L’arte, in tutte le sue forme è sempre stato un potente mezzo di comunicazione utilizzato dall’uomo per esprimere sé stesso. In particolare crea e dà forma alle proprie emozioni, in maniera più o meno consapevole. L’arteterapia nasce a partire dalla consapevolezza del potere terapeutico dell’espressione artistica. In questo articolo ci si focalizza sull’importanza della musica, come strumento espressivo e catartico. In particolare è stata fatta una intervista all’autore di una canzone napoletana: Veleno 19. Essa è un esempio concreto di come la musica possa essere un importante strumento che ci aiuta a superare momenti difficili nella nostra vita.
Veleno 19
Il brano è stato un gradito ed applaudito ospite alla Giornata Europea sulla Depressione, tenutasi a Portici (NA) il 23 ottobre 2021. È stato presentato, in quella occasione, in prima assoluta ed in presenza del pubblico. Ha riscontrato un grande plauso ed ha piacevolmente coinvolto con il suo sound la platea.
Veleno 19 è un brano composto da Elio Severino, un musicista batterista arrangiatore napoletano, laureato con il massimo dei voti al conservatorio di Benevento. È anche l’opera condivisa di Raffaella Calafato, in arte LaCalafata, cantante del gruppo musicale e musicoterapista napoletana.
Intervista
È stato chiesto all’autore quando e per quale motivo fosse stato scritto questo brano. Vengono riportate qui le parole dell’intervistato.
“Veleno19 è stato scritto verso la fine del 2020, in pieno lockdown. L’intento era quello di affrontare un periodo molto difficile per il settore musicale (annullamento di tutti gli eventi artistici) in maniera diversa, plasmando quel malessere interiore in qualcosa di positivo, esternandolo così da liberarsene definitivamente.
È il grido di chi ha vissuto nella costante incertezza di una professione che purtroppo nel nostro paese si trova al confine tra il lavoro e l’hobbismo.
È difficilmente immaginabile, nel mondo negativo in cui viviamo, poter associare la parola “lavoro” a qualcosa che sia conciliabile con la tua passione, che ti faccia star bene e che ti renda felice di svolgerla quotidianamente. Immaginiamo pertanto una professione già di per sé precaria che viene totalmente annientata dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni. Esse proiettano gli artisti in un tunnel di profondo sconforto e depressione: è questo il terreno fertile che ha dato luce al brano. “
Messaggio sociale della canzone
La canzone, oltre ad essere uno strumento comunicativo dei vissuti personali degli autori, ha inoltre anche un messaggio sociale.
“Veleno19 è una critica nei confronti della gestione della pandemia, fatta di poche luci e moltissime ombre, colma di contraddizioni e continui cambi di rotta. La paura ci ha resi diffidenti verso il prossimo e verso tutto ciò che ci circonda.
È cantata in napoletano per rendere omaggio alle radici partenopee del gruppo musicale. “Nun saccio chiù ‘na verità” (non so più una verità) cita il ritornello. Esso incarna in queste poche parole l’essenza dello smarrimento totale da parte di chi si è reso conto di brancolare nel buio.
Il “Veleno” a cui si fa riferimento non è di certo il Covid 19, ma il suo creatore: l’essere umano.
Il business-man di successo, colui che non ha avuto scrupoli nel distruggere la foresta amazzonica per creare delle piantagioni per il sostentamento degli allevamenti intensivi. È colui che non ha saputo retrocedere ai fruttuosi guadagni del seppellimento dei rifiuti tossici. È l’uomo che non si è preoccupato delle centinaia di congolesi che ha messo a rischio nelle miniere, nell’estrarre il Coltan, per pochissimi centesimi al giorno. Al fine di costruire nuovi smartphone inutilmente sempre più all’avanguardia.
Colui che non si è preoccupato di spingere la macchina dell’industria a tal punto da avvelenare l’aria che respira, di inquinare l’acqua e il cibo che lo sostentano. Quella persona avida e senza scrupoli che con il suo agire ha messo in pericolo il pianeta terra, la nostra unica casa, possa scomparire per sempre.
Veleno19 è il libero sfogo di chi sopravvive ogni giorno nella prigione della società, vittima e complice inconsapevole del disastro umano. L’ultima frontiera della rivoluzione industriale, a cui resta soltanto un misero seppur gratificante sfogo artistico. È il tentativo di “punzecchiare”, come disse Socrate, la mente dell’uomo invitandola alla riflessione. “
Conclusioni
Tenendo conto di quanto affermato dall’autore rispetto alla motivazione della nascita della canzone ed al successo che la sua esecuzione ha riscontrato al convegno sulla Depressione, possiamo concludere dicendo che la musica ed in particolare Veleno 19, possa aver avuto un effetto antidepressivo e catartico. Essa ha permesso di portare fuori emozioni quali rabbia, paure e tristezza, che se invece fossero rimaste dentro, nel tempo avrebbero potuto incupire l’animo umano. Come pure è forte l’appello sociale ed ecologico ad una vita migliore, che possa lasciare ai nostri figli un clima benefico e una terra non intossicata dal veleno delle scorie.
Romina Tavormina
Sitografia