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Covid-19 e violenza nella popolazione

La ricerca scientifica evidenzia il rischio di un aumento dei suicidi e della violenza domestica, causati dal persistente stress da pandemia. È necessario adottare strategie di prevenzione efficaci e tempestive.

Molto è stato detto sulla pandemia da virus Sars Cov-19 che ci ha travolto quasi un anno fa. La ricerca scientifica si è concentrata sulla conoscenza del virus, sui fattori di rischio, di mortalità, sulle varie forme di cura e di prevenzione, meno sulla violenza.

L’opinione pubblica è stata continuamente coinvolta e travolta dalla mole d’informazioni di solito corrette, talvolta distorte o palesemente erronee, ad essa collegate.

Inizialmente tuttavia, la necessaria e assoluta concentrazione sui danni fisici causati dal Covid-19 ha assorbito e quasi annullato l’attenzione a tutte le altre forme di disagio e sofferenze esistenti.

Ha rischiato di creare dei vuoti di cura e assistenza molto pericolosi, basti pensare all’aumento delle morti per cardiopatie registrate nei primi mesi del 2020.

Pandemia e rischi per la salute mentale

Nel campo della salute mentale la tendenza è stata, invece, al contrario, cioè quella di alzare i livelli di guardia e monitorare da subito con estrema attenzione lo sviluppo della situazione.

La pandemia, con le sue morti, paure e violenza, con le conseguenze sociali, economiche e culturali comportava e rappresentava una sorta di “tempesta perfetta”.

Essa poteva aumentare la criticità e i fattori di rischio di malessere mentale per la popolazione, in particolare determinando un aumento dei suicidi.(Brown & Schuman, 2021)

L’isolamento sociale, la paura del contagio, le difficoltà economiche e lavorative, lo stress persistente sono tutti fattori di rischio che possono condurre ad un aumento, che stiamo già verificando, dei disturbi della sfera depressiva ed ansiosa, delle nevrosi, dell’insonnia.

L’associazione frequente di sostanze stupefacenti e alcol, a scopo auto-medicamentoso, peggiorano la clinica e conducono l’aumento del rischio di violenza, scompenso psichico e suicidario.

Ovviamente le categorie più rischio sono rappresentate da chi aveva già un disturbo psichico preesistente e da chi la pandemia mette più sotto pressione.

Esse sono quelle dei lavoratori con maggiore rischio infettivo, anziani isolati, giovani soli e disorientati dalla perdita dei riferimenti scolastici e sociali, donne disoccupate.

Il virus Sars Cov-19 rischia di causare una duplice pandemia di vittime. La prima causata direttamente dal contagio e la seconda indirettamente dal distress psicologico e dai disturbi psichiatrici associati (Banerjee et al, 2021).

Pandemia, aggressività e violenza in famiglia

Il suicidio però non è l’unico comportamento aggressivo che può mettere a rischio la salute e la vita di uomini e donne durante la pandemia. Studi scientifici internazionali stanno evidenziando in varie nazioni un aumento anche della violenza in famiglia, in particolare verso le donne e i minori.

La ricerca suona quindi un altro campanello d’allarme sulla violenza domestica. Essa ha alle sue radici elementi di rischio molto simili, quali il distress psicologico, l’isolamento sociale, l’abuso di sostanze e le problematiche economiche e lavorative. (Viero et al, 2020)

Si ha la necessità di applicare efficacemente e tempestivamente misure di prevenzione e di contenimento di questi fenomeni, che sono sotto gli occhi di tutti, e si ritiene che se non si agirà immediatamente la situazione non potrà che peggiorare (Every-Palmer et al, 2020).

In questa ottica da molti mesi si moltiplicano le raccomandazioni degli esperti circa la necessità di tutelare la salute mentale della comunità. Si sollecitano investimenti pubblici adeguati per garantire l’attività dei servizi sanitari dedicati alla cura della salute mentale.

Bisognava ampliare le possibilità di ascolto e aiuto alle persone in difficoltà, sia facilitando l’accesso ai servizi e alla cura, sia favorendo il supporto dell’associazionismo.

In particolare di quello che si occupa di automutuoaiuto e iniziative che forniscono supporto telefonico e/o digitale gratuito, come help line e servizi di counseling online (Banjeree et al, 2020).

Viene sottolineata inoltre l’importanza di una adeguata formazione che faciliti il coinvolgimento e la collaborazione coi cosiddetti “sensori”. Cioè coloro che per ruolo professionale e sociale hanno la possibilità di intercettare il disagio psichico.

Essi possono essere promotori di una risposta attiva ed efficace, sia in prima persona, sia favorendo il contatto dei sofferenti coi servizi sanitari e sociali.

Informazione, mass media e piattaforme digitali

In una dimensione di comunità è auspicabile, inoltre, che i governi si rendano consapevoli della problematica e esigano una stretta collaborazione con mass media e piattaforme digitali.

Bisogna facilitare lo sviluppo di campagne informative e di promozione della salute mentale, favorendo la diffusione di messaggi positivi e corretti.

E’ necessario abbassare il livello di stress e potenziare i fattori di protezione, quali la condivisione sociale, la riduzione dei comportamenti di abuso e l’accesso alle cure per disturbi mentali (Every-Palmer et al, 2020).

Molti esperti ritengono che “l’onda lunga” negativa del Covid-19 si farà sentire sulla salute mentale per molti anni ancora. Anche quando la pandemia e le restrizioni connesse saranno finalmente superate.

Ė necessario quindi che le iniziative da mettere in campo per contrastare i rischi di una successiva ondata di lutti, violenza e malattie nei prossimi anni siano sviluppate su più livelli.

E’ indispensabile la cooperazione e l’integrazione di istituzioni e servizi, associazioni e imprese. Soprattutto bisogna coinvolgere e stimolare la capacità di reazione e di solidarietà della popolazione.


Wilma di Napoli

Bibliografia
1. Banerjee D, Kosagisharaf J.R., Sathayanarayana Rao T.S. “The dual pandemic” of suicide and Covid-19: A biopsychosocial narrative of risk and prevention. Psy. Res. 2021 Jan; 295:113577.
2. Brown S., Schuman D: Suicide in time of Covid-19: a perfect storm. J Rural Health, 2021 Jan; 37(1):211-214.
3. Every-Palmer S, Jenkins M, Gendall P, et al.: Psychological distress, anxiety, family violence, suicidality, and well being in New Zealand during the COVID-19 lockdown. A cross sectional study. PLoS One. 2020 Nov; 15(11):e0241658
4. Leo Sher. The impact of covid-19 pandemic on suicide rates. QJM, 2020 Oct; 113(10):707-712.
5. Viero A et al: Violence against women in the Covid-19 pandemic. A review of he literature and a call for shared strategies to tackle health and social emergencies. Forensic Sci Int 2021 Feb; 319:110650.

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