia

  1. Agenzia Italiana del Farmaco” Allarme OMS: nel 2020 la depressione sarà la malattia più diffusa https://www.aifa.gov.it/-/allarme-oms-nel-2020-la-depressione-sara-la-malattia-piu-diffusa
  2. Centrone B. “Problema XXX,1. Perché tutti gli uomini straordinari sono malinconici”. Edizioni ETS, Pisa 2018
  3. Marlies ter Borg “Aristotle Problemata XXX.1 (On Melancholy)”, based on the translation by E.S. Forster 1927- Translation modernized and adapted and with comments by Marlies ter Borg, 2022.
  4. Micheletti G. “La melanconia degli uomini straordinari”. L’Opinione delle Libertà – 2023 https://opinione.it/cultura/2023/02/23/gustavo-micheletti_aristotele-problemata-umore-melanconia-uomini/
  5. Minois G. “Storia del mal di vivere. Dalla malinconia alla depressione”. Dedalo, marzo 2022.

Foto: di Maurilio Tavormina, “Ercole, dettaglio”, 2024, Museo -Archeologico Nazionale-Napoli

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Il Problema XXX.1 e la malinconia -Ercole- Museo Archeologico Nazionale-Napoli.

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