Il termine sex offender o autore di reato sessuale, identifica una categoria di persone che commettono crimini di tipo sessuale. Le caratteristiche presenti nei sex offender riguardano i maltrattamenti in famiglia, le violenze sessuali fisiche o psicologiche durante l’infanzia, le problematiche comportamentali e lo scarso rendimento scolastico.
Sono, altresì, presenti elevati livelli di ansia e depressione, facile tendenza all’irritabilità e difficoltà nel controllo degli impulsi. Si sottolinea come il 50% degli adolescenti che commettono reati sessuali proviene da famiglie con un solo genitore. Essi hanno subito o assistito a scene di violenza nel nucleo familiare (Davids et al., 2015).
La traiettoria evolutiva del reato sessuale
L’evoluzione comportamentale di chi commette un reato sessuale, dall’adolescenza all’età adulta, è caratterizzata da due percorsi differenti: life course persisters (LCPs) e adolescent limited (AL).
Nella prima (LCPs), gli autori di reato sessuale mettono in atto comportamenti devianti prima dei 12 anni. Si assiste, in seguito, ad una diminuzione del bisogno e ad un ritorno della condotta aggressiva intorno ai 30 anni. Gli autori di reato sessuale AL manifestano interessi sessuali devianti intorno ai 14 anni sino ad arrivare alla fine degli stessi in tarda adolescenza. Pertanto in quest’ultimo gruppo di persone il comportamento sessuale anomalo è presente solo nella fase adolescenziale.
Le cause del reato sessuale
La violenza sessuale può svilupparsi a partire da un trauma, da abusi sistematici, dalla violenza assistista, dal tabù sessuale vissuto in famiglia. Come conseguenza l’autore di reato sessuale vede nel suo comportamento l’unico modo per proteggere la propria identità, affermarsi nel mondo e far fronte agli eventi stressanti. Le persone accusate di violenza domestica o gli stalker hanno uno sviluppo sessuale costituito da solitudine, insicurezza, costante paura di essere abbandonati e non amati. Tutto ciò potrebbe manifestarsi in atteggiamenti ossessivi nella ricerca di attenzioni sessuali o in rapporti con minorenni (Cupach, Spitzberg, 2011; Forsman et al., 2015).
Il profilo dei Sex Offender
In chi commette un reato sessuale si possono ritrovare disturbi di tipo depressivo e una bassa autostima. Può essere presente un disturbo narcisistico di personalità, in cui prevale un senso di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia. Oppure possiamo trovare un disturbo di personalità antisociale, che è caratterizzato dall’incapacità del soggetto di adeguarsi alle norme sociali, impulsività, aggressività e mancanza di rimorso. E ancora possiamo riscontrare il disturbo borderline di personalità, caratterizzato da instabilità dell’umore, delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e del comportamento.
Il ruolo della famiglia nell’educazione sessuale
Il primo contatto fisico ed emotivo si sperimenta durante l’infanzia e pone le basi per le future relazioni in adolescenza ed età adulta. Nel corso dello sviluppo, l’educazione sessuale ricevuta, fondata sul divieto e l’imbarazzo, porterebbe l’adolescente ad avvicinarsi con paura e timore ai coetanei. A ciò si aggiunge la bassa autostima e l’incapacità di gestire l’intimità per una immaturità sessuale e affettiva. In alcuni casi, la rigida educazione è affiancata da abusi psicologici o fisici, da un’educazione senza regole, violenza e rapporti incestuosi in famiglia. Tali aspetti portano la persona a vivere in maniera conflittuale il sesso e ad associarlo a comportamenti disfunzionali e di dipendenza psicologica.
Conclusioni
La normalità nel vivere la sessualità e i cambiamenti del proprio corpo, influisce positivamente sullo sviluppo fisico e psicologico della persona. Molti degli adolescenti che commettono reati sui minori utilizzano il sesso come forma di ribellione alle ingiustizie subite. La vittima diventa lo strumento per riprendere il pieno controllo della loro vita, come una forma di vendetta nei confronti del loro persecutore (Baglivo et al., 2015). Il trattamento psicoterapeutico deve essere finalizzato a ridurre il rischio di ripetere il reato sessuale, alla gestione della rabbia e al controllo degli impulsi. Fondamentale diventa il sapersi mettere nei panni dell’altro dando un senso al vuoto avvertito, ma difficilmente compreso.
Maria Vincenza Minò
Bibliografia
- Baglivo MT, et al. The Relationship between Adverse Childhood Experience (ACE) and Juvenile Offending Trajectories in a Juvenile Offender Sample, in “Journal of Criminal Justice” 2015, 43,3, pp. 229-41.
- Cabras E, Saladino V. “La dipendenza affettiva”. Testimonianza di casi di manipolazione e violenza. Carocci Editore, 2020.
- Cupach WR, Spitzberg BH. Attrazione Ossessione e Stalking, Astrolabio Editore, 2011, Roma.
- Davids O. et al. Imprisoned Sex Offenders’ Chronic Denial and their Childhood Family Environmnet, in “The Open Family Studies Journal” 2015, 7, pp.42-7.