Questo numero di Depressione Stop tratta di come la depressione viene espressa nella comunicazione mediatica ed interpersonale, oltre all’informazione intrapsichica con sé stesso ed in senso ampio degli argomenti inerenti ai disturbi dell’umore. L’intercettazione, l’identificazione e il riconoscimento dei segnali di una malattia psichica sono i primi passi per la cura.
Nell’editoriale di luglio 2023 della rivista scientifica Lancet Psychiatry si sottolinea l’importanza di rilevare i segnali da un sottofondo. Essi devono essere colti dagli operatori della salute mentale. La sfida principale è quella di individuare i segnali (sintomi e segni) fondamentali per la diagnosi. Una diagnosi precoce ha una prognosi migliore. Permette di iniziare rapidamente una terapia e impedire la cronicizzazione della malattia.
I segnali precoci di una malattia, tuttavia, sono difficili da intercettare. Si confondono nel temperamento delle persone. Si tengono nascosti per paura dello stigma. Sono schiacciati e occultati dalla mancata conoscenza e/o, ancora peggio, da una cattiva informazione. Le società e le associazioni scientifiche e della comunicazione dovrebbero istituire progetti di formazione e di informazione per la popolazione generale. Perché la malattia mentale è dovunque, la depressione è democratica, come diceva Indro Montanelli. È nella “porta accanto”. Una conseguenza della disinformazione è lo stigma delle malattie mentali.
Negli ultimi anni si sta osservando un lento ma progressivo cambiamento del clima informativo. I mezzi di comunicazione tradizionali hanno cominciato a creare iniziative per migliorare l’informazione e l’approccio verso le malattiche psichiche.
Segnali di cambiamento nei mass media
I mass-media hanno iniziato a darsi delle regole. Tra le iniziative più importanti si segnalano l’inglese “Time of Change” e la canadese “Opening Mind”. In Italia i giornalisti e gli operatori dell’informazione, invece, hanno proposto un codice etico sfociato nel “La carta di Tieste”. L’obiettivo di queste iniziative è stato quello di spiegare come fare una corretta informazione sulla salute mentale rivolta alla popolazione generale. L’uso di termini appropriati, non lesivi della dignità umana o stigmatizzati e non allusivi a luoghi comuni negativi sono solo alcuni principi etici per una corretta informazione. Si è iniziato anche a fornire informazioni sulla salute mentale consultando esperti e istituzioni scientifiche.
Si sono visti i primi risultati positivi. Negli anni successivi a tali iniziative il numero di articoli stigmatizzanti è sensibilmente diminuito. Si è osservata una notevole riduzione di titoli “negativi” sulla depressione negli ultimi dieci anni nei giornali inglesi (Li et al. 2021; Anderson et al. 2018).
Social network e pregiudizi
Purtroppo, la strada è ancora lunga e altalenante. Questa tendenza positiva rischia di essere interrotta dall’esplosione dei social network, un mondo non controllabile e spesso invaso da descrizioni discriminati dei disturbi mentali.
Uno studio recente ha dimostrato che l’informazione dei social network sui disturbi mentali è complessivamente negativa (Gu & Ding 2023). Secondo questo studio negli ultimi venti anni i social-media hanno aumentato lo stigma nei confronti di dei disturbi mentali. Il problema è che il campo dell’informazione si è spostato dai media tradizionali ai social media.
L’obiettivo dell’EDA Italia
Il lavoro della EDA Italia, con il suo organo di comunicazione, Depressione Stop, deve essere ancora più incisivo e determinato. Bisogna intensificare sempre di più gli sforzi. L’obiettivo dell’EDA Italia è quello di informare, comunicare e diffondere i saperi scientifici sui disturbi dell’umore. La popolazione generale deve imparare a riconoscere i rumori di sottofondo per chiedere, e aiutare a chiedere, aiuto agli specialisti. Una corretta informazione può migliorare, in definitiva, il benessere e la qualità della vita delle persone.
Francesco Franza
Bibliografia
- Anderson C et al. Changes in newspaper coverage of mental illness from 2008 to 2016 in England. Epidemiol Psychiatr Sci;4:29:e9.
- Li Y et al. Relationships between types of UK national newspapers, illness classification, and stigmatising coverage of mental disorders. Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol 2021;56:1527-1535.
- Gu L, Ding H. A bibliometric analysis of media coverage of mental disorders between 2002 and 2022. Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol 2023 Apr 11.
- The Lancet Psychiatry. Finding signals within noise. Lancet Psychiatry 2023;10(7):471
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