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Angelo Braduardi, storia di un artista

Angelo Branduardi in questo suo libro racconta sé stesso. Traccia un'autobiografia schietta e sincera, discorsiva e dettagliata insieme del suo percorso artistico-professionale e umano, inclusa la sua storia di depressione.

Un artista poliedrico

Angelo Branduardi con “Confessioni di un malandrino” traccia un’autobiografia schietta e dettagliata insieme del suo percorso artistico-professionale, di uomo di musica e di artista poliedrico qual egli è. Basti soltanto pensare al fatto di essere stato fra i più giovani diplomati presso i conservatori italiani: si è diplomato in violino a soli 16 anni presso il Conservatorio di Genova. Egli inoltre è un eclettico nel suonare vari strumenti musicali (pianoforte, chitarra e flauto). In questa autobiografia parla anche del suo periodo di depressione: il suo “Sole oscuro”, come lo descrive.

Un eclettico

Angelo Branduardi appare in questo libro come un uomo semplice e immediato. Ci ha raccontato sé stesso per la presa di coscienza di descriverci la sua splendida carriera artistica, pur costellata di periodi di difficoltà di vario tipo. Tali difficoltà mai tuttavia gli hanno fatto perdere di vista quale fosse “la sua strada”. Ha scritto questo libro sentendosi quasi in dovere di rendere pubblico il suo percorso artistico-professionale, come fosse uno stimolo per i giovani aspiranti alla musica.

È stato il vero “menestrello” della canzone italiana, un cantastorie preso dai secoli passati e trasportato ai giorni nostri. Da vero musicista poliedrico ha spaziato fra la canzone d’autore, la ricerca di stili e accostamenti musicali fuori dal comune, le colonne sonore cinematografiche. Il tutto condito con grandi successi all’estero (soprattutto Francia e Germania) e con collaborazioni con altri eccelsi artisti quali Ennio Morricone.

Branduardi: un cantautore che ha sofferto di depressione

L’artista si mostra sempre di più nella sua sincera espressività quando afferma, citando Guccini, che “la musica di oggi non è né bella né brutta, è inutile”. Potremmo chiederci il perché: probabilmente per la difficoltà spesso evidente nelle forme musicali contemporanee ad essere innovative e creative. E inoltre, se non soprattutto, quando racconta di avere sofferto di depressione, di essersi curato adeguatamente e di essersi in seguito ripreso con le terapie effettuate.

Per questo ultimo aspetto, per avere avuto la semplicità e la schiettezza di parlare dei suoi problemi di depressione, Angelo Branduardi va preso a modello per tutti. Questo libro sulla sua vita citato ogni qualvolta si parlasse di cosa sono i disturbi depressivi e dell’umore in genere. Lui ha perfettamente compreso (probabilmente facilitato in ciò dallo psichiatra che lo ha curato) cosa sono le “malattie depressive” (“malattie”, non difetti, colpe o limiti). Branduardi ha capito, e lo descrive, che esse hanno una base biochimica ed eredo-familiare, e che non interferiscono nell’aspetto intellettivo del soggetto (lui era e resta un grande artista). Ha capito che in fase acuta esse permeano di sé tutta la vita del soggetto interferendone e disturbandone il percorso. Ha capito che sono, infine, malattie “curabili” e il “Sole Oscuro” di Angelo Branduardi dopo un adeguato periodo di cura è andato via!

Un plauso a questo libro autobiografico, pregno di vita e di ottimismo, stile di un artista sempre giovane nel pensiero. Lui stesso così conclude il libro: <<Ora è tempo che io prenda le mie cose e riparta, in attesa di rivederci in una nuova piazza, in un teatro, o in qualunque altro luogo si possa creare magia tramite la musica…>>.

Giuseppe Tavormina

Bibliografia

  1. Confessioni di un malandrino, di Angelo Branduardi con Fabio Zuffanti – Baldini + Castoldi Ed., 2022
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