“Dottoressa quando ascolto gli Iron Maiden mi sento molto meglio”
mi confida un giorno durante una visita Luca, affetto da depressione ricorrente. Ho sempre pensato che ognuno di noi possegga la canzone del cuore, quel ritmo con il quale ci sentiamo subito meglio e in immediata sintonia. Gli Iron Maiden insieme ai Metallica, gli Helloween e i Black Sabbath sono tra i rappresentanti più conosciuti del genere musicale metal. Esso è caratterizzato da suoni di chitarre rumorose e distorte, ritmi aggressivi e voci urlate. Ripenso alle parole di Luca e subito mi interrogo se la musica metal possa fargli davvero bene. Spinta dalla curiosità ricerco un po’ di letteratura sull’argomento. Mi colpisce un articolo recente pubblicato nel 2021 su the Lancet Psychiatry, una delle riviste scientifiche più autorevoli. In esso Jonathan Blott, Senior Assistent Editor, evidenzia come il metal possa aiutare la salute mentale di chi lo ascolta.
Riflessioni sulla musica metal
Questo genere musicale è da sempre associato alla violenza e alla morte. In particolare ricordiamo il massacro della Columbine High School del 1999, in cui gli assassini indossavano magliette di Marilyn Manson, un gruppo industrial metal statunitense. Il valore della musica metal, tuttavia, recentemente è stato rivalutato come potente mezzo di espressione di forti e profonde emozioni.
Esempi
Si possono citare diversi esempi dall’album del 1978 “From the Inside” di Alice Cooper. Esso trae ispirazione dal difficile periodo di ricovero del cantante per disintossicarsi dall’alcool. Un altro è quello, più recente del 2019 “The Nothing” di Korn. Esso esplora la sofferenza del frontman (il leader) derivante dai lutti per la morte della madre e della moglie, quest’ultima deceduta per overdose.
In questi testi la disponibilità ad ammettere di aver sperimentato gravi difficoltà emotive è immensamente preziosa in un mondo che ci vuole perfetti e senza macchia.
Indimenticabile è l’immagine del frontman dei Korn Jonathan Davis che, travolto dalle emozioni durante il primo concerto dalla morte della moglie, scoppia a piangere sul palco dicendo «Era la sua preferita, scusatemi».
I media e la musica metal
Secondo Remfry Dedman, giornalista musicale e co-conduttore del podcast Riot Act, ascoltare il metal “è un modo meraviglioso per aprire la porta a quei sentimenti [di mortalità]. È positivo parlare di qualcosa che è inevitabile per tutti noi”. “Penso che sia più salutare parlare di quelle emozioni negative. Tirare fuori quei sentimenti invece di imbottigliarli è chiaramente una cosa molto più positiva per la tua salute mentale”.
Allo stesso modo, Eva Spence della band metal Rolo Tomassi afferma che “Se stai lottando, a volte puoi trovare una connessione con come ti senti nei testi […] Spesso le band sono molto aperte nel condividere i significati dei testi e nel parlare di quelle esperienze durante gli spettacoli, sui social media e nelle interviste”.
Conclusioni
La musica metal, nella condivisione di esperienze emotive complesse e nel farsi specchio della fragilità umana, acquisisce quindi un notevole potere liberatorio, aiutando a superare le barriere che tutti noi, e non solo i pazienti con diagnosi psichiatrica, ci costruiamo di fronte ad esperienze di dolore e di angoscia.
Antonella Litta
Bibliografia
Blott Jonathan, High spirits: heavy metal and mental health, The Lancet Psychiatry, Volume 8, Issue 2, 2021, Pages 105-107, ISSN 2215-0366