Diverse descrizioni sono date per tentare di definire la depressione: “male oscuro”, “notte buia” ma per comprenderla bisogna informare.
La depressione è un disturbo diffuso, “democratico” diceva Montanelli. Democratico nel senso che è pervasivo e presente in tutte le fasce di età ed in tutte le fasce sociali, etniche, culturali. Un disturbo invalidante perché crea grande sofferenza a volte anche fisica, ma soprattutto psicologica, ed esistenziale. Ed è questo ultimo aspetto del disturbo, che compromette in modo significativo il senso della vita. È in esso su cui fondiamo il nostro vivere quotidiano, le relazioni con gli altri, con la nostra famiglia, col lavoro. Il senso della vita è un aspetto fondamentale su cui si basa la nostra progettualità presente e futura: il nostro esistere!
Nel vissuto del depresso, dominano il passato: quello che fu, quello che non è stato, quello che sarebbe dovuto essere. Il presente è un buco nero. Il futuro non esiste. Per comprendere questo dramma esistenziale e psicologico è indispensabile informare.
Per il depresso non ci sono scorciatoie per colmare e riparare quelle fratture dolorose che il male oscuro ha prodotto con sé stessi e col mondo. La situazione vissuta è di lacerante solitudine.
Il tempo ha lavorato in modo inesorabile, a volte in silenzio, a volte provocando richieste di aiuto, altre volte mascherando l’emergere di voci fuorvianti.
Il tempo ha deviato il decorso dei pensieri verso una visione del mondo e della vita sempre più opprimente, difficile da vivere e sopportare. Emotivamente ha reso fragili e impotenti. Senza speranza.
Informare per comprendere
Chi è affetto da depressione trova inspiegabili, immotivabili ed irreparabili le sue lacerazioni interiori. A volte dispera per uscirne e tornare alla normalità altre volte si arrende ad un destino senza speranza.
Ed è proprio questo sforzo che egli trova immane.
Immane perché è bloccato dalla stessa depressione ad una condizione di chiusura, di isolamento e ad una sensazione di impotenza e di inadeguatezza. Bloccato anche da una forza esterna a lui ma presente nella cultura popolare. Essa è la forza dello stigma e del pregiudizio. Questo rafforza la chiusura ed il senso di emarginazione del depresso e l’ostilità e l’indifferenza della società.
Informare aiuta a superare lo stigma sulla depressione e facilita la sua comprensione.
Questo comporta la formazione di una coscienza pedagogica volta all’ascolto e all’aiuto.
Informare alla fine contribuisce a creare un alto senso civico.
Gli interventi per la cura della depressione sono diversi. Interventi tecnici e non solo. Interventi che possono essere anche creati e personalizzati. Non ci sono scorciatoie per uscire dalla depressione ma diversi percorsi da poter intraprendere.
Tutti dobbiamo concorrere in questo mutuo aiuto responsabile e generalizzato perché dalla depressione si può e si deve guarire.
Informare per prevenire
La depressione immobilizza l’anima, la mente, immobilizza il vivere di chi ne è affetto. Negativizza le sue idee e le proietta in una visione del mondo ostile e da cui sente di doversi proteggere col ritiro o con la rivolta.
Informare aiuta a prevenire la depressione e i suoi sofferti risvolti emotivi e cognitivi diventa quindi un dovere etico e civile. Informare per prevenirla significa anche prestare attenzione a molte problematiche sociali e lavorative gravi. Esse sono spesso causa di un disturbo depressivo e fobico nelle vittime. Parliamo di mobbing ed altre tipologie di vessazioni sociali, lo stalking, il bullismo, le violenze domestiche, i femminicidi.
La depressione nel mondo giovanile
E volgendo uno sguardo ai giovani, non possiamo non fare accenno a quegli agguati pericolosi nascosti dietro ad uno schermo apparentemente innocuo di un computer o di un cellulare.
In quegli schermi i giovani tendono spesso a trovare rifugio. In essi trovano lo spazio per ritrovare sé stessi, avere delle risposte o dei riconoscimenti. Infine dare un senso alla propria vita. Risposte che non trovano intorno a loro perché c’è il loro stesso vuoto, l’incomprensione, se non addirittura le stesse fragilità, le stesse richieste di aiuto.
Il suicidio
Citiamo per ultimo, proprio per sottolinearne l’importanza e la gravità del percorso depressivo: il suicidio. Anche il suicidio come la depressione non conosce età, fasce sociali, culturali ed etnie.
Spesso non dà segni premonitori, perché l’idea è tenuta nascosta, protetta. Informare diventa fondamentale per comprendere che il suicidio rappresenta spesso l’unica soluzione in un mare di sofferenza, in un tunnel senza sbocco.
Per il depresso è a volte l’unica soluzione in un mondo, ostile ad avvicinarsi a quel problema di cui si ha paura, spesso vergogna.
Lo stesso mondo che dovrebbe abbracciare e coinvolgere, tutti (scuole, chiese, istituzioni tutte, la Comunità globale) in un abbraccio di ascolto e di aiuto.
Considerazioni
Durante e ancor più dopo l’epidemia da Covid si è delineata in Italia e in Europa una situazione di grande precarietà lavorativa ed economica. Ciò ha favorito l’emergere di nuove e più estese forme di povertà. La povertà della salute come impossibilità di accesso alle diagnosi e alle cure ha creato nuove emergenze. Anche le patologie mentali ne hanno risentito in termini di diagnosi e cura.
Tra le patologie mentali si stanno manifestando nuove forme di depressione e di disturbi dell’umore come esito da stress, post Covid. Esse impongono la messa in atto di precoci ed adeguati interventi per evitare l’ascesa del disturbo a livelli allarmanti. Il disturbo è ubiquitario per età, sesso e ceto sociale. Nei giovani, dall’età prescolare alla adolescenza, si è aperto uno scenario nuovo a cui eravamo impreparati. La depressione si sta manifestando con nuovi volti, si è adeguata al cambiamento sociale in atto. Nei giovani si è “mescolata”, in forma subdola, con le traversie emotive tipiche di quell’età rendendoli più fragili e disorientati.
Enza Maierà
Riferimenti
Intervento dr.ssa Enza Maierà per la Giornata sulla Depressione, online, in collegamento con l’Università di Catanzaro del 28-10-2022
Foto: Envato Elements