Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

La depressione in un mondo in corsa: il ruolo della temporalità post-moderna

Il fattore temporalità è una chiave essenziale nel comprendere la depressione contemporanea della post-modernità. Depressione che è un segnale di disallineamento, di frattura tra il tempo del sé e il tempo del mondo. Che corre!

Introduzione

Il mondo contemporaneo vive sotto il segno della velocità. Il tempo corre senza tregua. La velocità diventa la misura del valore. Il tempo del silenzio e della pausa sembrano sospesi e vite umane si fermano, si spezzano, si ritirano quando tutto intorno accelera. La sofferenza psichica è un cortocircuito tra la lentezza del sentire e la frenesia del vivere odierno? La depressione può essere letta come una disconnessione tra la temporalità interna che non riesce a sincronizzarsi con quella esterna? Domande quanto mai attuali.

Società e identità

Noi siamo sempre immersi in una matrice storica e culturale, in relazione alla quale cogliamo e leggiamo i fenomeni dell’esperienza che ci appartiene. Dalla fine dell’Ottocento, i progressi tecnologici hanno accelerato il ritmo del mondo. Ne deriva una diversa percezione del tempo e dello spazio. L’identità diventa più fluida e discontinua rispetto al passato dove i contesti erano più stabili e duraturi e garantivano un senso di permanenza. I modelli sociali, che si ripetevano sempre uguali nell’intera esistenza, contribuivano a costruire un’identità fondata sull’interiorità, sulla coerenza e sulla costanza dell’essere.

Temporalità e modernità

Nell’epoca moderna il “chi sono io” si radicava in una traiettoria di vita chiara e prestabilita. Indicatori di direzione e pietre miliari costellavano e incanalavano le vite. Non vi erano dubbi su che vita vivere. Una volta tracciata una forma questa era una volta per tutte. Bauman sostiene che sono lo smantellamento degli indicatori di direzione e la rimozione delle pietre miliari a contribuire al passaggio verso la fase fluida della postmodernità (Bauman, 2006).

Temporalità e post-modernità

Perdere le certezze del passato ha indotto un senso di spaesamento e precarietà. Con un’identità così costituita rischi costanti sono la instabilità e la frammentazione del Sé. In questo scenario di identità frammentate e di tempo accelerato, anche la sofferenza psichica cambia forma. La depressione, che un tempo si esprimeva come dolore dell’anima o malinconia profonda, oggi sembra assumere volti nuovi, più sfuggenti e silenziosi (d’Errico, 2017).

La depressione cambia volto?

La differente modalità di vivere il tempo nelle due epoche, l’una lenta l’altra veloce, corrisponde a modi diversi di essere depressi? Indubbiamente sì! Non osserviamo più le depressioni profonde, viscerali, capaci di abbracciare la tristezza come sentimento totale. Come accadeva nella malinconia ottocentesca di un Leopardi in cui le emozioni erano viscerali, potenti, prorompenti. Depressioni profonde caratterizzate da tristezza, disperazione, senso di inutilità.

Nella post-modernità liquida siamo proiettati in un mondo dove tutto è sfuggente. La società contemporanea, segnata da una temporalità accelerata e frammentata, genera ansie e dolori e sentimenti di insicurezza. Il vuoto è la malattia di questi anni. La depressione di oggi sottende un senso di vuoto senza fine e ne cambia anche l’espressione fenomenologica. Annullamento, annichilimento e spaesamento sono le caratteristiche nucleari della depressione post-moderna, espressione di una temporalità interiore inceppata, non più allineata al ritmo del mondo (Arciero, 2004).

Depressione e temporalità nelle arti

Letteratura, cinema e pittura hanno colto il tema della depressione nel mondo contemporaneo che non si ferma mai. Hopper, con i suoi interni silenziosi e i personaggi immobili rappresenta una umanità congelata in un tempo che li ha superati. Le sue opere potrebbero essere interpretate come un’indagine fenomenologica della malinconia.

In letteratura, Kafka ne “Il processo” e ne “Il castello” affronta il tema di un sistema che non concede pause. Un sistema che travolge l’individuo con una burocrazia cieca e inarrestabile. Un logoramento interiore, una forma di alienazione che richiama la sensazione di molti soggetti depressi di oggi. L’essere inghiottiti da un flusso che non concede tregua.

Nel cinema, Lars von Trier con Melancholia coglie nella depressione il non-senso della corsa in un mondo che va verso la catastrofe. Chi è depresso resta paradossalmente lucido e accoglie l’apocalisse con calma. Come se vivesse in una diversa temporalità, rallentata, svincolata dal movimento collettivo.

Spike Jonze in Her tratta il tema della solitudine ipermoderna: più connessi che mai, eppure incapaci di toccarci davvero. Il protagonista è immerso in una società ipertecnologica che moltiplica le connessioni virtuali ma che amplifica la solitudine reale.

Anche il cinema italiano recente ha colto la frattura tra la corsa del mondo e la sofferenza psichica. In Il primo giorno della mia vita, (Paolo Genovese, 2023), quattro persone sull’orlo del suicidio vengono salvate da un enigmatico uomo. Condotti fuori dalla realtà quotidiana, in un tempo sospeso in pausa dal mondo, guardano la propria vita dal di fuori e si interrogano. Qui la depressione appare come paralisi, ma anche come occasione.  Il fermarsi forzato diventa spazio di riflessione e, potenzialmente, di rinascita.

Conclusione

Le persone depresse vivono un’esperienza temporale alterata. Un tempo rallentato, pesante, immobilizzante, in controtendenza rispetto alla società contemporanea che impone velocità e efficienza. In un mondo che corre, la depressione può essere letta come una forma estrema di disallineamento. Come una frattura della temporalità del sé con quella del mondo: il tempo interno si blocca mentre quello esterno accelera. In questo senso, la depressione è anche un messaggio, una protesta muta, una richiesta di tregua: un bisogno di restituire spessore al tempo e senso all’esperienza.

Immacolata d’Errico

Bibliografia

  1. Arciero G. Intervista a Giampiero Arciero. Jesus – anno XXVI- n. 2. Febbraio 2004
  2. Bauman Z. Intervista sull’identità. Edizioni Laterza, 2006.
  3. d’Errico I., Mastrofilippo D.  Come la Società orienta la costituzione dell’Identità Personale: ieri, oggi e … domani. In Educazione alla salute in età pediatrica.  Cacucci Editore – Bari, 2017
  4. Genovese P.  Il primo giorno della mia vita. Einaudi, 2019.
  5. Kafka F. Il processo. Rusconi Libri, 2019.
  6. Kafka F. Il castello. Rusconi Libri, 2012.

Sitografia

  • https://it.wikipedia.org/wiki/Il_primo_giorno_della_mia_vita
  • https://it.chili.com/content/lei-2013/aa985b6a-6dca-4690-b179-0e41dc374a2c?utm_source=google&utm_medium=google-media-actions&utm_campaign=movies&utm_content=aa985b6a-6dca-4690-b179-0e41dc374a2c#autoplay
  • https://www.primevideo.com/-/it/detail/Melancholia/0TZYPZRCLBQROI98NFF4LAH19E

Foto: Envato Elements

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temporalità post-moderna e depressione.

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