Il mondo dell’arte e della cultura esprimono con un linguaggio chiaro ed espressivo la malattia
Nel mondo medievale l’accidia, uno dei sette vizi capitali, era considerata un peccato mortale e segno dell’azione malefica del demonio.
Il famoso pittore americano Edward Hopper ha rappresentato figure umane solitarie, immobili, in ambienti notturni o crepuscolari, in interni ed esterni urbani.
Nella moderna cultura occidentale, è venuto meno uno spazio culturale, un pensiero che affronti tematiche sulla morte, sofferenza e malattia. Questi eventi naturali sono stati negati, rimossi dalla coscienza individuale e collettiva (Aries, 1971; Elias,1982; Carotenuto, 1996, 1997).
È divenuta ormai “buona norma”, educare i bambini ad impegnarsi in differenti attività per utilizzare il tempo e non percepire la noia. Perché è un problema la noia per noi adulti? Da cosa fuggiamo? Perché è importante avere tanti impegni? È giusto pensare che un bambino o un adolescente che non abbia un’agenda ricca di appuntamenti sia “anormale”?
Il medico arabo del X secolo, Ishaq Ibn Imran, fu una figura molto importante e di riferimento per più secoli nel modo medievale con il suo “Trattato sulla Malinconia”.
Chiedere aiuto nei momenti bui è un eccezionale potere.
Come l’intelligenza artificiale e l’arte generativa rappresentano la salute mentale. Uno studio sul campo, parte I
Dei problemi si parla, quando esplodono in maniera drammatica durante una emergenza psichiatrica. La loro risonanza è maggiore quando si tratta di eventi tragici o che interessano i giovani.
Il suicidio per gli antichi Romani era un atto compreso, accettato e giustificato se era per porre fine a una grave malattia e per scelta razionale contro il “taedium vitae”. Non era un comportamento illecito tranne in casi particolari.
Il cantautore racconta di aver superato il dolore dopo un trauma grazie all’aiuto della psicoterapia.
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