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Premio di studio Prof. Marcello Nardini: Congresso nazionale SOPSI 2021

I tre progetti di ricerca che si sono aggiudicati rispettivamente il 1°, 2° e 3° Premio di studio prof. Marcello Nardini destinato a giovani psichiatri: una breve descrizione.

Il premio di studio prof. Marcello Nardini è stata una iniziativa degli organizzatori del congresso nazionale SOPSI 2021 su proposta della dr.ssa Immacolata d’Errico.

Il professor Marcello Nardini è’ nato a Fivizzano il 18.08.41 e morto a Bari il 11.02.19 –  docente universitario, già Professore Ordinario di Psichiatria presso l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari. E’ stato un Uomo di Scienza, un grande formatore, una persona ricca di umanità, umiltà, cultura e gentilezza come pochi.

La dott.ssa Immacolata d’Errico, vedova di Marcello Nardini, ha espresso il desiderio di onorarne in modo degno e duraturo la memoria. Pertanto ha finanziato tre “Premi di Studio” , in occasione del congresso nazionale SOPSI (Società Italiana di Psicopatologia). Essi sono stati conferiti a giovani psichiatri per lo svolgimento di ricerche su temi di psichiatria clinica, psicopatologia, neuroscienze. I premi che sono stati destinati rispettivamente al 1°, 2° e 3° classificato sono per un totale di € 5000,00. Di seguito un breve report sui 3 vincitori.

dr. Rodolfo Rossi
dr. Rodolfo Rossi

1° premio prof. Marcello Nardini: Rodolfo Rossi

Il 1° classificato al premio di studio prof. Marcello Nardini 2021, è stato l’aquilano Rodolfo Rossi con il Progetto di Ricerca dello studio DUAL TRAUMA” cui è andata la somma di € 2500,00. E’ uno studio longitudinale osservazionale su studenti maggiorenni dell’ultimo anno accademico 2019-2020 degli istituti di istruzione superiore dei distretti dell’Aquila, Avezzano e Sulmona.
Nel 2019 è ricorso il decimo anniversario del sisma che ha colpito L’Aquila. In letteratura non vi sono evidenze scientifiche delle conseguenze psicopatologiche a così lungo termine di un disastro naturale della portata di quello dell’Aquila. La ricerca ha cercato di misurare l’incidenza dell’esposizione a diversi tipi di traumi. In particolare sul focus d’esposizione al sisma del 2009 e ha valutato l’effetto dell’esposizione su diversi tipi di esiti.

L’esposizione ad un disastro naturale, la sintomatologia post-traumatica ed il disturbo post-traumatico da stress rappresentano solo alcune delle conseguenze sulla salute mentale. I disturbi del comportamento, l’uso di sostanze, i sintomi depressivi, i comportamenti autolesivi non suicidari e l’impulsività emotiva sono, infatti, di probabile riscontro.

Lo studio ha valutato quanto l’esposizione traumatica porti ad un rischio di patologie mentali e ha identificato alcuni potenziali mediatori della relazione tra traumi ed esiti psicopatologici. La resilienza, gli stili di attaccamento, la dissociazione, e l’attività fisica sono stati esaminati. La ricerca sarà rivalutata a distanza di 18 mesi nel campione generale in assenza di intervento.

dr. Francesco Folena Comini
dr. Francesco Folena Comini

2° premio prof. Marcello Nardini: Francesco Folena Comini

Il 2° classificato al premio prof. Marcello Nardini è stato il padovano Francesco Folena Comini con il lavoro “Effetto della didattica a distanza di Psichiatria sullo stigma verso la malattia mentale degli studenti di medicina: uno studio longitudinale su atteggiamento, conoscenze e comportamento e associazione con funzionamento emotivo e sintomi depressivi”, cui è andata la somma di € 1500,00. Il ricercatore sottolinea che anche i medici possono non essere immuni dallo stigmatizzare, determinando un peggiore livello assistenziale per i pazienti affetti da patologie psichiatriche.

