Sin dalle prime fasi, la pandemia ha evidenziato i suoi effetti non solo sulla salute fisica, ma anche su quella mentale della popolazione. La violenza e la rapida diffusione della pandemia hanno ulteriormente complicato la necessità di diagnosi e di cura Il problema della gestione, dal punto di vista della diagnosi e della cura, è stato ulteriormente complicato dalla violenza e diffusione della pandemia. Essa ha colto impreparati anche gli scienziati più attenti.
Il distanziamento sociale, l’isolamento domiciliare e la quarantena, certamente necessarie per il rallentamento della pandemia, hanno tuttavia rappresentato una minaccia per il nostro equilibrio psichico.
In particolare la restrizione negli spostamenti e il distanziamento sociale per la pandemia, ci hanno costretto a frenare la condivisione delle nostre esperienze quotidiane. Indubbiamente, ciascuno ha avvertito e vissuto in modo diverso questa limitazione. I soggetti più fragili, gli anziani, gli ammalati con pregresse patologie o disabilità, i bambini e gli adolescenti sono le persone che hanno risentito maggiormente il peso della pandemia. Inoltre questo evento così improvviso e drammatico, ha determinato un rapido cambiamento nella vita e nell’organizzazione della famiglia.
Il carico di responsabilità dei genitori
Accanto ai numerosi casi di perdita temporanea o definitiva del lavoro, si è aggiunto un sovraccarico di responsabilità per i genitori. Essi hanno dovuto gestire non solo il tempo libero, ma anche le attività didattiche ed educative dei figli. Essi, il più delle volte, non possono usufruire di quel prezioso supporto che nelle famiglie viene solitamente offerto dalle figure dei caregivers (Lee, 2020; Rivera &Carballea, 2020)
Inoltre spiegare ai propri bambini ciò che accadeva è stato per i genitori un ulteriore carico di responsabilità. Essi hanno dovuto imparare a gestire le paure dei figli. Non solo in questa situazione generale di assoluta incertezza, ma anche in questa fase della loro vita così importante (Fegert et al.,2020).
I bambini che vivono situazioni di disagio socioeconomico, disabilità, preesistenti malattie mentali o immigranti, risentono ulteriormente di questa drammatica ed incerta situazione (Fegert et al.,2020). In Italia, circa 8 milioni di alunni hanno sospeso la frequenza delle lezioni in presenza, e le attività educative, sportive, culturali e aggregative (ISS,2020).
Limitazioni per la pandemia e la salute mentale
Queste limitazioni possono essere nocive per la salute mentale, in quanto la scuola è il luogo della cultura e del sistema relazionale della propria identità. Il confronto tra pari permette la definizione del senso del sé come distinto dalla famiglia di origine.
Quanto ai genitori, essi hanno dovuto gestire autonomamente la loro ansia, il loro stress, ed anche loro hanno vissuto esperienze di solitudine e di abbandono. La perdita di un congiunto malato di Covid e la drammatica modalità che l’hanno accompagnata, l’impossibilità di vicinanza, di assistenza e di adeguata sepoltura hanno incrementato la tristezza e la sofferenza del lutto.
Questo scenario complesso e drammatico della pandemia è divenuto terreno fertile per il radicarsi ed il manifestarsi di un senso di angoscia esistenziale. Moltissimi, vivono con un senso di paura e fobia del presente, nostalgia e rifugio nel passato e aggravate incertezze sul futuro.
La depressione ha preso il sopravvento. Il mondo virtuale è apparso per molti, sin da subito, l’unica via di fuga dalla solitudine, dalla noia e dalla paura. Ma alla fine esso ci ha reso più soli e più terrorizzati di prima.
Mancano certezze, mancano condivisioni, mancano supporti, manca il contatto umano. L’ansia legata alla sopravvivenza è orami divenuta la sfida che ciascuno è pronto a vincere.
Enza Maierà
Bibliografia
- Jai L. Lebow : Family in the age of Covid 19 – Family Process 2020; 59 :309-312
- Fegert et al.: Child Adolesc Psychiatry Ment Healt 2020, 14:20
https://doi.org/10.1186/s13034-020-00329-3