La nascita di una rivista può essere motivo di entusiasmo e di preoccupazioni. L’entusiasmo di un gruppo di professionisti del campo della salute mentale che ha trovato conforto e risorse dal fervore dei soci della EDA Italia Onlus. Associazione che nel suo statuto si pone l’obiettivo del “miglioramento della qualità della vita delle persone che soffrono o che hanno sofferto di depressione, della lotta contro lo stigma e la discriminazione associati alla malattia depressiva”.
La neonata rivista “Depressione Stop” si pone, pertanto, gli stessi obiettivi della EDA Italia Onlus. Essi sono quelli di fornire ai lettori un’informazione scientifica corretta, utilizzando un linguaggio semplice e coerente con i principi della associazione stessa. Si propone una divulgazione scientifica elaborata da professionisti del settore della salute mentale con lo sguardo rivolto alla popolazione generale.
La rivista “Depressione Stop” è stata concepita come uno spazio di incontro di diverse entità del vasto panorama scientifico e culturale. Essa si nutre delle informazioni provenienti da diversi campi che narrano di depressione e di disturbi dell’umore. Trovare le energie necessarie per lo sviluppo e la diffusione dei messaggi e delle informazioni corrette è stato il passo successivo.
L’esordio della rivista “Depressione Stop” avviene in pieno periodo pandemico. Il tema principale di questo numero della rivista è: “La depressione tra il mondo reale e virtuale in tempi di pandemia”. L’argomento trae spunto da un percorso già avviato dalla EDA Italia Onlus, i cui contenuti possono essere estratti dal sito ufficiale della nostra associazione: www.edaitalia.org.
Ideata e voluta da quattro soci fondatori, Depressione Stop ha radici ben solide, provenienti da lontano, fin dalla sua fondazione. Giuseppe e Maurilio Tavormina, Wilma Di Napoli sono stati solo gli esecutori finali del lungo cammino della nostra associazione. Un cammino che ha visto attori protagonisti tutti i soci dell’associazione. Tutti coloro che hanno creato l’impronta etica, di appartenenza, di condivisione degli stessi intenti. Le forti radici sono state consolidate lungo il cammino da figure autorevoli e “appassionate” come, tra gli altri, Giuseppe, Maurilio e, soprattutto, Marcello.
Al Professore Marcello Nardini vorrei dedicare la nascita della rivista, con la certezza che la sua umanità, disponibilità, equilibrio e professionalità accompagnerà e guiderà il nostro cammino.
Vi auguro buona lettura
Francesco Franza