Lo stigma

può riguardare anche la psichiatria come disciplina. Spesso essa è vista come meno scientifica rispetto ad altre branche della medicina, comportando una discriminazione strutturale. Questo induce minori finanziamenti nella salute mentale e un freno al suo sviluppo.

La ricerca ha indagato negli studenti di medicina (in qualità di futuri medici) dell’Università di Padova, l’effetto del corso di Psichiatria. Quest’anno il corso, in modalità di DAD, ha focalizzato l’attenzione sui tre costrutti che stanno alla base del concetto di stigma. Ovvero problemi a livello di atteggiamento (e quindi pregiudizio), conoscenze (ignoranza) e comportamento (discriminazione).  

Lo studio ha indagato, inoltre, possibili correlazioni tra stigma e funzionamento emotivo, in particolare sintomi depressivi, empatia e alessitimia (difficoltà nel riconoscere, nominare e descrivere i propri stati emotivi). La ricerca ha evidenziato che frequentare il corso di Psichiatria ha avuto un effetto positivo verso l’atteggiamento e il comportamento nei riguardi della malattia mentale. Sono emerse correlazioni significative tra le scale che esplorano lo stigma e quelle dell’alessitimia ed empatia. Si è notato un maggiore stigma negli studenti con maggiore alessitimia e minore empatia. È emersa poi una prevalenza di sintomi depressivi e di alessitimia maggiore rispetto alla popolazione generale.

In altri termini tanto più alta nei soggetti la difficoltà ad entrare in empatia con gli altri, tanto più si tende a stigmatizzare. L’associazione in questa particolare popolazione di futuri medici, tra stigma e funzionamento emotivo potrebbe essere ulteriormente indagata. Anche con lo scopo di programmare interventi di tipo educativo e psico-educazionale, per formare medici più consapevoli e attenti alle problematiche riguardanti la salute mentale.

dr.ssa Maria Ferrara
dr.ssa Maria Ferrara

3° premio prof. Marcello Nardini: Maria Ferrara

La 3° classificata, al concorso prof. Marcello Nardini, con un premio di € 1000,00, è stata Maria Ferrara, di Sassuolo, con il lavoro La prima richiesta di aiuto nell’esordio psicotico: indici di ritardo nell’accesso ai servizi e di percorsi di cura avversi”. I giovani con sintomi di psicosi all’esordio spesso incontrano difficoltà nel trovare risposte tempestive alle loro richieste di aiuto. I ritardi nell’accogliere questa richiesta e nel fornire una adeguata risposta terapeutica specialistica rischiano di tradursi in ulteriore sofferenza, per e i familiari. Le prime esperienze di cura vissute da un giovane all’esordio psicotico sono molto importanti. Esse rivestono un ruolo fondamentale nell’influenzare la relazione di fiducia coi curanti e coi servizi di salute mentale.

La ricerca, condotta su 168 pazienti afferenti ad un Servizio Specialistico per Esordi Psicotici (STEP) di New Haven, CT, USA, mostra che durante le diverse fasi della malattia il promotore della richiesta di aiuto cambia. Durante la fase iniziale della sintomatologia è più spesso il paziente che chiede aiuto. Mentre durante la psicosi conclamata é la famiglia che si fa carico della richiesta. Purtroppo l’82% delle richieste di aiuto avvenivano solo in questa fase. I dati dimostrano però che, se l’aiuto avviene durante le fasi iniziali di malattia, il paziente troverà più rapidamente una risposta terapeutica adeguata. In particolare quando la psicosi diventerà conclamata.

Questi risultati sottolineano l’importanza di implementare gli interventi volti all’identificazione ed al trattamento tempestivo dei giovani con esordio psicotico. E’ necessario evitare il rischio di psicosi per poter migliorare gli esiti di una patologia altrimenti potenzialmente grave e cronica.

Immacolata d’Errico

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