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Emergenza psichiatrica. “Tutto chiama salvezza”

Dei problemi si parla, quando esplodono in maniera drammatica durante una emergenza psichiatrica. La loro risonanza è maggiore quando si tratta di eventi tragici o che interessano i giovani.

La Salute Mentale vive un periodo difficile, a quasi 50 anni dalla legge 180. Tale legge decretava la chiusura dei manicomi e rendeva libero e al pari di altri malati, il paziente psichiatrico. Oggi, professionisti del settore, familiari ed utenti, tutti, ci troviamo ad affrontare dubbi, perplessità e problemi di complicata gestione. L’emergenza psichiatrica si traduce spesso in un ricovero, in cui il paziente non necessariamente è consenziente, perché piò non comprendere la gravità del suo disagio.

Il titolo rimanda al famoso libro di Daniele Mencarelli, da cui è stata tratta la serie-tv omologa. Il protagonista, Daniele si risveglia una domenica mattina in un reparto di psichiatria ricoverato in urgenza dopo l’assunzione di stupefacenti e una crisi di agitazione psicomotoria. Daniele all’inizio non ricorda nulla, si sente solo spaesato e non adeguato al contesto. Daniele ha vent’anni, la vita avanti ma nessun progetto di vita perché depresso. L’esperienza del ricovero, nella sua violenza, gli darà la possibilità di vedere il mondo in maniera diversa quando accetta l’aiuto degli altri.

Emergenza psichiatrica in ospedale

Scrivo questo articolo dopo una lunga giornata trascorsa nell’unico reparto di psichiatria di tutta la città di Napoli. È stata una giornata infernale, e non ho memoria di una analoga nei miei quindici anni di attività. Scrivo, ascoltando le parole, per ordinare i pensieri. La “voce” interna trema, perché è carica di emozioni, in particolare rabbia e tristezza, per situazioni immodificabili ed un sistema “malato”. La rabbia per i “miei” pazienti spesso bistrattati e non ascoltati. La tristezza per non poterli aiutare sempre. La malattia psichiatrica fa ancora paura.

Se una persona si agita, si chiama lo psichiatra perché ha i poteri magici per calmarlo. La persona che si agita viene disumanizzata. Potrebbe essere un delinquente, un ragazzo che ha fatto abuso di sostanze, un uomo che si sente il Messia, un anziano che ha gli esami sballati. “Dà fastidio, va calmato!”. Chi non crea problema, rimane ai margini e nessuno lo guarda, salvo che succeda un evento drammatico a richiamare l’attenzione. Un suicidio. Un omicidio. Un’aggressione.

L’empatia che cura in emergenza psichiatrica

“Un uomo che contempla i limiti della propria esistenza non è malato, è semplicemente vivo. Semmai è da pazzi pensare che un uomo non debba mai andare in crisi” (Mencarelli, 2020). La crisi rappresenta un momento di crescita per l’individuo. L’emergenza psichiatrica può essere letta come l’estrema richiesta d’aiuto che una persona esprime per curare il proprio disagio.

Il ricovero in SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) rappresenta, pertanto, il momento in cui dopo aver tentato tutte le altre possibilità, occorre allontanarsi da casa. È necessario trovare un nuovo equilibrio. L’ambiente protetto, il personale dedicato e accogliente, il colloquio con gli psichiatri, i farmaci e la presenza di altre persone con cui condividere le proprie fragilità costituiscono la cura.

 “Tutto chiede salvezza”. Il racconto di un paziente.

Il protagonista, Daniele si risveglia in un reparto di psichiatria ricoverato in urgenza ed in Trattamento Sanitario Obbligatorio dopo aver “distrutto” casa sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Durante la degenza ospedaliera, Daniele condivide la stanza con altri cinque pazienti, ognuno dei quali racconta la propria storia. Si interfaccia con medici ed infermieri, non sempre pronti ad accoglierlo.

L’esperienza del ricovero, nella sua violenza, gli fornisce una possibilità di vedere il mondo in maniera diversa, quando accetta di essere aiutato. Il libro è un racconto autobiografico, scritto a testimonianza e al fine di “salvare” altre anime perdute. “Fidati pure dei farmaci, dei medici, ma non smettere di lavorare su te stesso, di fare di tutto per conoscerti meglio.”  Nella versione cinematografica, il tutto è romanzato. Ma al netto di imprecisioni tecniche, esasperazioni di clichè su luoghi comuni, viene sottolineato il cameratismo che si crea tra i pazienti e l’empatia che cura.

Considerazioni

Ancora oggi a circa cinquant’anni dalla chiusura dei manicomi, la malattia mentale è vissuta come un mostro da contenere e combattere. Ancora oggi è difficile entrare in empatia con i pazienti psichiatrici e i loro familiari.

Nel libro di Mencarelli, così come nella serie TV, questo è palese e viene sottolineato. Anzi, il protagonista, Daniele, eccessivamente sensibile e permeante, evidenzia come spesso alcuni familiari o operatori possano essere cinici o spaventati dalla malattia. Ho incontrato, tra gli operatori o i colleghi persone poco empatiche, ma questo non mi ha impedito di aiutare gli altri. Ho presentato loro un’esperienza di vita accogliente e differente, rispetto alle precedenti, per poter riscrivere insieme la storia che meglio li racconta. “Curati. Chiedi aiuto quando ti serve. Ma lascia il tuo sguardo libero, non farti raccontare il mondo da nessuno.” – (Mencarelli D.), ci suggerisce Daniele.

Alba Cervone

Bibliografia

  1. Mencarelli D. (2020).Tutto chiede salvezza,Mondadori Ed.
  2. Tavormina G., Nardini G. et al (2013). Luce sul male oscuro, Sardini Ed.

Sitografia

  1. https://www.mondadori.it/approfondimenti/tutto-chiede-salvezza-serie-tv-netflix/
  2. https://www.netflix.com/title/81428383

Foto: Envato Elements

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