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DAD, disagi psichici e bonus psicologo

Approvato il bonus psicologo, finalmente un riconoscimento ai disturbi psicologici e psichiatrici derivati o aggravati dalla pandemia. Anche gli utenti della scuola hanno subito grossi danni ed era ora che qualcosa si muovesse in tal senso. L’esperienza di un’insegnante.

Dopo i ristori a pioggia per tante categorie, il 17/02/2022 è una data storica per il riconoscimento dei disturbi psicologici e psichiatrici. È accaduto che le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio approvano il bonus psicologo. Pertanto, a due anni dalla pandemia SARS COVID-19 si dà ufficiale riconoscimento ai disturbi psicologici derivati o aggravati da tutte le conseguenze legate al COVID-19.

Lock-down, chiusura, isolamento… ma anche smart working (lavoro agile), DAD (didattica a distanza) sono state queste misure necessarie al contenimento della pandemia. Già nocive ad una costituzione psicologica forte sono decisamente deleterie a una psiche disturbata o comunque fragile.

I disagi della DAD a scuola

Nella mia esperienza di docente in una scuola secondaria di primo grado ho potuto toccare con mano alcuni aspetti relativi a tutto questo. La DAD, strumento necessario per continuare una parvenza di scuola, in un primo momento è stata vissuta dai ragazzi come una “novità” da sperimentare. Poi a poco a poco, col passare del tempo, la curiosità ha ceduto il posto all’abitudine, diventando una sorta di zona comfort dalla quale è stato difficile uscire. In molti giovani l’isolamento forzato, si è trasformato in auto isolamento e paura dell’altro, visto come possibile untore. In casi che hanno visto dei lutti in famiglia causati dal COVID, spesso la volontà di restare a casa, di auto-isolarsi è diventata quasi ossessiva.

Fenomeni di cutting (tagli sulla pelle), autolesionismo, disturbi alimentari, ansia, sono solo alcune patologie che hanno visto un’impennata nei giovani. Loro si sono trovati a subire scelte di cui spesso non ne hanno capito il senso. Di queste scelte, purtroppo, altrettanto spesso, non ne hanno visto i risultati sperati. Sovente gli adolescenti hanno cercato nei loro docenti il supporto psicologico di cui necessitavano e a cui la famiglia non sapeva far fronte. Più volte mi sono trovata ad asciugare lacrime di paura o a cercar di placare crisi di panico in ragazzi che uscivano per la prima volta dopo mesi.

La presenza di classi dimezzate, con alunni in presenza e altri in DAD, non hanno ricreato un clima sereno. Hanno invece determinato lo schierarsi di opposte fazioni di giovani felici di stare a casa, contro compagni che “invidiavano” i compagni reclusi.

I disagi della DAD fra gli insegnanti

I docenti dal canto loro, oltre ad imparare rapidamente una metodica “anomala” e malvista ai più, hanno vissuto una costante sovrapposizione di ruoli. Si è visto cioè contemporaneamente docenti che “fanno DAD”, genitori che “eseguono DAD coi figli” e, spesso anche coniugi che “subiscono DAD”.  Vedere la propria casa trasformarsi da un giorno all’altro in scuola e/o ufficio, destabilizzerebbe i caratteri più forti. Figuriamoci una categoria da sempre stressata e soggetta a burn out come quella degli insegnanti! Senza contare che anche i docenti sono persone con un vissuto familiare alle spalle che ha visto acuirsi ansie e paure per sé e i propri cari. L’ossessione per l’igiene, la carenza d’aria causata dall’uso indispensabile della mascherina, ha portato un incremento nell’uso di ansiolitici, psicofarmaci e altri antidepressivi.

Il sostegno del bonus psicologo

L’introduzione del bonus psicologo appare come una presa di coscienza di tutto questo: del fatto che il Long Covid non va visto solo a livello fisico. Il Long Covid lo è e lo sarà ancora, probabilmente, per molti anni anche a livello psicologico. Questo è davvero un concreto aiuto finanziario alla popolazione. Si spera ottenga anche l’effetto di scardinare alcuni atteggiamenti prevenuti nei confronti degli operatori del settore psicologico e psichiatrico. Questi operatori sono spesso visti come “medici dei pazzi” o dei “depressi”, senza capire realmente cosa si intenda per depressione o follia.

Speriamo anche che il bonus psicologo riesca a scardinare questi tabù: forse non sarà facile, ma fa piacere vedere che, ogni tanto, qualcosa nel verso giusto si muove. Speriamo infine che questo bonus psicologo non sia l’ennesima occasione sprecata per dare il giusto rilievo alle malattie “oscure”.

Luciana Maimone

Docente scuola secondaria di primo grado

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